Capitolo 30

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Isabella

Le mie labbra sulle sue, le sue mani su di me. Mi circonda, mi tormenta, mi assaggia. Intensifico il bacio, beandomi del suo sapore. Per giorni non ho fatto altro che pretenderlo, desiderarlo, volerlo.

Prendo il colletto della sua camicia, avvicinandolo a me. Lo lascio posizionarsi tra le mie gambe, così da far combaciare ancora di più il nostro corpo. Sento il suo cuore battere tanto quanto il mio. Ho ascoltato le sue parole, quando si confidava con Enea, dicendo che era innamorato di me. Lì il mio battito è partito in quarta ma ora, adesso, in questo momento, è nel pieno di una gara senza freni.

Ci baciamo per quello che sembrano ore, staccandoci alla fine entrambi senza fiato. Fronte contro fronte, cerchiamo di regolare i nostri respiri. Alexander non si stacca da me ed io non voglio che lo faccia.

"Non scappare Isabella. Non lo fare, o questa volta non risponderò di me".

Come posso scappare dopo quello che ho scoperto provare per lui? Il sentimento è troppo forte, troppo radicato, troppo sincero.

"Non scapperò. Non farlo neanche tu".

Mi prende il viso tra le mani, sfiorando i miei zigomi e venerandomi con i suoi occhi penetranti.

"Non vado da nessuna parte".

Ci guardiamo senza parlare per dei minuti. Studio minuziosamente il suo viso, innamorandomene sempre di più. Voglio fare l'amore con lui e, dal gonfiore che sento lì in basso, ho la conferma che lo voglia anche lui. Alexander sembra leggermi nel pensiero, perché mi fa scendere dalla scrivania e mi prende tra le braccia.

"Se ci uniamo, le cose non saranno più le stesse. Sei pronta per questo?".

Lo sono? Sono pronta a concedergli il mio cuore, il mio corpo, la mia anima e la mia vita? Donandomi, dono anche il bene della mia famiglia. Delle mie sorelle. Dei miei uomini. Porterei ad un livello superiore Alexander. Lo posizionerei al mio fianco. Sarebbe la mia parte sinistra di cuore.

I dubbi e la paura iniziano ad intrufolarsi nella mia mente, scacciando via via le emozioni che stavo provando fino ad un momento fa. Alexander lo capisce e mi stringe ancora di più.

"Non ti posso promettere grandi cose, Isabella. Non posso prometterti che sarò un compagno esemplare e che ti darò tutto quello che cercherai. Non ho mai amato e non sono mai stato amato e di relazioni durature non ne ho mai avute ma, ti posso giurare sulla mia anima che se deciderai di darmi il tuo cuore, lo custodirò come il tesoro più prezioso che ho".

"Non farmi del male, Alexander", riesco a rispondere.

Mi bacia per rassicurarmi. Mi bacia per trasmettermi il suo sentimento ed io mi lascio baciare per essere rassicurata. Mi lascio baciare perché ho preso la mia decisione.

"Vieni con me".

Prendo la sua mano e usciamo dall'ufficio. Dimitri posa gli occhi sul nostro intreccio e una smorfia di sofferenza e di odio compare sul suo viso severo. Non riesco a pensare a lui in questo momento, quindi lascio perdere, informandolo che non voglio essere disturbata per l'intera serata e, nottata. Non risponde, annuendo solamente con la testa. Non lascia i miei occhi, non si sofferma sulla figura dell'uomo che adesso mi cinge la vita, ma il suo rimprovero e avvertimento mi arriva comunque forte e chiaro.

Trascino Alexander verso la mia stanza. Fortunatamente per i corridoi non incontriamo nessuno. Non che voglia tenere nascosta la questione, ma ora non sono in vena di domande. Ne parlerò domani con le mie sorelle e lascerò il nominativo di Alexander e dei suoi fratelli nella lista delle persone che potranno entrare ed uscire da questa villa a piacimento.

Il tempo di richiuderci la porta alle spalle, che Alexander si avventa su di me prendendomi per i fianchi e portandomi sul letto.
Mi tasta il seno, cercando un modo per togliermi il vestito di dosso. Ad un certo punto, però, si ferma. Mi guarda con occhi famelici e già leggermente incazzati.

"Con chi avevi appuntamento?".

Ops.

"David".

Le sue mani prima aperte sul mio seno, ora si ritraggono chiudendosi a pugno.

"Quel, David? Il detective?".

Annuisco, fin troppo divertita dalla sua gelosia.
Prende un bel respiro, prima di parlare. Si sta trattenendo e la cosa mi fa ridere ancora di più.

"Isabella, dopo questa notte tu sarai mia. Non transigo incontri con altri uomini senza la mia presenza".

"Alexander, non cominciare".

"Sto parlando seriamente".

"Oh, anche io. Non smetterò di fare affari con degli uomini per una tua stupida concezione di gelosia".

"Affari? Gli incontri con il detective, per te sono affari? Andiamo bene..".

Rido, di gusto. E più rido e più si incazza. E più si incazza, più rido.

"Be, in un certo qual modo..".

"Isabella", mi richiama con voce perentoria.

"Ok, ok. Tregua. Per David posso anche sorvolare, lo comprendo e lo accetto, ma non farmi più delle richieste simili. Questa sarà l'unica concessione che avrai. Ora, vuoi farmi tua o.....".

Non mi lascia il tempo di finire la frase. Mi racchiude tra le sue braccia, facendomi sua.

Ottava regola dell'esser capo: non portarti a letto il lavoro.

D'Amore e D'Odio Where stories live. Discover now