La Tokyo morta

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"Drinn Drinn" era la sveglia, la spensi e cercai di aprire gli occhi per capire che ore fossero. 'Le 20.30' mi ero addormentata mentre guardavo la televisione, 'ottimo' pensai 'vuol dire che uscirò senza mangiare'.

Mi alzai dal letto, presi dei jeans e una maglietta corta e rossa dal mio armadio e me li misi.
Scesi di sotto e ovviamente i miei stavano litigando, come sempre, ma mia madre mi guardò e li capii cosa voleva dirmi.

"Non ti ho vista per tutto il giorno e ora vuoi uscire?! Scordatelo" mi urlò contro.

"E tu ti sei degnata di venirmi a svegliare o almeno salutarmi il giorno del mio compleanno?" Dissi calma. Ogni giorno avevo la stessa routine, mi svegliavo alle 12.00 e restavo in camera tutto il giorno fino alla sera quando scendevo per mangiare o uscire e puntualmente mia madre mi sgridava ma ormai le sue lamentele non avevano alcun effetto su di me.

"Il tuo compleanno?" Disse perplessa "il tuo compleanno è il mese prossimo Kali"

"No è oggi mamma" dissi mentre mettevo le mie solite scarpe e mi mettevo il telefono nella tasca posteriore dei jeans.

"Ha ragione Kali, e ovviamente IO non me ne sono dimenticato infatti ti ho comprato questi" Disse mio padre sottolineando la parola 'io'. Mia madre lo guardò infuriata.

Io mi avvicinai alla scatola marrone che teneva in mano e la aprii, c'era un set di pugnali, lui sapeva che li collezionavo o almeno, lo pensava e doveva crederlo, se avesse saputo che uso i pugnali che mi regala per uccidere persone probabilmente sarei morta.

"Grazie papà" dissi accennandogli un sorrisetto.

Lui annuì.

"Li appoggio qui, torno tardi" dissi mentre andai verso la porta.

"Ti ho detto che non esci! Soprattutto ora che c'è uno psicopatico che va in giro a uccidere persone" urlò mia madre.
'Lo psicopatico ero io' pensai, ma lei ovviamente non lo poteva sapere.

"Ho 18 anni mamma ora posso decidere anche da sola" dissi sempre con calma.

"Finché vivrai sotto questo..."

"...tetto seguirai le mie regole, dici sempre così ma le tue 'regole' le ho sempre infrante" dissi.

"Mi hai sempre mentito?!" Disse sempre più arrabbiata.

"Come tu menti a papà io mento a te, a proposito" dissi mentre guardavo papà "mamma ti ha detto che cosa fa la mattina invece di cercare un nuovo lavoro?"

"No, che cosa fa?" Chiese perplesso mio padre.

"Esce e beve con le sue amiche" dissi compiaciuta.
Grazie a quella scusa riuscii ad aprire del tutto la porta e ad uscire, le ultime parole che sentii prima di andarmene furono quelle di mio padre "Quindi io ogni giorno mi spacco la schiena per lavorare e tu vai a bere con le tue amichette del cazzo!?!".

Stavo ridendo ed ero già in strada, ma poi mi ricordai 'cazzo la mazza da baseball' pensai, come faccio a uccidere qualcuno senza quella.

Aprii la porta ma sentii uno sparo. Guardai e c'era mia madre con una pistola in mano e mio padre steso sul pavimento con un buco in testa.
Mia madre mi puntó la pistola contro "Mi dispiace Kali" e sparò, riuscii a schivare il proiettile ma mi finsi morta; poi lei si sparò. Erano entrambi morti.

Mi alzai e non sapevo cosa fare, presi la mazza e uscii dalla porta, il mio piano di uccidere qualcuno non sarebbe saltato.

Andai al parco dove c'era sempre
quell'oca di Kemi, la classica bulletta che mi perseguitava a scuola.

Mi avvicinai a lei "Oh mio dio Kali, che bello rivederti!" Mi disse sorridendo. "Sai ci ho pensato in questi mesi e mi dispiace per come ti ho trattata" concluse.

"Oh smettila Kemi lo so che non ti dispiace ora chiudi quel becco di gallina che ti ritrovi sulla faccia".

"Come scusa?" Disse sorpresa "Ora chiamo il mio ragazzo e vedrai quante botte prendi questa sera".

Le presi il telefono dalle mani, lo buttai a terra e poi spinsi anche lei che cadde sul prato. Mi guardò "Quindi sei tu il killer che va in giro ad uccidere le persone?" Chiese "Ci sei arrivata gallina" dissi io "Ora puoi dire le tue ultime parole".

"Non uccidermi perfavore, non dirò niente a nessuno lo giuro!"

"Banali" dissi prima di colpirla ripetutamente con la mia mazza.
Dopo 10 minuti presi il pugnale che avevo messo nella mia scarpa e la pugnalai 2 volte, per essere sicura che fosse morta.

Tornai a casa per sistemare le cose, pulire il sangue e magari chiamare la polizia per i corpi che c'erano sul pavimento; quando ad un tratto si spense la luce 'un blackout' pensai quindi presi il telefono per chiamare la polizia, ma non c'era segnale...

'Ci mancava solo questo' mi girai per guardare i corpi dei miei genitori ma erano spariti 'ma che cazzo è successo'

Uscii dalla porta e andai verso la piazza, era deserta, non c'era anima viva.

'Una Tokyo morta, benissimo'

Ad un certo punto si accese uno schermo bianco "Benvenuta"...

Perchè così serio? |♣️♦️Alice In Borderland♥️♠️|Where stories live. Discover now