Capitolo 21

5.5K 155 0
                                    

Alexander

Quando ho ricevuto la conferma di partecipazione per la cena a casa di Isabella, ammetto che ero un po' titubante. Non la vedevo né sentivo da una settimana ed è il periodo più lungo in cui non ci siamo parlati, da quando le nostre strade si sono incrociate. Alla fine, ho deciso di accettare e partecipare alla serata. D'altronde conoscerò la restante cerchia della famiglia Rodríguez, o buona parte. Ampliare il proprio raggio d'affari è sempre ottimo, soprattutto per quelli che, come noi, si vogliono far da sé.

Così, nel mio elegante abito di alta sartoria, percorro il giardino di casa Rodríguez, accompagnato dai miei fratelli.

"Che villa", commenta uno.

"E che lusso", continua l'altro.

Ho avuto anche io questi pensieri la prima volta, poi sono stato troppo occupato a battibeccare con il personale per godermi l'eleganza e il potere che emana questa struttura.

"Ora che varcheremo quella porta, ci saranno uomini e aggeggi a cui ci dovremo sottoporre. Non vi inalterate o opponete, perché l'unica risposta che avrete sarà un calcio in culo".

I miei fratelli si guardano straniti e divertiti, ma non ribattono.

Arrivati all'ingresso, quattro uomini ci ispezionano, togliendoci tutte le armi e accatastandole in un recipiente. Dopo che anche Eros è stato svezzato dalla sua ultima pistola, avanziamo di qualche passo, dove una Persefone divertita, e straordinariamente bella, ci aspetta.

Indossa un lungo vestito nero, leggermente scollato sul davanti. Il viso truccato ad arte e i capelli legati dietro. Mi giro verso Tancredi, che è fermo, inerme, piantato con i piedi al pavimento. Non le stacca gli occhi di dosso, e Persefone lo nota. Quella impertinente gli fa un occhiolino e potrei scommetterci la vita che a Tancredi è diventato duro in un nano secondo.

Tossicchio per richiamare la sua attenzione, ma mi ci vuole molto di più di una semplice tosse per fargli togliere gli occhi dalla ragazza.

"Persefone, è sempre un piacere ritrovarti accanto a questo aggeggio, che mi aspetti", la saluto, falsamente.

"Alexander, è sempre un piacere ricordarti che al contrario tuo, attaccata alla coscia ho un'arma carica, che ti aspetta", risponde con un ghigno.

Perfida come la sorella.

Uno ad uno passiamo sotto quello aggeggio, che questa volta non rivela nulla. Tancredi si ferma a parlare, come immaginavo, con Persefone, aiutandola con gli altri ospiti. Io, Eros ed Enea invece veniamo scortati nella sala da pranzo.

E che, sala da pranzo! Cazzo, solo questa stanza sembra una reggia! Lampadari, un lungo tavolo e ricchezza su tutti i muri e in tutti gli angoli.

Eros si avvicina al mio orecchio, sorpreso quanto me.

"Se le posate sono di oro, giuro che me ne vado".

Sorrido della sua affermazione, mentre mi guardo intorno. La sala è piena di persone che ci guardano curiose e parlottano tra di loro. In lontananza vedo Astrid e Odette dialogare con alcuni uomini che pendono dalle loro labbra. Come non potrebbero? Sento i respiri di Enea ed Eros farsi insistenti, segno che le stanno guardando. Entrambe strette in un lungo vestito con una scollatura che risalta il loro seno. Astrid è la venere nera, con i capelli portati dietro e le labbra rosso sangue. Odette, invece, sembra un angelo puro nel suo abito bianco, e lo sguardo innocente non fa che accentuare la sua purezza. È giovane e bellissima, ma ho imparato che non bisogna sottovalutarla per questo.

Manca però, la principale. La donna che mi ha dannato e condannato alle pene dell'inferno. Manca la mia Regina.

Dopo pochi attimi di rumorii e bisbigli, nella stanza cala il silenzio. Tutti gli occhi si soffermano sulla grande e lunga scalinata che si intravede dalla sala. Noto Astrid, Odette e Persefone farsi avanti, raggiungendo la porta da dove siamo entrati. Enea ed Eros hanno gli occhi sgranati, mentre mi lanciano qualche sguardo. Tancredi si posiziona dietro di loro, alzando lo sguardo. Dalla mia postazione non riesco a capire cosa stia succedendo, così faccio due passi avanti e giro il capo nella direzione comune.

D'Amore e D'Odio Where stories live. Discover now