Capitolo 8

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Isabella

Il giorno della serata è arrivato.

Per tutta la settimana mi sono confrontata con Dimitri e le mie sorelle sulla decisione di rivelare il nostro aspetto. Fin da bambine papà ha tenuto all'oscuro la nostra immagine, sia come protezione dai nemici, sia per una sorta di gelosia. Era molto attaccato a noi figlie. Non voleva che altre persone, che altri uomini, ci guardassero più del dovuto. E così siamo finite a studiare a casa, a non uscire per locali, e a perdere la nostra verginità con le guardie del corpo personali, che puntualmente cambiavano dopo scoperto il misfatto. Ma da un paio di anni a questa parte, abbiamo ricevuto parecchie lamentale dai nostri acquirenti e soci. Loro volevano un volto a cui fare affidamento, e non essere legati solo ad una sorta di rispetto o al semplice cognome Rodríguez. In più, in molti, al di fuori dal mondo mafioso, speculavano sulla nostra esistenza, buttando cattiverie sul buon nome di mio padre. Così, di comune accordo con le mie sorelle, abbiamo deciso di zittire tutti, presentandoci una volta per tutte. Dimitri non ne era entusiasta: avremmo dovuto raddoppiare la sicurezza e non ci sarebbe più stato concesso camminare per le vie di New York liberamente. Ora le persone ci avrebbero riconosciuto, e la stampa non ci avrebbe lasciato stare. Come famiglia attiva dell'élite newyorkese e membri delle più importanti organizzazioni benefiche, tralasciando il nostro ruolo come mafia, la privacy è essenziale. Purtroppo è un rischio che bisogna correre. Ho rammentato alle mie sorelle che mi sarei potuta presentare solo io, come capo famiglia, ereditiera dei Rodríguez, ma ancora una volta hanno declinato la mia generosa offerta, ritendendo opportuno affiancarmi. E alla fine, Dimitri se n'è dovuto fare una ragione.

La macchina si ferma di fronte l'ingresso del Lux. Il locale è pieno e i fotografi pronti come avvoltoi, circondano il perimetro per intero. Il Lux è sempre stato meta delle persone più famose che soggiornavano in città, da attori come Jack Nicholson, a cantanti come Rihanna e così via. È stato ideato come ritrovo esclusivo, dove la privacy è certa e il divertimento assicurato.

Ma questa sera, nonostante gli ospiti più altolocati, i fotografi sono tutti per noi. Siamo noi i volti che vogliono su carta stampata.

"Pronte ragazze?". Mi rivolgo loro con un sorriso. Sarà sfiancante, essendo la prima volta che facciamo la nostra entrata nel mondo come le sorelle Rodríguez e non come delle persone comuni.

"Sempre pronte, sorella".

Le mie sorelle, oggi, sono di una bellezza disarmante. Tutte strette nei loro vestiti di alta moda, con acconciature e make up degno del Met Gala, o degli Oscar. Io non sono da meno, lo devo ammettere. Ma ehi, saremo su tutti i giornali. Un po' di vanità sarà pur concessa.

Scendiamo dalla limousine una alla volta. Prima Odette, poi Persefone, Astrid ed infine io. Dimitri mi porge la mano, così da lanciare il messaggio che la primogenita sono io. Isabella Rodríguez.

Luci accecanti mi infastidiscono gli occhi. Sento il mio nome urlato almeno una trentina di volte. Nostra madre era una modella e più volte ci ha mostrato come posare per le foto. Giro la testa a destra e a sinistra. Il sorriso non lascia il mio viso. Ruoto il corpo a seconda del fotografo e della posizione. Dimitri si stacca da me il tempo necessario per fare altre foto, infine poggia la sua mano sulla mia schiena e mi conduce all'interno del locale. Mi guardo un po' in giro, compiaciuta dell'ottimo lavoro svolto in poco tempo. La stanza è grande, grandissima. Tavoli sparsi per tutta la sala. Due banconi di marmo nero lucido si trovano ai due lati del locale, dove barman esperti si destreggiano in cocktail e quant'altro. Al centro, la pista da ballo, illuminata da un lampadario fatto di cristallo e diamanti. Il Lux esprime lusso, eleganza e raffinatezza da tutti i pori. La musica è alta ma non assordante e la gente è accalcata in varie parti della sala. Una volta raggiunto il centro della stanza, vengo accerchiata da persone che mi scrutano e mi osservano. Delle mani iniziano a muoversi e delle bocche a presentarsi. Tutti vogliono avere la mia attenzione, chiamandomi per nome, facendomi delle domande. Dimitri non lascia il mio fianco, allontanando chi si avvicina fin troppo per i suoi gusti. Gli lancio uno sguardo pieno di gratitudine, e lui mi sorride.

"Dove sono le mie sorelle?" chiedo, poiché dopo l'entrata nel locale le ho perse di vista.

"I miei uomini stanno loro addosso, tranquilla. Come te, sono accerchiate da persone curiose".

Prendo un respiro per farmi forza e soprattutto coraggio, iniziando a rispondere alle varie domande postemi. Per tutto il tempo, però, sento la nuca infuocata. Qualcuno alle mie spalle non toglie gli occhi dalla mia schiena, lo sento, lo percepisco. I miei sensi sono sempre in allerta e quando volgo lo sguardo al di là per capire chi possa essere, il mio cuore perde un battito. Alexander.

Isabella

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Isabella.

Astrid

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Astrid.

Persefone

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Persefone.

Persefone

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Odette.

D'Amore e D'Odio Where stories live. Discover now