Capitolo 1

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Isabella

Il mio ufficio risiede al terzo piano della villa. Inizialmente era al piano terra, facilmente raggiungibile, ma dopo la morte di mio padre, ho deciso di spostarlo nell'unica stanza di questo piano. Ciò vuol dire privacy assoluta e più tempo per arrivarci. Non che mi aspetti qualche agguato. In queste mura siamo al sicuro, considerando le numerose telecamere e gli omoni che ispezionano e sorvegliano ogni angolo della casa. Dato che stiamo parlando, per l'appunto, di una villa di tre piani con annessa piscina all'aperto, campo da tennis, sauna, palestra e tutti i comfort possibili e inimmaginabili, si può solo immaginare di quanti uomini della sicurezza io abbia bisogno. Non mi crogiolo nella sicurezza più assoluta, però. Una delle prime direttive pervenute da papà è stata proprio quella di non abbassare mai la guardia, ma posso dire che sono al riparo quanto basta. La villa è fornita anche di una stanza antipanico, utilizzabile per un nascondiglio nel momento del bisogno. È una parte dell'abitazione che non è stata disegnata nella planimetria e che solo noi sorelle e pochi uomini della sicurezza ne conoscono l'esistenza.

Sento bussare la porta e Dimitri, mio uomo di fiducia, annuncia mia sorella Persefone.

"Ti rendi conto che sono tua sorella, si? E non un criminale pronto a saltarti alla gola. Dovrei entrare nel tuo ufficio come mi pare e piace e non aspettare che il tuo damerino mi annunci".

Persefone lancia un sorrisetto alla guardia, che non si scompone. Lui è un veterano di questa famiglia, ha assistito ai nostri prima passi, ha visto mia madre cambiarci i pannolini, e ha insegnato a me e alle mie sorelle a mirare e sparare. Prima di diventare la mia guardia personale, lo era di mio padre. Fortunatamente non si trovava sull'aereo con lui quell'unica volta, a causa di un compito che doveva svolgere. Dimitri non copre solo il ruolo di guardia del corpo personale, ma anche di consigliere. Ha vissuto mio padre, standogli fedelmente accanto. È una persona leale e integra. Ex corpo speciale, è stato congedato e subito preso sotto l'ala Rodriguez. Nonostante i suoi quarant'anni pieni, ha il fascino del tenebroso e tutte le donne, di qualsiasi età, cadono ai suoi piedi.

"Persefone, non disturbar il can che dorme", le rifila Dimitri.

Permettiamo solo a lui questa confidenza nel parlare. È, appunto, di famiglia.

"Cosa posso fare per te, mia dolce sorellina?" richiamo la sua attenzione. Il tempo a mia disposizione è sempre più limitato. Troppe sono le cose da fare e le ore del giorno sembrano non bastare mai.

"Nulla di ché, in verità. Sono passata per dirti che oggi starò tutto il giorno fuori. Il detective Cox mi ha informata che il narcotrafficante che stavamo cercando ha lasciato delle tracce, quindi vado da lui per approfondire la questione".

Alzo lo sguardo dai miei fogli e la guardo per bene. Persefone ha quella bellezza che ammalia se la stai a guardare un secondo in più.

"E ti serve tutto il giorno per questa faccenda?" alzo il sopracciglio con fare indagatore.

"Non guardarmi così. So benissimo a cosa vuoi andare a parare. Si, mi serve tutta la giornata perché per quanto io possa essere brava nello scovare la gente, mi serve comunque del tempo. Soprattutto se da trovare è gente esperta nello sparire".

"Mh, capisco. Quindi mi stai dicendo che non c'entra assolutamente nulla il bel faccino e il corpo statuario del detective".

Persefone fa un mezzo sorriso con la bocca e alza gli occhi al cielo.

Non voglio tenere in gabbia le mie sorelle, né mi permetto di dare loro orari o regole. Semplicemente, quando escono da queste mura mi devono dire con chi vanno, dove vanno e perché stanno andando, così che io sia sempre a conoscenza di tutto e mi possa muovere di conseguenza, in caso di bisogno.

"Di un bel faccino e di un corpo statuario ne è piena la villa, sorella. Un esempio è proprio il bel peperino qui dietro".

Dimitri soffoca una risata, lanciandomi uno sguardo pieno di comprensione. Che gatta da pelare mi ritrovo come sorella. Fosse l'unica!

"Hai l'età giusta per capire come sfruttare meglio il tuo tempo, e con chi. Quindi vai dove devi andare. Vola pure, libellula. Rincasa però per cena, ho delle comunicazioni importanti da darvi".

Dimitri e Persefone drizzano la schiena e le orecchie.

La prima a parlare è lei.

"Comunicazioni importanti? L'ultima volta che hai usato questo termine, è quando ci hai informato dell'incidente di mamma e papà".

Un'ombra scura passa per il viso di mia sorella, e il mio cuore si stringe. Della perdita dei nostri genitori ne stiamo affrontando ancora il dolore.

"Non è morto nessuno di cui ti debba importare, se è questo quello che pensi. Sono solo comunicazioni di routine, di cui vi devo parlare. Non angosciarti".

Vedo rilassare le spalle. Azione che non compie, però, Dimitri. Vecchia volpe. Deve aver captato l'ansia nelle mie parole.

"D'accordo, sarò a casa per cena. Buona giornata Bella" mi saluta, mentre sculetta verso l'uscita e fa l'occhiolino a Dimitri.

Una volta chiusa la porta, mi accascio sulla sedia. Anzi, proprio per essere sinceri, sulla poltrona. Una poltrona da milioni di dollari, degna del culo del Presidente degli Stati Uniti. Peccato che su questo affare, è il mio culo ad esserci seduto.

Guardo Dimitri avanzare verso la scrivania e sedersi sulla sedia esattamente di fronte a me. Non intercetta subito il mio sguardo. Lascia divagare gli occhi sulla finestra dietro di me, osservando il panorama. La villa erge in una periferia di New York, circondata da alberi e da un giardino che conta più ettari.

"Allora, Bella" inizia a dire, inchiodandomi con lo sguardo, "me ne vuoi parlare ora?".

Mi alzo dalla sedia, e mi dirigo verso l'angolo bar fornito dai più costosi e antichi whisky trovati sul mercato. Riempio due bicchieri e ne porgo uno a Dimitri che accetta, ringraziandomi.

"Due giorni fa mi ha chiamato il detective Price. Il locale a Manhattan, il Lux, è stato raso quasi al suolo all'interno. Hanno distrutto qualsiasi cosa trovassero a tiro. Praticamente è tutto da rifare. L'esterno del locale è stato imbrattato di sangue animale, presumibilmente di maiale, e un foglietto è stato attaccato alla porta".

Dimitri mi ascolta attentamente, non perdendosi alcun particolare.

Abbiamo molti locali e appartamenti di nostra proprietà. Ma il Lux è il principale e il più importante di tutti. È stato il primo locale costruito da mio padre e, dedicato a mia madre. Abbiamo un legame sentimentale a questa proprietà e gli usurpatori lo sapevano.

"Una minaccia?".

"Peggio. Un ultimatum".

"Sai già da parte di chi?".

Annuisco. Dimitri aspetta che glielo dica, nel mentre temporeggio.

Quando mio padre era ancora vivo, nessuno si era permesso di intralciare la sua ascesa. Solo una Famiglia si mise contro di lui. Una Famiglia di tutto rispetto. Per anni hanno fatto guerra al nostro impero e per anni mio padre li ha soffocati. Con la morte del capo famiglia, pensavamo che la lotta si sarebbe conclusa e gli anni dopo di silenzio non hanno fatto che confermare questa ipotesi. Fino a due giorni fa.

"Bella, sono paziente, ma fino ad un certo punto".

Sul mio volto compare un sorriso amaro, e la mia bocca pronuncia l'unico nome che faceva irrigidire mio padre e incendiare mia madre.

"Lions".

"Sono tornati".

D'Amore e D'Odio Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt