16 *Lo stalker imprevedibile.*

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Just stop your crying
It's a sign of the times
We gotta get away from here
We gotta get away from here
Just stop your crying
It'll be alright
They told me that the end is near
We gotta get away from here

(Sign of the times, Harry Styles)

«Scar, passami i tuoi vestiti» mi comanda la mamma mentre apre un'altra valigia.

Io mi limito a fare ciò che mi dice. Le passo velocemente -quasi lanciandoglieli- i vari indumenti e mi sorge spontaneamente un dubbio: quanto tempo dovremo rimanere via? Devo portare sia i vestiti estivi che quelli invernali? Non ho il tempo di pensarci su che mia mamma mi incita a fare più veloce. 

Ci blocchiamo nel momento in cui sentiamo un rumore provenire da sotto.

«Cos'è stato?» la mia voce esce in un sussurro.

«Non è stato niente» afferma lei, ma dal suo sguardo capisco che l'ha sentito anche lei, infatti comincia a muoversi più velocemente.

«Scar, vai in mansarda a prendere un borsone» mi ordina di punto in bianco senza guardarmi.

Cerco di protestare impuntando i piedi e incrociando le braccia, ma il suo tono non sembra accettare repliche.

«Scar, fai veloce che non abbiamo tempo.»

E non so neanche perché ci sono andata. Cavolo, me ne ero accorta che quella valigia era ancora abbastanza vuota da contenere la metà dei miei vestiti, eppure l'ho lasciata lì, da sola. Non avrei mai immaginato che sarebbe successo quello che è realmente accaduto. Mai.

Appena salgo le scale che mi portano in mansarda, mi fiondo alla ricerca di quest'inutile borsone. Inizio a guardarmi velocemente attorno senza trovarlo. È abbastanza buio qui dentro visto che l'unica luce proviene dal lucernario. Punto a dei scatoloni vicino alle scale, ma non faccio in tempo a raggiungerli che sento un rumore provenire da sotto. Sembra che qualcosa di pesante sia caduto per terra.

Sgrano gli occhi.

«Mamma» sussurro.

E lasciando stare la ricerca a metà, mi dirigo velocemente verso le scale, quasi inciampando su uno scatolone. Riesco a riprendere l'equilibrio grazie alla ringhiera di mogano delle scale. Sento un altro rumore, quindi inizio ad accelerare il mio passo.

Poi succede tutto così velocemente. Sento uno sparo. Quel suono mi fa vacillare e questa volta inciampo sull'ultimo gradino cadendo a carponi sul pavimento, ma non sento dolore, non sento più niente, la mia mente si è focalizzata solamente sull'ultimo rumore. Le mie gambe si muovono da sole facendomi alzare da terra e portandomi davanti alla mia cameretta.

Shock.

La scena che mi trovo davanti mi porta in uno stato di shock.

Mamma è sul pavimento con una macchia scarlatta che si dilaga sul suo petto.

O Mio Dio. "ditemi che stava bevendo del vino e per sbaglio si è sporcata" penso. Però il vino non è così rosso e denso. Il mio sguardo slitta sulla persona al suo fianco. Nick.

Nick ha le mani sui capelli. Le sue mani sono rosse.

«Non volevo farlo, Scar. Voleva portarti via da me» dice con gli occhi sgranati e con le lacrime agli occhi.

Poi noto una pistola ai suoi piedi.

O Mie Dei. Non è possibile, non può essere possibile. Non può essere accaduto ciò che penso. Nick non può aver sparato a mia mamma. A sua moglie.

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