10. Riunione improvvisa

2.7K 271 24
                                    

~

Jungkook era già pronto e vestito per intraprendere nuovamente quel viaggio che lo portava nel luogo che ultimamente si era guadagnato il primo posto tra i suoi pensieri. Forse doveva riconoscere che non era esattamente il luogo in sé e per sé a rendere così interessante la meta del suo viaggio, ma era più facile ammettere di tornare in quel bosco solo per la pace e la tranquillità che vi regnavano piuttosto che per un ragazzo che, quasi sicuramente, l'avrebbe cacciato via in malo modo.

Però Jungkook era sicuro che, quella fredda e priva di emozioni, fosse solo una maschera che Taehyung indossava per tenere lontane le persone. Infatti, più volte, il tono duro con il quale parlava non trovava corrispondenza nei suoi gesti quasi premurosi.

Ma d'altronde se il suo desiderio era quello di restare isolato in quel bosco così particolare, allora era giusto che non riservasse sorrisi e moine a chiunque lo andasse a disturbare.

Il motivo per il quale si ostinava a dire di voler stare solo, Jungkook ancora non l'aveva capito però. Forse aveva a che fare con la sua identità ancora misteriosa per il nobile o forse no. La verità era che ancora non sapeva niente di Taehyung ma sicuramente sarebbe riuscito a farsi spazio nelle sue grazie, perché se il ragazzo voleva stare da solo allora ci sarebbe stato ma avrebbe dovuto iniziare a capire che, da ora in poi, in quella solitudine era compreso anche Jungkook.

Perché, in fondo, una sola persona che neanche viveva costantemente con lui ma che lo veniva a trovare ogni tanto non poteva sconvolgergli più di tanto la vita, no?

E Jungkook sarebbe riuscito a farglielo capire, non importava dopo quanti viaggi fatti, dopo quanti 'addii' urlati dall'altro o dopo quante scuse inventate per presentarsi una volta in più sotto quell'albero del Tè. Il nobile ce l'avrebbe fatta.

La scusa che avrebbe utilizzato questa volta era sicuramente la più credibile e mai sarebbe riuscito a trovarne una migliore anche perché era stato Taehyung stesso a servirgliela su un piatto d'argento.

Infatti si stava facendo un viaggio di ventiquattro ore solo e soltanto per restituire le vesti che il ragazzo gli aveva prestato come cambio dopo che gli indumenti che indossava si erano bagnati sotto la tempesta.

Jungkook aveva fatto lavare e stirare quei vestiti decisamente fuori stagione nascondendoli in mezzo ai suoi panni sporchi così che gli addetti alla lavanderia non li notassero.

Fu, ovviamente, del tutto inutile perché, non appena i panni furono pronti, la donna che glieli aveva consegnati gli aveva chiesto se non fosse il caso di buttarli via dato che avevano tutto l'aspetto di aver vissuto più anni di quanti ne potessero resistere. Inoltre gli fece notare come fossero decisamente troppo corti per gli arti lunghi del nobile e quella era una cosa di cui si era accorto anche Jungkook non appena li aveva indossati ma non glielo aveva fatto notare a Taehyung. Infatti quelle vesti erano decisamente troppo piccole per lui e, dato che il ragazzo del bosco era di qualche centimetro più alto di Jungkook, poteva intuire che all'altro stavano ancora più corte. Pensò subito a quanto poco utili potessero essere nelle fredde giornate d'inverno se lasciavano scoperte sia le caviglie che i polsi.

Probabilmente Taehyung aveva quegli indumenti da quando era venti centimetri più basso e ci era cresciuto dentro senza avere niente che potesse andarle a sostituire.

Chissà da quanto tempo era lontano dalla sua famiglia.

Quella volta Jungkook prese un sacco un po' più capiente perché, oltre alle solite provviste, ci fece entrare anche le vesti da restituire e un libro da leggere.

Quel libro, che in realtà apparteneva a sua sorella Jein, lo voleva donare a Taehyung perché aveva notato come, in quella minuscola capanna, passava molti momenti di noia soprattutto quando il tempo faceva i capricci. Un libro, pensò, poteva tenergli compagnia.

Silver Chair ~ [Taekook]Where stories live. Discover now