13 Buongiorno un cazzo

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Il confine tra odio e amore è molto labile.

Capisci che la tua vita fa schifo quando non dormi nemmeno un'ora e sei tormentata da pensieri non molto allegri o semplicemente ti chiami Ginevra Davis. <Buongiorno fiorellino> dice Annabeth sedendosi a fianco a me.

<Buongiorno un cazzo> rispondo guardandola male.

<Oh, il fiorellino è appassito. Mi sa che si deve innaffiare> asserisce Mason sbucando alle mie spalle buttandomi l'acqua addosso.

<Io ti ammazzo> grido verso l'idiota che mi ha bagnata. Allungo le braccia per strozzarlo, ma Mason si alza e scappa fuori dall'alula. Mi alzo di rimando e lo rincorro. Lui continua a scappare e se non avesse le gambe così lunghe lo avrei preso. Facciamo il giro di tutta la scuola fino a ritrovarci a poca distanza dalla nostra classe. Oggi non sono proprio in vena di scherzi. <Brutto imbecille fifone> dico quando chiude la porta con fare angelico mentre io sto ancora correndo verso di lui. Apro la porta di scatto e punto lo sguardo più incazzato che mai verso il mio compagno di classe. Mason sorride intimorito e indica con la testa qualcosa. Seguo il suo sguardo e noto il professore che mi sta letteralmente incenerendo con lo sguardo.

<Davis. Noto che interrompi le mie lezioni con tanta energia. Vorrei che usasse altrettanta energia per spiegarmi cosa sono i numeri primi gemelli> afferma il professor Murphy. Guardo Mason e Annabeth scuotere la testa per farmi capire che non sanno la risposta.

<Non lo so> rispondo abbassando di poco la testa.

<E allora dimmi quanti sono>

<Se non so cosa sono come pretende che so quanti sono? Vuole che sparo numeri a caso?> ribatto impertinente. Non può farmi incazzare quando non ho fatto nemmeno un'ora di sonno e non ho fatto colazione.

<Non usare questo tono con me> ordina. Il suo sguardo si schianta nel mio carico di pretese.

<E lei non faccia domande che non posso rispondere visto che non l'abbiamo mai studiato>

<Esci subito dalla classe> si impone lui.

<Io esco, ma lei chieda alla classe se queste cose le abbiamo studiate> replico dandogli le spalle e uscendo. Mentre cammino e chiudo la porta sento diverse voci che dicono al professore che non abbiamo mai fatto quest'argomento. Ne ero sicura.
Nel corridoio non c'è anima viva. Mi poggio al muro e piano piano striscio fino a sedermi a terra. Ho sonno. Se mi faccio una bella dormita nessuno se ne accorgerà.

-POV ARON-
Pensare a ciò che pensi tu è già complicato. Perché complicarsi la vita per capire la mente altrui? La mente umana focalizza soprattutto momenti tristi e quando stiamo affogando tra essi, riemergono i momenti felici come luce sul fondo marino. La mente umana è un misto di pazzia interiore e caos.
Non so a che stava pensando. Non so quali ricordi fossero, eppure il suo volto aveva uno strano fremito. Lo percepivo come se fosse sulla mia pelle. Quella ragazza è una tempesta. Una fottutissima tempesta. Una di quelle che ti trascinano, ed io ho bisogno che mi trascini nel suo oblio. Non so cos'ha in mente, ma farò di tutto per scoprirlo. È una Davis dopotutto. Loro nascondono sempre un segreto. Segreti struggenti che ti risucchiano nel loro mondo.
Svolto l'ennesimo corridoio e arrivo nei pressi della mia aula di letteratura. La campanella è suonata da un pezzo, ma non ho per niente voglia. Di fronte alla porta gialla dell'aula si trova una ragazza seduta a terra. Se non avesse il volto tra le ginocchia e i capelli mossi a coprirle le spalle e la parte frontale del viso fino ad arrivare alle ginocchia, non la riconoscerei. Ma come si suol dire: Parli del diavolo, spuntano le corna. Mi avvicino attratto da quell'uragano concentrato in occhi vispi e temperamento caotico. Devo spere perché è venuta nella città natale del padre. Lei si accorge della mia presenza e senza alzare la testa fa il dito medio. <Cazzo guardi?> grugnisce stiracchiandosi.

Un diavolo bussa alla portaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora