50. Tredici anni dopo

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Le parole di SeokJin sconvolsero tutti i presenti e fecero sorgere mille dubbi e domande a Taehyung e a Jungkook. Il fatto che con loro ci fosse un bambino, significava che il momento descritto nel sogno non fosse ancora accaduto. Ma chi era quel bimbo e, soprattutto, cosa ci faceva con loro? Se Taehyung non doveva più nascondersi o temere la presenza di altre persone intorno a lui, perché sarebbero dovuti tornare nel bosco di Alberi del Tè? C'erano troppe cose che non tornavano a nessuno dei due e, il fatto che SeokJin avesse detto che nel suo sogno sembravano avere l'età che avevano ora, non gli faceva pensare ad altro se non che quel momento fosse più vicino di quanto si aspettassero.

E probabilmente sarebbero rimasti a rimuginare su tutto questo per molto tempo ancora se non fosse che qualcuno arrivò all'improvviso a distrarli dai loro pensieri. Bussarono alla porta di casa Kim e i genitori di Taehyung si sarebbero potuti aspettare chiunque ad attendere dall'altra parte della soglia, tranne che il Principe Park in carne ed ossa.

In quanto abitanti di quel Regno da tutta una vita, i Kim avevano vissuto in prima persona i vari cambiamenti che erano stati conseguenza dell'incoronazione del ragazzo che si trovavano di fronte e, dopo di lui, della sorella. Il Regno dei Park era attualmente molto instabile, come succedeva sempre quando il trono passava da una persona ad un'altra. Non erano convinti che l'attuale Regina fosse in grado di governare quelle terre, soprattutto ad un'età così giovane, ma confidavano nei Consiglieri Reali e nella loro esperienza.

Proprio non riuscivano a capire cosa ci facesse il Principe alla porta di casa loro, perché non era mai stato il tipo di regnante che si prendeva del tempo per far visita al proprio popolo.

-"Salve Signori Kim. Sono qui per parlare con Kim Taehyung e Jeon Jungkook."-

Jimin era consapevole che li avrebbe trovati lì. Prima di essere cacciato dal Regno dei Min, aveva sentito che i due sarebbero partiti per venire nel suo Regno. Infatti fu subito accolto con un inchino e scortato dalle due persone che aveva nominato e che si trovavano in una delle poche stanze presenti nella piccola casa dei Kim.

-"Principe Park."- Lo salutarono i due ragazzi con un inchino, una volta che fece il suo ingresso nella sala.

-"Avrei bisogno di parlare con voi."- Spiegò Jimin e, ovviamente, nessuno si oppose a questa sua richiesta.

Lasciarono il Principe da solo con Taehyung e Jungkook e, tutti e tre, si accomodarono intorno al tavolo. Jungkook aveva più volte visto il Principe Park nei mesi precedenti e ne aveva sempre ammirato il sorriso e la vivacità. Quel giorno, però, Jimin sembrò privato di tutto ciò che l'aveva sempre caratterizzato. Il suo viso era grigio, triste, senza alcuna traccia di quella allegria che portava sempre con sé. Anche la sua sicurezza sembrava svanita ma, neanche le profonde occhiaie che circondavano i suoi occhi, riuscivano a nascondere la sua estrema bellezza.

Nessuno dei due conosceva il motivo per il quale il Principe si trovasse lì ma avevano ben capito che dietro ci fosse il motivo per il quale fosse ridotto in quel modo.

-"Sento la necessità di scusarmi con voi e, se mai ne avrò la possibilità, lo farò anche con tua sorella, Jungkook. "- Iniziò a spiegare Jimin. -"Nonostante non sia stato io a metterlo in atto e a provocare l'incendio, sono stato io a pianificarlo ormai molti mesi fa."- Ammise poi.

Taehyung e Jungkook rimasero sconvolti da quella confessione. Ovviamente avevano capito che l'incendio non fosse stato un incidente e che qualcuno l'avesse programmato ma, il primo e l'unico nome che era venuto in mente a tutti da incolpare come responsabile di questo fatto, era quello del marito di Jein. Mai nessuno di loro si sarebbe aspettato che, dietro tutto questo, ci fosse anche il Principe Park.

Silver Chair ~ [Taekook]Where stories live. Discover now