13. Lacrime

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Era passato un mese dalla cerimonia di passaggio della sedia di Namjoon, che due giorni dopo si era pure sposato. In tutto quel tempo, Jungkook l'aveva incontrato giusto un paio di volte, entrambe di sfuggita. Si ritrovò a pensare che essere consigliere e marito fosse davvero impegnativo.

In effetti, ultimamente, Jungkook vedeva raramente anche suo padre, troppo impegnato in infinite riunioni con il Re e gli altri consiglieri, alle quali non era più stato invitato a partecipare.

Tutta quella situazione non era certamente normale. Troppe riunioni, troppa segretezza. Stava succedendo qualcosa, il nobile ne era sicuro, ma il padre era muto come un pesce e non si era lasciato sfuggire neanche una parola di tutto ciò che veniva detto quando sedevano su quelle sedie.

In quel mese, però, era almeno riuscito ad andare a trovare Taehyung altre due volte e il castano l'aveva accolto in maniera decisamente migliore rispetto alle precedenti. Aveva accettato la sua compagnia e questo rendeva Jungkook incredibilmente felice.

Ogni volta che tornava in quel bosco, il nobile portava a Taehyung qualcosa dato che nella capanna nella quale viveva il maggiore non c'era letteralmente niente. Gli portò come prima cosa un vero cuscino, morbido e comodo, niente a che vedere con quel pezzo di stoffa riempito di foglie secche che utilizzava prima. Gli donò anche qualche vestito e qualche conserva di cibo che i cuochi avevano preparato, così che potesse mangiare anche quando il brutto tempo non gli permetteva di pescare o cacciare.

Piano piano gli avrebbe portato qualunque cosa fosse in grado di aiutato a vivere meglio.

Taehyung accettava timidamente i doni del minore, consapevole di non poter ricambiare tutta quella gentilezza. La cosa che non sapeva era però che, per Jungkook, la sua compagnia valeva molto più di qualsiasi oggetto gli regalasse.

Durante quei due incontri, il nobile aveva mantenuto la sua promessa e aveva iniziato ad insegnare al maggiore a leggere e a scrivere. Per questo motivo portava sempre con sé, durante i suoi viaggi, un libro, qualche foglio di carta di canapa, una piuma e dell'inchiostro, così che avessero tutto l'occorrente per le loro lezioni.

Quella mattina, Jungkook si stava preparando proprio per tornare dal ragazzo del bosco. Era tutto pronto ma si bloccò all'istante quando, passando davanti camera di sua sorella, la sentì piangere.

Era da poco sorto il sole e Jein non doveva essere ancora nemmeno sveglia, eppure i suoi singhiozzi si sentivano forti e chiari anche fuori dalla porta della sua stanza.

Jungkook, preoccupato, bussò sul legno che lo divideva dalla tristezza della sorella e subito dopo i singhiozzi cessarono e un lieve 'avanti' fu pronunciato dalla ragazza.

Entrò nella camera e richiuse la porta dietro di sé. Jein sembrava stesse trattenendo le lacrime, come se avesse paura che qualcuno la vedesse in quello stato ma, quando si rese conto che la persona ad aver bussato era Jungkook, sembrò tirare un sospiro di sollievo e ricominciò a piangere.

Il ragazzo, non sapendo cosa fosse successo, si limito a raggiungere la sorella che era seduta sul letto e la strinse nell'abbraccio più rassicurante che era capace di dare. La lasciò sfogare restando in silenzio mentre si chiedeva cosa avesse potuto ridurre la sua sorellina in quello stato.

Solo molto tempo dopo Jein sembrò calmarsi e, anche se le lacrime non scendevano più dai suoi occhi, Jungkook continuava a tenerla stretta a sé.

-"Cosa ci fai sveglio all'alba?"- Gli chiese lei rompendo il silenzio nel tentativo di evadere quelle domande sulla crisi che aveva appena avuto e che sapeva che sarebbero sicuramente arrivate.

Silver Chair ~ [Taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora