capitolo 8

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Le sedici del giorno dopo erano appena scattate sull'orologio che aveva comprato nella pausa pranzo e aveva appeso sopra la porta del suo ufficio.

Per fortuna quando entrò nell'ufficio della Parkinson non trovò Draco che lo salutava.

"Harry! Come stai?" gli chiese la direttrice stringendoli la mano.

"Finalmente siamo colleghi di lavoro..." esclamò lei contenta.

"Già... aspettavo questo momento da tanto" rispose Harry orgoglioso.

"Potter!" sentì chiamarlo una voce rauca da infondo la stanza.

"Sembra ti chiamino... vai pure" gli diede dei colpi alla spalla la direttrice.

"Certo" fece un finto sorriso Harry.

Non voleva parlare per nulla al mondo con Draco Malfoy.

Si voltò verso di lui e vide che gli teneva il posto tenendo la mano poggiata sulla sedia di fianco alla sua.

'Non ci credo' pensò tra se e se Harry.

"Ti ho tenuto il posto...  sei l'unica persona che conosco..." spiegò Malfoy.

Harry si sedette vicino a lui e sorrise. Un sorriso sforzato perché là proprio era l'ultimo posto in cui avrebbe voluto sedersi in tutta la vita.

Per fortuna la direttrice cominciò a parlare a vanvera senza mai fermarsi presentando i vecchi Auror in modo da non lasciare il tempo a Draco di parlare con Harry.

Dopo che tutte le presentazioni furono fatte la signorina Parkinson distribuì a tutti dei deliziosi dolcetti mentre chiacchieravano appassionatamente.

Harry conversava con un ragazzo giovane di 32 anni che faceva l'auror da cinque anni. Era davvero gentile e simpatico. Gli stava raccontando la buffa storia (che in realtà non divertiva Harry per niente) di come riuscì a passare agli esami del settimo anno ad Hogwarts senza aver studiato, quando qualcuno gli interruppe.

"Scusatemi... Potter... potrei parlarti un secondo?" chiese Draco poggiandogli una mano piena di anelli argento sulla spalla facendo venire la pelle d'oca a Harry.

"Certo certo! Finirò di raccontarti la storia un altro giorno... è stato un piacere conoscerti!" disse il ragazzo salutandoli.

Harry fu grato a Draco per un secondo, lo aveva salvato da quella noiosissima storiella di cui già non ricordava nulla.

"Dimmi..." incoraggiò Draco che lo guardava soltanto senza muovere muscolo.

"Si... ecco... so che non abbiamo dei trascorsi molto belli... ma vorrei rimediare. Ti va una cena a casa mia? So che può sembrare strano ma sono davvero bravo a cucinare..."

"Ehm... ok" rispose Harry preso dal panico. Da un lato non voleva affatto andarci ma dall'altro la curiosità di sapere di più di Draco lo attirava.

"Perfetto. Ti invio le indicazioni di casa mia con la bacheca... ora devo scappare" sorrise Draco e salutò Harry.

Ansioso di scoprire perché Draco non avesse un elfo domestico e cucinava lui e di scoprire dove viveva, Harry scappò nel suo ufficio.

Guardò la bacheca senza distogliere lo sguardo da essa e appena un foglio apparve si fiondò a prenderlo.

Se per te va bene puoi venire anche a casa mia sta sera, per me non è un problema. Basta che mi dici qual è il tuo piatto preferito. Se vuoi venire per le sette sarebbe perfetto, abito in via Downcity n. 34 di Londra, già è una casa babbana. Aspetto una risposta...

Draco

Era rimasto allibito Harry dal fatto che abitasse in una casa babbana dopo tutto il male che aveva augurato a Hermione solo perché era nata babbana. Per non parlare del fatto che era diventato un mangiamorte e sembrava fiero di esserlo.

Ma Harry voleva sapere dove era stato gli anni precedenti e perché diamine avrebbe dovuto abitare in mezzo ai babbani uno come Draco.

Così accetto e scrisse un biglietto a Draco.

Alle sette di sta sera è perfetto... ci vediamo dopo allora. Il mio piatto preferito sono le verdure grigliate e il pollo arrosto comunque...

Harry

Prese il figlio e lo poggiò sulla bacheca tenendolo fermo con la bacchetta.

"Draco Malfoy" disse è il biglietto sparì.

Il battito di Harry era aumentato. Aveva un po' di ansia. Le uniche persone da cui era andato a cena erano Ron e Hermione o Luna negli ultimi anni. E una cena con Draco Malfoy non gli era mai passata per le mente.

Alle 18 si materializzò a casa, appena finito il turno di lavoro.

"Zio!" lo salutò subito Teddy abbracciandolo.
"Ciao tesoro" lo salutò Harry curvando le labbra in un enorme sorriso.

"Come è andata oggi?" chiese Ginny che era appena arrivata davanti al camino.

"Bene... ho pure una cena con un collega, quindi mi preparo velocemente e corro via perché abita nel mondo babbano" spiegò Harry di fretta correndo verso il secondo piano.

"Voi come è andata oggi?" gridò dal piano di sopra mentre si cambiava vestiti.

"Bene! Ho un nuovo cliente!" rispose Ginny. Creava gioielli con pietre particolari e dipingeva. Aveva aperto un negozio a Diagon Alley insieme a Luna, la sua migliore amica.

"Io ho preso 10 a scienze!" gridò Teddy gioioso.

In bagno Harry nel frattempo non sapeva se mettere il profumo o meno. Se lo mise lo stesso alla fine e salutò tutti con un grande "Ciao" per poi materializzarsi dentro Grimmauld Place. L'unico posto babbano che conosceva.

Era destro dentro e ancora tutto sporco. Esattamente come lo aveva lasciato durante la guerra. Uscì da lì e si diresse verso la casa di Draco in base alle indicazioni e chiedendo ai passanti.

Arrivò giusto alle 19:00 in punto davanti la presunta casa. Guardò il campanello. C'era scritto: Draco Malfoy. La casa era quella.

Harry fece un lungo respiro e suonò il campanello. Era una casetta a due piani non molto grande ma aveva un bel giardino.

Il cancelletto si aprì e Harry varcò la soglia. Un grande cane nero gli corse in contro facendogli le feste. Per un momento gli sembrò Sirius.

"Ciao bello..." gli accarezzò il muso cercando di alleviare l'ansia.

"Bella... si chiama Willow..." disse quella voce rauca che faceva contorcere la gola a Harry.

Harry gli sorrise imbarazzato e Draco lo invitò ad entrare.

AUROR || drarryWhere stories live. Discover now