Capitolo 19. Nuovo inizio.

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"Non serviva stessi a casa con me, potevi uscire con Dave, andare a divertirti, è pur sempre sabato."

"Hai finito di ripeterlo? Sono dove voglio stare." Controbatte Penny svuotando la borsa che ci siamo fatte recapitare dal McDonald's dietro l'angolo.
"Abbuffarci di schifezze fino a scoppiare è ciò che ci serve stasera."

Oggi pomeriggio c'è stato il funerale di mia madre, una cerimonia molto intima, non eravamo più di dieci persone compreso il sacerdote.
Del resto non avevamo parenti in vita e lei ha sempre avuto solo un'amica che tra l'altro non sentiva da molto tempo, da ancor prima che si trasferisse all'istituto. I presenti erano i miei amici: Penny e Dave, Alex, Cora, Amy e Grace, Mike... praticamente erano tutti li per me, nessuno per lei. Che cosa triste.

Ora che è tutto finito, so che è brutto da dire, ma mi sento sollevata.

Da quando è stata male non ho fatto altro che aspettare. Aspettare che migliorasse... o peggiorasse. Aspettare che riaprisse gli occhi... o avesse una nuova crisi. Tutta questa incertezza mi rendeva inquieta, agitata ed ansiosa.

Il giorno in cui è morta invece ho iniziato a sentirmi in colpa.
Innanzitutto perchè - in una certa misura - avevo sperato in questo epilogo: volevo smettesse di soffrire e che smettesse di far soffrire anche me.
In secondo luogo perchè non stavo provando quel dolore lancinante che tutti si aspetterebbero da una figlia. Una parte di me era quasi contenta che le cose fossero andate in questo modo.

Ora che mi sono lasciata alle spalle anche il funerale mi sento un po' meglio. È andata come è andata e non posso farci niente, è inutile rimuginare su quel che è stato, sul come e sul perchè, posso solo andare avanti.

Forse il mio sollievo è anche legato al fatto che mi sono finalmente decisa a mollare Mike.
Dopo il rito funebre mi ha placcata e mi ha fatto le condoglianze, non ha chiesto nulla di noi ma gli leggevo nello sguardo che era preoccupato e voleva capire cosa mi stava succedendo. Io stessa sentivo il bisogno di chiarire la situazione una volta per tutte così mi sono decisa a parlargli.
È stato un po' strano farlo nascosti in un angolino del cimitero ma non potevo davvero aspettare oltre.
Ovviamente non l'ha presa bene, ha cercato di convincermi a cambiare idea, ha chiesto anche se avessi un altro - evidentemente pensava ad Alex - ma gli ho spegato che il problema sono semplicemente io, il che non è del tutto la verità ma nemmeno una bugia.

Ora mi sento più leggera. Da qui inizierò a scrivere un nuovo capitolo della mia vita e spero con tutto il cuore che sarà giusto un po' più sereno e spensierato dei precedenti.
Sarà un nuovo inizio.

Io e Penny decidiamo di cenare sul tavolino dal salotto mentre guardiamo la tv. La mia amica è particolarmente brava a tenermi occupata abbastanza da non lasciar vagare i miei pensieri. Mi parla di cose sciocche, divertenti, mi strappa più volte una sincera risata.
Dopo aver mangiato scegliamo su Netflix un film comico da guardare e non appena finisce decido di andare a dormire. È indubbiamente presto per un sabato sera e mi spiace che anche Penny si sia rovinata la serata ma ci rifaremo presto.
Oggi è un giorno così.

Mi sto rigirando nel letto da meno di cinque minuti quando sento il cellulare vibrare sul comodino. Lo afferro e vedo un messaggio da un numero sconosciuto.

"Sei sveglia?"

"Chi sei?" Chiedo.

"Dovevo immaginarlo che avessi cancellato il mio numero."

Un sospetto si insinua in me ma è talmente assurdo possa essere lui che non ci voglio credere.

"Reb? Sono Alex." Conferma dopo un paio di minuti in cui non rispondevo.

"E tu invece come mai hai ancora il mio numero?" Sento il cuore battere più forte del dovuto.

"L'ho preso dal tuo curriculum in ufficio. Ti ho salvata come "Segretaria White"."

Per Sempre CosìWhere stories live. Discover now