55 *Mi hai fatto respirare*

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Ticchetto le dita sullo schermo del telefono.

Sbuffo.

Passo il peso da una gamba all'altra.

Una lucina blu appare nella parte superiore dello schermo, segno che mi è appena arrivata una notifica. Con la velocità della luce sblocco lo schermo per scoprire che non ho ricevuto la risposta dalla persona che volevo bensì da mia cugina.

Sono tentata di non guardarlo ma alla fine cambio idea, decidendo di aprirlo.

"Dove sei? Ti stiamo aspettando tutti nella sala principale. Tra mezz'ora inizia il discorso e ci sono giornalisti che vogliono parlare anche con te"

Alzo gli occhi al cielo.

Come se me ne importasse.

Digito velocemente due parole "Sto arrivando"

Bugia.

Spengo lo schermo. Poi però mi viene un dubbio, quindi lo riaccendo e apro la sua chat. Perché non mi ha ancora risposto? Il messaggio è chiaro.

"Sei arrivato?" Gli ho chiesto.

Fisso il nome nella parte superiore del telefono.

Aaron.

Aggrotto la fronte. Forse dovrei scrivergli ancora. Chiedergli se alla fine viene veramente.

Apro la tastiera, ma mi fermo subito. Forse sta guidando, è per questo che non può rispondermi.

Non dovrei farmi tutte queste paranoie, in fondo subito dopo il funerale gli ho chiesto di vederci perché dovevo parlargli ed è stato lui stesso a dirmi di vederci oggi alla serata di beneficenza organizzata degli Anderson in onore di mio fratello dato che doveva comunque farci un salto. È solo che è stato così vago e distaccato. E io in questo momento ho bisogno di vederlo, devo dirgli che voglio continuare il piano, devo convincerlo ad aiutarmi a vendicarmi perché la vendetta è l'unico desiderio che in questi tre giorni mi ha fatto sentire qualcosa, mi ha resa viva.

Dopo la morte di Jackson tutto era così sbiadito, poi l'incontro con Nick mi ha aperto gli occhi, mi ha dato una ragione per vivere. Vendetta.

Spengo la schermata del telefono ritrovandoci subito il riflesso del mio viso. Aly si è divertita a truccarmi e vestirmi per questa serata. Deve aver usato quintali di fondotinta per coprire le enormi occhiaie scure che mi contornano gli occhi: è da tre giorni che la notte continuo a pensare ai diversi scenari che potrebbero accadere durante il piano perché lo voglio perfezionare in modo da renderlo perfetto.

Una ciocca mossa mi cade davanti al viso, ma non la sposto. Aly ha pensato che oggi mi sarebbero stati bene i capelli mossi sciolti. Immagino l'abbia fatto in realtà in modo da coprirmi parte del viso e collo per mostrare meno quanto sia dimagrita. Sono passate quasi due settimane dalla sua morte e ho mangiato a malapena, non per chissà quale motivo, è solo che non sento più la fame, è come se nonostante non mangi niente, il mio stomaco sia pieno ed è strano detto da una come me che ama il cibo alla follia.

Fisso il mio polso più ossuto del solito che quasi viene inghiottito dalla manica del blazer. La mia attenzione passa al blazer nero pece. In realtà i vestiti li ho scelti io, un semplice completo di pantaloni eleganti, una camicetta e un blazer, tutti rigorosamente neri. Non c'è una ragione per il quale ho scelto proprio questo outfit, in particolare non ho scelto questo colore per il lutto, ma più che altro perché rispecchia il mio umore.

Davanti a me passa una coppia sulla quarantina. Sono davvero eleganti. Lei a differenza mia indossa un vestito da sera blu notte mentre il suo accompagnatore un costume elegante dello stesso colore.

FIDATI DI ME ✯Completa✯Where stories live. Discover now