Capitolo 34. Nessuna colpa.

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Non ci posso credere. Cosa ci fa lui qui? Da quando fa il cameriere? A questi eventi poi? È impossibile che tutto questo sia una coincidenza. Non vorrei peccare di presunzione ma credo proprio sia qui per me.

Mentre avanza verso il nostro tavolo i nostri sguardi si incrociano. Non è sorpreso di vedermi, anzi, sorride sotto i baffi leggendo lo stupore nei miei occhi. Ho l'istinto di voltarmi, guardare qualsiasi cosa purchè non sia lui, ma mi costringo a resistere, a sostenere quello sguardo accusatore. Non ho nessuna colpa nei suoi confronti.

Partendo da una donna sulla cinquantina dall'altro lato del tavolo inizia a servire il vino. Ben presto raggiunge Alex e poi me.

"Rebecca." Dice a mò di saluto mentre riempie il calice davanti a me e procede nel suo giro.

"G-grazie." Rispondo a scoppio ritardato.

Alex aspetta che Mike si sia allontanato prima di interrogarmi.

"Sentiamo, chi è questo bel cameriere?"

"Il mio ex." Ammetto subito.

"Caspita. L'unico ragazzo con cui sei stata in questo periodo me lo ritrovo davanti alla prima uscita che facciamo insieme. Che culo! Quante probabilità c'erano?" La butta sull'ironia. Non un'ironia nervosa, semplicemente non sembra assolutamente preoccupato dalla presenza di Mike qui.

"Si, l'unico ragazzo con cui sono stata. Quello che ho praticamente mollato per te. Solo che a lui non l'ho detto, di te... anche se lo sospettava." Aggiungo, sincera. "Non credo sia un caso che lui sia qui. Non fa il cameriere di solito, non l'ha mai fatto prima." Questa cosa mi rende irrequieta.

"Non so cosa ci faccia qui, cosa voglia da te, o da me, ma noi ora stiamo insieme e non ho intenzione di nasconderlo. Se ne farà una ragione." Dice risoluto. "Tecnicamente hai conosciuto me prima di lui, tra l'altro." E così dicendo prende la mia mano con la sua, ci lascia un bacio sul dorso e, stringendola delicatamente, se la posa sulla coscia.

Guardo Alex con un sorriso e, probabilmente, gli occhi a cuoricino. Questa sua nuova versione mi piace, mi piace tanto. È dolce, gentile, sincero, divertente e sembra davvero intenzionato a vivere a pieno questa storia, alla luce del sole, come ha detto lui stesso.
Spero solo che quel sole non mi bruci.

Ben presto Mike torna al nostro tavolo iniziando a servire l'antipasto. Lo vedo chiaramente storcere il naso e poi socchiudere per un attimo gli occhi alla vista della mia mano intrecciata in quella di Alex. Probabilmente è la conferma che cercava: non è solo il mio capo.
Ha ragione, è così ed io non posso e non voglio negarlo. Ma vorrei anche spiegargli che tutti i film che sicuramente si sta facendo in questo momento non corrispondono alla realtà. Non è mai successo nulla tra me e Alex finchè stavo con lui e ho bisogno che lo sappia al più presto.

Mi rendo conto però che non posso interromperlo dal servire la cena e trascinarlo in un angolo di questa immensa ed affollata sala senza attirare sguardi e creargli problemi di lavoro.
Mi costringo quindi per tutta la cena a fingere che Mike sia un cameriere qualsiasi, ripetendomi che a fine seratà ci sarà l'occasione per spiegargli come sono andate realmente le cose.

Mi godo più che posso il cibo delizioso, la musica di sottofondo delicata e rilassante, la compagnia di Alex, del signor Blunt e anche degli altri ospiti seduti al nostro stesso tavolo. Nonostante siano tutti ricchi sfondati, sono anche estremamente alla mano e mi trovo sorprendentemente a mio agio a chiacchierare con loro.

Una volta servita l'ultima portata, un uomo brizzolato vestito con un elegantissimo frac sale sul palco e prende la parola, invitando tutti a servirsi del buffet dei dolci e a prepararci per l'inizio dell'asta di beneficenza.

"Andiamo a prenderci un bel dolce?" Mi chiede Alex alzandosi e tendendomi la mano.

"Solo uno? Già all'ultima cena a cui siamo stati c'era ogni ben di dio e mi hai fatto mangiare una sola fetta di meringata. In pochi secondi, per di più!"

"Ok. Questa volta li prenderemo tutti! Uno per tipo!" Mi trascina verso il tavolo del buffet, facendosi strada tra le persone, afferra un piattino ed inizia a riempirlo.

Profitterol, bignè, dolcetti alla frutta, muffin, cupcake, macaron, sfogliatelle, cannoli, monoporzioni di tiramisù, cheesecake e torta sacher.

"Ma che fai? Esagerato!!!" Non credevo avrebbe preso davvero ogni tipo di dolce presente.

"Tieni questo." Mi porge il primo piattino, ormai stracolmo, e ne afferra un altro pronto a riempire anche quello con fette di torta, monoporzioni e mignon.

Solo una volta percorso tutto il tavolo prendendo di tutto e di più, ormai soddisfatto, si dirige verso i nostri posti a sedere.

"Allora? Da dove cominciamo?" Mi chiede serissimo.

"Tu sei tutto pazzo! Che vergogna! Hai saccheggiato il buffet!" Lo rimprovero seppur col sorriso.

"Dai pulce, non fingere di non essere contenta ora che hai tutta questa roba a disposizione." Parla senza guardarmi, è troppo concentrato a studiare i piatti che ha davanti. "Io partirei con questa." Affonda la forchetta in una fettina di ceescake e me la porta alla bocca in un gesto così intimo e di complicità, che mi imbarazza, soprattutto perchè fatto in mezzo ad altre persone.

In ogni caso non ho intenzione di rifiutare quel boccone di torta. Dischiudo le labbra e assaggio quel dolce a dir poco delizioso. Un attimo dopo, con la stessa forchetta, anche Alex ne mangia un po'.

"Mmm, buonissima. Voto nove. Che dici?"

"Perchè non dieci?" Chiedo, ancora con le papille gustative in piena festa.

"Perchè il dieci non si da mai, è ovvio! Non al primo assaggio quantomeno!" Mi spiega. "Ora proviamo quest'altro."

Utilizzando quell'unica forchetta che abbiamo a disposizione, uno alla volta assaggiamo tutti i dolci di cui Alex si era servito, sotto lo sguardo divertito del signor Blunt e di alcuni altri ospiti della serata.
Ma lo sguardo che sento pesarmi addosso più di tutti è quello di Mike.
È fermo immobile a qualche metro da noi con in mano un vassoio. Per fortuna vuoto perchè non sono certa che riuscirebbe a mantenere in equilibrio nulla, nelle condizioni in cui appare. Non so dire se sia più arrabbiato o deluso. O semplicemente addolorato.

Nonostante io sia razionalmente convinta di non avere colpe nei suoi riguardi, mi sento comunque dispiaciuta e in difetto.
Avrei potuto dirgli subito di Alex, la sera del mio primo giorno di lavoro, spiegargli ogni cosa con sincerità. Dirgli che lo conoscevo già, che ci eravamo frequentati, che mi aveva fatta soffrire.
Avrei anche potuto essere più sincera riguardo ciò che provavo per Mike stesso. Dirgli sin da subito di come il passato continuasse a tormentarmi, che il mio cuore era ancora troppo ferito, la mia mente troppo confusa per riuscire a vivere a pieno la storia con lui.
Avrei dovuto spiegargli che potevamo divertirci insieme, potevamo star bene, ma se lui credeva di potermi far innamorare... bhe, quello poteva rivelarsi complicato.

Ma andiamo, come avrei potuto?
Come avrei potuto cercare di iniziare una nuova storia mettendoci Alex in mezzo sin dal principio?
Come avrei potuto andare avanti con la mia vita senza cercare di lasciarmi alle spalle il passato?
Come avrei potuto essere totalmente sincera con Mike se la prima a cui stavo mentendo era me stessa?









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