21 Sei ridicolo

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Non t'accorgi, Diavolo che sei,

che tu sei bella come un Angelo.

GIACOMO LEOPARDI


La festa di Halloween procede a gonfie vele. I ragazzi ballano con gli ormoni a palla e con la musica ad attutire le parole. I vestiti corti delle ragazze riflettono le luci stroboscopiche dei led colorati. Ci sono ragazze e ragazzi travestiti da zombie, scheletri e streghe. Totta ed io ci siamo trasformate in due bellissimi fantasmi. Bellissimi è un parolone, sembriamo dei Goblin vestiti di bianco. Abbiamo entrambe usato i vestiti che si trovavano nella sua valigia. Non voleva in nessun modo andare da Annabeth, perciò è da un po' che non le parlo. Chissà come va tra lei e Andrew. Non so perché a Totta non stia simpatica. Perfino ad Ale non piace e Dade dice che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. Eppure Annabeth è molto gentile. Li farò ricredere, ne sono certa. <Smettila di metterti le mani tra i capelli o ti si rovinano i boccoli> osserva Totta schiaffeggiandomi le mani.

<Ehi> mormoro socchiudendo gli occhi con uno sguardo corrucciato. Non è degna di schiaffeggiarmi. Le persone come me dovrebbero essere solo onorate.

<Che si dice qua?> domanda Teo avvicinandosi a noi con un bicchiere di alcol in mano. Porta il bicchiere alle labbra osservando una ragazza alle nostre spalle. La guarda come un predatore potrebbe fare con la propria preda. La preda ha lunghi capelli ricci e rossi che le ricadono ribelli sul vestito nero da strega. Il cappello a punta mi fa quasi ridere. Avendo quel colore di capelli sta bene come strega.

<Se alla scorsa festa c'è stato qualche movimento da parte del Gestator, qui tutto tace> afferma Dade guardandosi le punte delle scarpe. Sappiamo tutti che i luoghi chiusi e pieni di persone lo mettono a disagio.

<Già, forse dovremmo divertirci un po'> conferma Totta tirandomi verso la pista.

<Questa non mi sembra un'ottima idea> mormoro lanciando un'occhiata a Teo in cerca di aiuto, ma lui è troppo impegnato a mangiare con gli occhi la rossa che intanto si sta avvicinando a lui. Allontanati immediatamente da mio fratello brutta strega.

-POV ARON-

Osservo attentamente la discoteca dall'alto. L'edificio è composto da due piani, entrambi con due bar. Il piano superiore ha una specie di balconcino che si affaccia sulla pista da ballo e sul bar inferiore. Il rumore delle casse mi infastidisce non poco. I ragazzi si scatenano sulla pista ballando come scimmie. Quasi tutti sono vestiti con colori scuri che vengono colorati dalle luci stroboscopiche. Non sono uno che ama le feste, le trovo inutili. Perché dovrei divertirmi su una pista da ballo tra mille corpi fradici di sudore? Tra i colori scuri che si muovono ritmicamente, noto due persone dai vestiti bianchi che serpeggiano tra la folla. La prima che mi cattura l'occhio è la Davis dagli occhi grigi. La riconoscerei dovunque, nel bene e nel male. Il carattere turbolento e orgoglioso è ciò che spicca tra i suoi occhi. Con lei è sempre stata una sfida e la odio per questo. Carlotta si ferma e inizia a ballare nella pista. Vedo sua sorella allontanarsi dalle persone con decisione con il chiaro intento di scappare. Chissà a che pensa.

<Aron> mi saluta una voce alle mie spalle. Sento una mano poggiarsi sul corrimano di ferro.

<Josh> rispondo distaccato. Non lo guardo, continuo ad osservare la pista sotto ai miei piedi. È da giorni che continuo a sperare in un messaggio del Gestator che però non arriva. Siamo in vicolo cieco. Abbiamo un codice che non sappiamo decodificare, un orologio da taschino e un ricordo di un avviso scritto tra le vampate di fuoco di una macchina.

Un diavolo bussa alla portaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora