Capitolo 46. Meglio un rimorso o un rimpianto?

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Non so che fare. Anzi, non so se fare oppure non fare niente. Se agire o starmene ferma. Se prendere in mano la situazione o lasciare che le cose accadano e basta.
Dire che sono combattuta è riduttivo.
Tra poco il mio cervello andrà in fumo ed io ancora non avrò preso una decisione.

Ho questo tarlo che mi sta torturando da ore: se davvero Alex mi avesse lasciata per qualche motivo che non dipende da lui? Se davvero non voleva farlo ma ne è stato costretto? Se qualcuno lo stesse ricattando o minacciando?
Sembra assurdo eppure è una possibilità che, soprattutto dopo la chiamata di Cora, non mi sento di escludere.
Ma sapere cosa c'è sotto a questa storia cambierebbe qualcosa? E se poi scoprissi che sotto non c'è proprio niente?
Vorrei parlare con Alex per avere spiegazioni, per sapere la verità, ma ho paura di scoprire che la verità in realtà ce l'avevo già in tasca, anche se era la più semplice e dolorosa possibile.

"Penny, aiutami. Lo chiamo o no?" Da quando è tornata dall'università la sto tediando con questa domanda a cui lei si ostina a non dare risposta.

"Devi sapere tu cosa è meglio per te."

"Ma io non lo so!" Mi lamento.

"Meglio un rimorso o un rimpianto?" Si decide a chiedermi dopo che abbiamo cenato con un mega amburgher che ha preso da un food truck itinerante che ogni lunedì si piazza vicino alla sua facoltà.

"Nessuno dei due?"

"Si, grazie al caz! Ma dovendo scegliere, cosa sopporteresti meglio?"

"Dovendo proprio scegliere credo sopporterei meglio un rimorso, almeno vuol dire che ci ho provato. Un rimpianto credo mi corroderebbe l'anima col passare del tempo."

"Ecco, ti sei risposta da sola. Se non vuoi avere per sempre il rimpianto di non averci provato forse è il caso che lo chiami. Detto fuori dai denti, cosa rischi cercandolo per un chiarimento? Di star male se ti rifiuta? Se ti conferma di non voler più stare con te? Sinceramente non credo tu possa stare peggio di così. Hai un aspetto terribile."

"Grazie Penny, confortante come sempre." Le dico strizzando il naso in una smorfia.
"Comunque pensi tu abbia ragione. Non ho poi molto da perdere." Sapevo che alla fine, in qualche modo, la mia migliore amica mi sarebbe stata d'aiuto.

"Quindi? Dai, chiamalo." Mi sprona.

"Ora?" Sento l'ansia aumentare.

"No, tra un'anno! Se la decisione è presa non ha senso aspettare."

Giusto, non ha senso aspettare.
Mentre afferro il telefono però sento un'agitazione che mi fa quasi tremare le mani.
Cosa gli dico? Che voglio una spiegazione? Che non credo mi abbia lasciata per una sua scelta?
Trovo il suo numero tra le chiamate recenti e senza pensare troppo ci premo su, avviando la chiamata.
Dovrei dirgli che non riesco a stare senza di lui? Eh no! Dignità per favore. Non serve parlare di me, il discorso dovrà concentrarsi su di lui.
Il telefono dall'altro lato ha già fatto quattro squilli e ancora Alex non risponde.
Devo mostrarmi forte, sicura di me ed esigere solo un chiarimento sui motivi della sua scelta. Ce la posso fare.

Mi sento davvero pronta ad affrontare questa conversazione con Alex quando il telefono smette di suonare e si attiva la segreteria. Chiudo la chiamata.

"E ora?" Chiedo a Penny.

"Bhe, aspettiamo?"

"Ma come? Non ha senso aspettare, l'hai detto tu. E poi non credo mi richiamerà mai."

"Quindi? Vuoi lasciargli un messaggio?"

Ci penso un attimo, indecisa.

"Mmm, no, direi di no. Voglio andare da lui, ci parlerò faccia a faccia. Voglio guardarlo negli occhi mentre mi da una spiegazione." Le dico sentendo crescere in me un coraggio che non credevo nemmeno di avere.
Senza indugiare mi alzo in piedi con l'intenzione di andare in camera mia a vestirmi.

"Che fai?" Penny mi segue.

"Vado da lui."

"Ora?"

"No, tra un'anno!" Sembra che le posizioni si siano capovolte. Adesso è lei quella incerta mentre io non ho più alcun dubbio su ciò che devo fare.

"Ok. Ti accompagno." Si riscuote alla svelta e corre anche lei nella sua stanza per darsi una sistemata veloce.

Nemmeno quindici minuti dopo siamo in auto diretti verso casa di Alex. In realtà non ho idea se lui si trovi effettivamente a casa ma è senza dubbio il primo posto in cui devo controllare, il più probabile.

Durante il tragitto sento aumentare sempre più la mia ansia. Raggiunge livelli da record quando, ormai davanti al suo portoncino, premo il tasto del campanello.

Per un attimo penso alla possibilità di trovarlo già a consolarsi con qualche bella ragazza. L'Alex di un tempo sicuramente l'avrebbe fatto ma il nuovo Alex che ho conosciuto in quest'ultimo periodo non credo, non dopo soli tre giorni che ci siamo lasciati.
Proprio perchè non lo credo capace di una cosa del genere però, se dovesse capitare, ci rimarrei uno schifo.

Dopo un paio di minuti suono di nuovo, impaziente, ma ben presto mi devo arrendere. Non è a casa.
Merda.

Torno in auto delusa.

"Non c'è."

"Che facciamo quindi?"

Ci penso un attimo. Non mi va di arrendermi ora che avevo trovato il coraggio di affrontarlo. Metti che poi non lo ritrovo più?
Dove potrebbe essere? Dove posso cercarlo?

"Al pub, quello che frequenta spesso. Proviamo a vedere se è là, altrimenti ce ne torniamo a casa, che non posso impaziere dietro a lui." Sentenzio.

Penny rimette in moto l'auto e dopo un breve tragitto si ferma davanti l'ingresso del pub in cui sono stata nemmeno dieci giorni fa, dopo le terme.

"Inizia ad entrare, io parcheggio la macchina e ti raggiungo." Mi invita Penny.

Nonappena oltrepasso l'ingresso mi rendo conto che il clima è molto diverso dalla volta precedente: la musica ha un volume più basso e il locale è decisamente meno affollato. Del resto è lunedì sera, è già tanto che non l'abbia trovato chiuso.

Mantenendomi in disparte, per non dare nell'occhio, inizio a guardare i presenti nella speranza di vedere la fonte dei miei scleri mentali ed emotivi, anche se inizio a sentirmi un po' demotivata. La carica che avevo poco fa se ne sta andando pian piano ed inizio a chiedermi cosa accidenti sto facendo. Davvero credo di trovarlo così facilmente? Se non è a casa potrebbe essere ovunque.

Non lo vedo tra i pochi clienti al bancone ne tra quelli seduti ai tavoli. Dato che ormai sono qua, però, decido di far le cose per bene: faccio un giro veloce del locale controllando anche i tavoli più appartati e, per sicurezza, decido di dare uno sguardo anche nel corridoio dove si trovano i bagni.

Sto svoltando l'angolo che porta alle toilette quando vado a sbattere contro qualcuno che arrivava dalla direzione opposta.

Sollevo lo sguardo, pensando tra me e me che se mi sono schiantata proprio contro Alex sono la persona più sfortunata del mondo. O più fortunata?In fondo lo stavo cercando.

Gli occhi che incontro però non sono i profondi pozzi blu che tanto amo. Ma non sono nemmeno totalmente estranei: io questo ragazzo devo averlo già visto da qualche parte, anche se sul momento non ricordo dove.
Anche lui sembra essersi accorto di avermi già incontrata e, a giudicare dal luccichio che ben presto compare nel suo sguardo, deve aver capito anche dove.

Prima che mi renda conto di cosa stia succedendo mi afferra per un braccio e mi trascina oltre una porticina con scritto "privato" chiudendola alle sue spalle.

Il mio cuore inizia a battere forte per la preoccupazione e la paura.














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