Capitolo 15

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Alexander

Sono passati due giorni dall'ultimo incontro con Isabella. Due giorni pieni di rimorsi, ripensamenti, timore di aver preso la scelta sbagliata. Alla fine, aiutato anche dai miei fratelli, sono giunto alla conclusione che non esistevano alternative. Per una vittoria assicurata, bisognava travestirsi da agnellini.

E così, ci ritroviamo seduti ad un tavolo rotondo nello studio dei nostri avvocati, a firmare il contratto ricevuto dai legali delle Rodríguez. I nostri l'hanno letto per filo e per segno, cercando qualche appiglio a cui aggrapparci per fare una sorta di "ricorso" ma niente, è puro e immacolato, quanto un contratto con la mafia possa esserlo. Siamo vincolati a loro, in tutto e per tutto. Firmando questi fogli è come condannarci alla schiavitù, ma a modo nostro.

"Sei pensieroso, fratello". Enea mi si affianca, accendendosi una sigaretta.

"Faccio mente locale degli anni trascorsi ad odiare la famiglia Rodríguez, e guardaci adesso. Siamo anche noi sulle loro buste paga".

Tancredi ed Eros escono dalla porta a vetri, raggiungendoci. L'umore di tutti è altalenante. Da una parte siamo orgogliosi del piano che stiamo portando avanti; dall'altra ci rendiamo conto che potrebbe andare tutto in fumo.

"Chissà che pensa nostro padre, in questo momento".

"Non credo che dall'inferno possa ancora dettare legge sulle nostre decisioni".

Nonostante Eros abbia trascorso meno tempo, rispetto a noi altri, con nostro padre, ha subìto comunque l'ira della sua crudeltà e del suo bisogno di potere.

"Torniamo a casa".

Isabella non lascia i meandri della mia mente, e mentirei se dicessi che il suo pensiero è legato solo ad una questione lavorativa. La verità è che quando l'ho vista entrare da quella porta, mentre io l'aspettavo in soggiorno, ho assistito ad uno spettacolo da togliere il fiato.

Il suo lungo vestito color panna le scendeva sul corpo come seta; la carnagione olivastra illuminata dal sole e i suoi occhi lucenti che non lasciavano i miei. Quando mi ha salutato, ho ringraziato il mio avere sempre la risposta pronta, altrimenti non sarei riuscito a formulare una frase diversa dal 'sei una cazzo di dea'. So per certo si sia resa conto della mia attrazione nei suoi confronti, e la cosa non mi dispiace. Senza volerlo ho creato un terreno fertile, dove poter piantare i metodi di corteggiamento e son sicuro di poter far germogliare grandi cose. L'unico cavillo che devo affrontare, però, è quell'omone che non le lascia aria. Dimitri.
Come i miei, i suoi occhi sono sempre su Isabella. Tancredi mi ha informato che non è il suo uomo come pensavo, bensì la sua guardia del corpo, e ancor prima, la guardia del corpo di suo padre Alvaro. Tra i due c'è un rapporto quasi fraterno, o paterno direi, data l'età dell'uomo, ma riconosco l'interesse nello sguardo di Dimitri, e non è puramente amichevole. Quell'uomo la vuole. Fortunatamente per me, non ho colto malizia in quello di Isabella, e questo mi ha rincuorato. Ma Dimitri è comunque un avversario, un nemico da estirpare. La sua sola presenza potrebbe minare il mio piano, e le cose non devono andare così.

Sarà difficile per me farlo allontanare dalla sua dolce fanciulla, ma ci devo provare. Non subito, non voglio creare sospetti, ma come un predatore fa con la sua preda, attenderò il momento giusto, quello vulnerabile, e in un nano secondo scatterò, mirando alla gola.

L'unico uomo che Isabella guarderà, sarò io. L'unico uomo che Isabella penserà, sarò io. L'unico uomo che Isabella vorrà, sarò io.

E l'unico uomo che Isabella amerà, indovinate, sarò proprio io.

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