Capitolo 31

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Alexander

Le labbra di Isabella hanno il sapore del caramello e la cosa mi dà alla testa. Sento il suo corpo fremere sotto il mio ed è il segnale per passare al livello successivo. La spoglio del suo abito provocante, lasciandola con addosso solo un intimo di pizzo nero. I capelli sparpagliati sul lenzuolo bianco. I suoi occhi che brillano eccitati e la sua carnagione che risplende a contatto con la luce fioca della luna che entra dalla finestra. Una visione.

"Perché ti sei fermato?", sussurra.

Non riesco a rispondere. Mi manca la salivazione e tutto quello che riesco a pensare è che io sto fottendo questa donna in tutti i modi possibili e immaginabili. Quel senso di colpa ritorna a riaffiorare ma devo metterlo da parte. Isabella è nuda sotto di me, conta solo questo.

Ricomincio a baciarla e assaporarla, disfandomi via via dei miei vestiti.
Rimaniamo entrambi in intimo e, non staccando gli occhi l'uno dall'altra, lanciamo a terra anche le ultime barriere tra di noi.

"Prendo la pillola, e sono sana".

Mi dice, prima che io possa farle qualche domanda.

"Sono sano anche io. Sempre stato attento a queste cose".

"Mi fido".

Adagio il suo corpo per tutto il materasso e la ricopro di baci, iniziando dalle labbra, passando per il collo, seguendo la linea che conduce ai suoi seni rotondi e sodi, per poi continuare sul suo ventre piatto e infine, arrivo al monte di venere.
Isabella mi prende per i capelli quando con la lingua mi addentro nella sua fessura, assaporando il suo umore. Celestiale.
La venero con la mia lingua, facendola sentire l'unica donna sulla faccia della terra. E nel profondo, so che lo è.

"Alexander". Sulle sue labbra solo io il mio nome sussurrato.

Continuo sempre più voglioso di lei, gustandomi ogni sua smorfia di piacere.
Percepisco le sue pareti stringersi e il suo sapore esplodermi sulla lingua.
Alzo gli occhi e incontro i suoi. Appagati. Lucidi. Felici.
Non aspetto altro. Mi posiziono tra le sue gambe e affondo in lei.
Lei mi circonda la vita con le gambe, e inizia la nostra corsa.
Prima lentamente, poi sempre più veloce e ritmata.

Un gioco di intrecci tra lingua, occhi, corpo e mente.
Mi perdo in lei centinaia di volte e centinaia di volte mi ci perderei.

Passiamo tutta la notte uniti a scoprirci e trovarci, assaporarci e mangiarci.
Infine, appagati e stanchi, ci addormentiamo. Abbracciati.

E non sono più sicuro se sia io ad aver fottuto lei, o se sia lei ad aver fottuto me.

D'Amore e D'Odio Where stories live. Discover now