Capitolo 22. Autocontrollo.

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Era da quasi tre anni che non passavo un sabato pomeriggio spensierato in giro per negozi. O al parco, in piscina o da qualunque altra parte, in realtà.
Da quando ho preso la decisione di mettere mia madre in un istituto per malati di Alzhaimer l'appuntamento fisso del mio sabato dopo pranzo era andare a farle visita, cascasse il mondo.
Non l'ho mai fatto volentieri ma se non ci fossi andata mi sarei sentita tremendamente in colpa così non ho mai saltato nemmeno un giorno.
Per carità, non mi sono mancati il divertimento e i momenti di relax, ho sempre recuperato il sabato sera e la domenica - per lo meno da quando vivo con la mia coinquilina - però uscire di casa con Penny oggi per andare a fare shopping anzichè recarmi all'istituto mi è sembrato strano, quasi surreale.
Ora posso farlo senza sentire pesi sulla coscienza, vi rendete conto?

"Fantastico questo! Che ne dici Reb?" La mia amica solleva una gruccia con un mini abito tutto luccicoso.

"Bello, un pò cortino." Commento continuando a spulciare tra le maglie oversise mentre lei aggiunge il vestitino a tutte le cose che ha intenzione di portarsi in camerino.

"Potresti cercare anche tu qualcosa di carino per stasera, qualcosa di sexi." Mi stuzzica.

"I pantaloni neri che pensavo di mettere sono molto sexi."

"Solo perchè tu saresti uno schianto anche con un sacco dello sporco addosso! Ma una volta tanto potresti mettere in mostra le tue belle gambe!" Spesso cerca di convincermi a vestirmi più provocante, scoprendo le gambe o il décolleté, ma io preferisco non mettere troppo in mostra il mio corpo e mi scopro solo per necessità.

"Quando ci saranno trenta gradi le mostrerò." Ribatto infatti.

"Aaah, non ti convincerò mai."

Occupiamo i camerini per quasi un'ora - per fortuna ce n'erano parecchi a disposizione e la commessa non ha avuto nulla da ridire - sfiliamo come modelle davanti allo specchio ridendo a crepapelle e, alla fine, usciamo dal negozio con due buste piene di nuovi acquisti pronte per invadere la prossima boutique.

Sono quasi le 7 di sera quando rientriamo nel nostro appartamento con talmente tante borse da non riuscire a tenerle in mano. La maggior parte sono di Penny, ovviamente, ma devo ammettere che anche io questa volta non mi sono risparmiata: sapere che il mio stipendio ormai è tutto per me sicuramente incentiva la voglia di sfilare la carta di credito dal portafoglio.

Ci facciamo una doccia veloce per recuperare un po' di energie - che lo shopping può essere stancante - e ci prepariamo per la nostra serata di sole donne. Dave è fuori città per l'addio al celibato di un amico così io e Penny abbiamo in programma di mangiarci una pizza e andare al Coco's a scatenarci solo io e lei, come non facciamo da decisamente troppo tempo.

"Ok lo ammetto. Ti sta proprio bene." Le dico quando si affaccia alla porta della mia stanza con il nuovo vestitino corto e luccicoso addosso. Io invece come previsto ho scelto dei pantaloni neri a cui ho abbinato un top verde acquistato nel pomeriggio. Sopra un bel cardigan caldo caldo.

"Sei bellissima anche tu, anche se sei più coperta di mia nonna il 25 dicembre. Andiamo?"

Non le do corda, ci infiliamo la giacca, prendiamo le nostre borsette e ci tuffiamo nel traffico di New York.

"Hai sentito Dave?" Le chiedo mentre guido verso una delle nostre pizzerie preferite.

"Si, è tutto ok. Si stavano preparando per la serata in discoteca. Spero non faccia cazzate."

"È cotto di te, non farebbe mai nulla che ti possa ferire." Le dico convinta.

"Tu hai sentito Alex?"

"Perchè?" Fingo innocenza.

"Mi sono accorta che ogni tre per due ti squillava il telefono oggi pomeriggio. O ti senti con un altro ragazzo o è sempre lui che continua a scriverti." Ovviamente lei sa dell'agguato che mi ha teso la sera del funerale di mia madre, del nostro incontro-scontro alla serata della tombola, del suo regalo il giorno di San Valentino e dei messaggi che ultimamente mi sta mandando.

"Ok, hai ragione. Mi ha scritto ancora." Ammetto mentre posteggio l'auto nel parcheggio della pizzeria. "Ma io non ho risposto quasi mai. Giuro!"

Penny proprio come me ricorda benissimo il periodo post Alex, sa quanto ero stata male e la fatica che ho fatto per uscire da quel vortice di depressione e apatia in cui ero finita. Ha paura che io possa soffrire di nuovo, per questo non vede di buon occhio i tentativi di Alex di riavvicinarsi a me e teme io possa cedere di nuovo al suo fascino.

"Sto facendo di tutto per non cascarci questa volta, davvero." La rassicuro mentre prendiamo posto al tavolo ed ordiniamo le nostre pizze.
"Però è davvero carino, mi fa un sacco di complimenti, mi racconta quel che sta facendo, a volte mi manda qualche foto."
Guardo Penny e vedo il suo sguardo di disapprovazione.

"Lo so, ho gli occhi a cuoricino quando parlo di lui e l'espressione sognante, non posso farci niente, ma non vuol dire che mi fregherà di nuovo. Sto attingendo ad ogni briciola di autocontrollo che c'è in me per resistergli." Dico decisa chiudendo il discorso.

Quando abbiamo finalmente la pancia piena paghiamo il conto e ci dirigiamo verso il Coco's. Questo locale in pochissimo tempo è diventato uno dei più frequentati di New York e per quanto io non ami troppo seguire la massa e le mode devo ammettere che è davvero un bel posto e mettono sempre la musica giusta. Inoltre organizzano spesso serate a tema o eventi particolari come il karaoke a cui siamo state tempo fa o la tombola di beneficenza a cui ho partecipato con Cora.
Stasera dovrebbe esserci una band emergente che suona dal vivo e, dopo mezzanotte, il solito dj. Non appena entriamo infatti una voce graffiante giunge alle mie orecchie, segno che il gruppo è già salito sul palco. Ci sono già molti ragazzi in pista.
Occupiamo uno dei pochi tavolini ancora liberi prima che il locale si riempia ancor di più e ordianiamo un cocktail ciascuna. Devo ricordarmi di non esagerare con l'alcool perchè poi toccherà a me guidare fino casa, ma un Coca Malibù a inizio serata credo di potermelo concedere.

Dopo pochi minuti, mentre sto osservando la sala sempre più gremita della gioventù newyorchese, il mio sguardo si posa su un ragazzo di spalle a pochi metri da noi. Alto, due spalle larghe, un bel culo sodo fasciato in un paio di jeans blu scuro. Non lo vedo in viso ma non ho dubbi che sia lui.
Il mio cuore traditore inizia a battere più velocemente nonostante io sia razionalmente consapevole che la sua presenza qui potrebbe complicare la mia serata.

"Penny." Richiamo l'attenzione della mia amica senza smettere di puntare lo sguardo su quella schiena muscolosa.
"Alex è qui."

"Ottimo, è qui anche Mike." Replica lei, ironica, guardando nella direzione opposta.









Per Sempre CosìTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon