Capitolo 26. In buona compagnia.

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Non faccio in tempo a chiudere la portiera e mettere in moto che il sedile del passeggero viene occupato proprio dalla persona da cui volevo scappare.

Lo guardo solo per un attimo prima di abbassare lo sguardo sul volante ma noto subito che ha un aspetto che non gli rende assolutamente giustizia. Indossa una tuta tutta stropicciata, ha i capelli scompigliati, è bianco cadaverico ed ha delle occhiaie ben visibili sotto gli occhi.

"Reb."

"Alex." Gli rispondo imbarazzata.

"So cosa stai pensando ma non è come credi."

"Si che lo è. Sto pensando che vorrei sparire schioccando le dita e ritrovarmi in un attimo a casa mia. E ti assicuro che è proprio così, lo vorrei con tutta me stessa." Stringo il volante, nervosa.

E sto pensando che sei un maledetto stronzo che non riesce a tenerselo nelle mutande per tre giorni di fila e che non può fare a meno di illudermi continuamente! Ma questo lo terrò per me.

"Come mai sei qui?"

"Io e Cora volevamo sapere come stavi." Gli dico dopo due secondi di panico. È una mezza verità in fondo.
"Più Cora in realtà, era proprio in pensiero. Ma sai, lei aveva un impegno e non poteva passare e mi ha proprio pregata di fare un salto da te. Non rispondevi al telefono e si è preoccupata un sacco, è molto affezionata a te, sai?"

Non so perchè ho detto tutte queste cose. Ho parlato a raffica come una scema, era evidente il mio nervosismo e sicuramente Alex capirà che sto mentendo.

Non dice nulla così mi decido a voltarmi verso di lui. Ha un sorriso divertito in viso.

"Fai sapere a Cora che sto proprio meglio." Dice sottolineando il nome della sua centralinista. "Sono stato a letto due giorni a causa del mal di testa ma sembra che finalmente i medicinali stiano facendo effetto. Dille che non rispondevo al cellulare perchè è successo un casino e si è rotto, completamente andato, e nelle condizioni in cui ero non potevo andarne a comprare uno nuovo. E dille che domani torno al lavoro."

Mi sta prendendo in giro. Bastardo.

"Strano però, non è la prima volta che manco dal lavoro per l'emicrania e Cora non si è mai preoccupata così tanto." Porta due dita sotto il mento ed assume un'espressione pensierosa.

"Ok, ok ero io quella preoccupata!" Ammetto infastidita. "Ma vedo che sei tutto intero ed in buona compagnia quindi posso tornarmene a casa."

"Si, in effetti oggi ho avuto compagnia tutto il giorno. Olly mi ha proprio viziato e coccolato."

Brutto stronzo, perchè mi dice queste cose? Mi sembra evidente che non ho bisogno di sapere i dettagli.

"È arrivata stamattina presto da Miami facendomi una sorpresa, la mia dolce sorellina." Dice le ultime parole guardandomi divertito.

Resto probabilmente a bocca aperta mentre realizzo che tutti i film mentali che mi ero fatta su Alex e quella ragazza erano totalmente infondati. Pensavo ci fosse del tenero fra loro, che fosse una con cui si vede in questo periodo, e invece scopro che è la sorella.
Non sapevo nemmeno ne avesse una.

Mi rendo conto solo in questo momento di quanto poco conosca di lui, della sua famiglia, delle sue amicizie. Ho imparato a conoscere il suo carattere nel breve periodo in cui siamo stati insieme ma non mi ha mai raccontato molto della sua vita e io non ho insistito più di tanto per sapere, del resto anche lui non era al corrente del mio passato difficile e della mia situazione familiare. Sono cose che avremmo condiviso più avanti, se solo la nostra storia non si fosse interrotta bruscamente.

"Non sapevo avessi una sorella." Ammetto.

"Sorellastra, in realtà. Mia madre ha avuto Olly con Greg, il nuovo compagnoon è figlia di mio padre."

"Non sapevo che i tuoi fossero separati."

"Da una vita, da quando ho due anni. Non ho ricordi di loro insieme. Ho sempre vissuto con mamma, Greg e Olly. Mio padre lo vedevo pochissimo, ci sentivamo un po' al telefono. Ho riallacciato i rapporti con lui solo da qualche anno." Mi spiega.

"So così poco di te." Dico sottovoce.

"In pochi mi conoscono davvero, non amo parlare di me e della mia vita."

"E perchè lo stai facendo con me ora?"

Mi guarda. Mi guarda come forse non ha mai fatto. Sembra stia davvero pensando alla domanda che gli ho posto e cercando la risposta più vera e sincera possibile.

"Ho bisogno che tu mi conosca." Mi dice infine. "Voglio raccontarti ogni cosa di me, voglio diventare per te un libro aperto di cui sai a memoria ogni pagina, così forse ti renderai conto che mi piaci davvero e che non voglio più farti soffrire. Voglio che torni a fidarti di me, perchè questa volta non ti deluderò. Voglio che ti lasci amare perchè mi sento davvero pronto per farlo."

Non credo alle mie orecchie. In questi ultimi giorni mi ha già ripetuto talmente tante volte che gli piaccio davvero che quasi quasi inizio a pensare sia veramente così.
Forse è davvero cambiato, forse il destino ci ha fatti reincontrare perchè era scritto che avessimo una seconda opportunità.

Lo sto ancora guardando incredula quando una figura compare improvvisamente al finestrino dal lato passeggero facendomi fare un balzo per lo spavento.
Alex abbassa il finestrino con aria leggermente scocciata.

"Che c'è?"

"Io vado, sgombero il campo. Dato che non hai più bisogno di me esco a cena con le mie amiche. Non vorrei occuparti casa ed impedirti di divertirti un po'." Dice la sorella di Alex facendogli un occhiolino e provocando un incendio sul mio viso.

"Scema. Ci vediamo domani sera da mamma." La saluta velocemente, sperando si allontani al più presto.
Quindi torna a voltarsi verso di me.

"Scherza sempre, non farci caso. Era già previsto che vedesse le sue amiche. Ha solo anticipato un po' l'uscita." Mi dice.

Non so cosa replicare. Non so se riprendere il discorso che è stato interrotto nè come potrei farlo. Il silenzio nell'abitacolo si fa opprimente ed inizio a sentirmi a disagio.
È lui alla fine a parlare di nuovo.

"Ti va di entrare?" Sento un velo di speranza nella sua voce.

"Non so se è il caso." Rispondo in preda al panico.

"Mica ti salto addosso come una piovra. Parliamo un po', ci mangiamo qualcosa, guardiamo un film."

"Penny mi aspetta a casa." È la verità ma è anche una scusa e lui lo sa.

"Scrivile che torni più tardi."

"Se le dico che sono con te mi ammazza."

"Ce l'ha proprio con me, eh? Dille che sei con Cora, almeno sta tranquilla."

"Non mi crederà mai." Rido tra me.

"Vorresti lasciarmi tutto solo?" Mette il broncio come un bambino piccolo, vuole farmi intenerire e sentire in colpa.

Lo guardo. E lo riguardo. E sento una gioia esplodermi nel petto di fronte alla consapevolezza di quanto follemente amo questo ragazzo. E forse - forse - c'è ancora una piccola possibilità che anche lui ami me.

"Solo perché non sei in forma e non mi fido a lasciarti solo." Gli dico aprendo la portiera ed uscendo di nuovo dalla macchina.











Per Sempre CosìWhere stories live. Discover now