Capitolo 10

5.8K 206 3
                                    

Isabella

Mi incammino verso l'uomo che non ha mai tolto i suoi occhi dal mio corpo. Muovo i fianchi in modo sensuale, stuzzico la sua libido, insceno una camminata provocante. Non so neanche io perché lo sto facendo. Non dovrei cercare di sedurre il mio nemico, e il mio cervello per giustificare questi comportamenti mi suggerisce che persuadere e conquistare fanno parte delle armi di battaglia.

In guerra e in amore tutto è lecito.

Lo raggiungo e lo squadro per bene. Lui non ha cercato di nascondere il luccichio dello sguardo mentre mi guardava, ed io gli riservo la stessa premura.
Un corpo possente rivestito di tessuto. Torace largo e ben piazzato, vita non troppo stretta e braccia muscolose. Mani curate, con qualche anello di argento alle dita. Riconosco lo stemma del Leone sull'anulare sinistro.
Come si dice? Sposato con il lavoro.
Occhi neri e labbra carnose. Mascella da mordere, collo da baciare.
Alexander è un bellissimo uomo, neanche trentenne. Nonostante questo, il suo sguardo è maturo, forte, glaciale. Sensuale.

"Ti piace quel che vedi?".

Un sorriso sfrontato si propaga sul suo bel viso da diavolo.

"Dipende. È tutto ciò che offri?".

"È tutto ciò che non avrai mai".

Incastro i miei occhi nei suoi, e percepisco divertimento. Lui mi vuole ed io lo voglio. Lo so io e lo sa lui. Con questa frase ha aperto un giochetto perverso, ed io sono una a cui le sfide eccitano.

"Mai è un tempo molto lungo, Alexander. Sei sicuro di quanto detto?"

I suoi occhi si posano sulle mie labbra. Le pupille dilatate e il fiato corto non fanno che confermare le mie supposizioni. Questo uomo mi desidera.
Pochi attimi di silenzio tra di noi, riempiti da una musica lenta e struggente che fa calare il silenzio in tutta la sala.

"Balla con me".

Mi irrigidisco non tanto per la proposta, quanto per il pensiero che i nostri corpi starebbero attaccati.

"Ho paura per i miei piedi".

"I tuoi piedi?"

Che cazzo di problemi hai Isabella?

"Me li calpesteresti".

Alexander mi guarda con fare divertito.

"Non sottovalutarmi. So essere un grande ballerino con la donna giusta".

"Questo non mi rincuora. Perché io non lo sono".

"Scopriamolo".

Non mi da il tempo di rispondere. Mi prende la mano e mi conduce in mezzo alla sala. Incontro lo sguardo delle mie sorelle, notando i loro occhi sgranati. Gli occhi di Dimitri, invece sono cupi. La mascella è rigida. È arrabbiato, o preoccupato. Non riesco a capirlo.
Alexander percorre il tragitto dei miei occhi, soffermandosi su Dimitri. Mi prende la vita con fare possessivo, stringendomi a sé.

"Allora? È il tuo uomo?"

La sua vicinanza non mi fa bene. O almeno, non come dovrebbe. Sento il suo profumo maschile racchiudermi. La sua mascolinità accarezzare il mio corpo. Cerco di darmi un tono. Non sono mai voluta essere la solita donnetta che si lascia incantare da un bel ragazzo qualunque.

"Parli di Dimitri?".

Mi sono accorta del gesto di possessività quando ha visto gli occhi della mia guardia del corpo. Uomini. Marcano il territorio come se fosse veramente  il loro.

"Parlo del vecchietto che mi ucciderebbe con un'occhiata se potesse".

Lascio un colpetto sulla spalla destra per il commento.

"Non è un vecchietto. Ha quarant'anni".

"Non hai risposto alla mia domanda".

"Perché ti interessa?"

"Perché non rispondi?"

"Non vedo come tu debba sapere i fatti miei".

"Quindi è il tuo uomo. Che delusione. Fossi la mia donna, col cazzo che ballavi nelle braccia di un altro uomo".

"Non sono tutti cavernicoli come te".

"Non sono tutti cavernicoli gne gne gne".

Mi scappa una risata per la sua faccia risentita. Quando vuole, sa essere divertente. Un'altra delle cose che ho scoperto di questo uomo. A parte il suo ego spropositato.
Alzo di nuovo lo sguardo, e lo vedo fissarmi. Gli occhi dilatati e le labbra schiuse.

"Cosa c'è?".

Alexander mi fissa, aggrottando le sopracciglia. Si ridesta dai suoi pensieri, passandosi la mano sul volto.

"Nulla. Il ballo è finito, vai pure dal tuo fidanzato".

Si congeda così. Lasciandomi sola in mezzo alla sala. Gli occhi di tutti gli ospiti sono puntati su di me, ma io non riesco a distogliere lo sguardo dal punto in cui era Alexander. Che diavolo gli è preso?

Astrid mi si affianca, riscuotendomi.

"Ora mi spieghi cosa diamine ho appena visto".

Mi ritrovo a pensare a mille motivazioni, ma neanche una mi accontenta.

"Non lo so neanche io Astrid, non lo so neanche io".

D'Amore e D'Odio Where stories live. Discover now