70 Ricucire le cicatrici

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"Io ti amo e ti amerò fino alla morte e, se c'è una vita dopo la morte, ti amerò anche allora."
CASSANDRA CLARE

Il cielo è il tetto più alto e irraggiungibile. È il primo dell'anno e le lacrime mi rigano ancora il volto. Siamo ancora uno ancorato all'altro. Osservo Josh che abbassa il pomo d'Adamo con fatica e stringe i denti e gli occhi. Il dolore si fa spazio nel nostro abbraccio e il ricordo del sangue ci imbratta la mente mentre il rumore della pistola, rimbomba nelle orecchie.
Mesi fa, una delle prime volte che ci siamo incrociati, Josh mi chiese se mi mancavano i miei fratelli. Avevo risposto che mi mancavano, ma che a collegarci c'era lo stesso cielo. Adesso non so se sia così.
In meno di cinque mesi ho perso due delle persone più importanti per me. Prima, il cielo era il collante, ora ci separa. È un muro invalicabile il cui confine è così netto da farmi chiedere se l'altra parte si possa davvero raggiungere.
Mi chiedo cosa ci sia dopo questa vita. Attraversiamo il vuoto, saltiamo nel buio, ci rincarniamo o ci illuminiamo? Diventeremo fantasmi, spettri nei ricordi degli altri. Se è vero che nulla si crea e niente si distrugge e che di conseguenza tutto è aggregarsi e disgregarsi di atomi, allora spero che i suoi atomi si riaggreghino. Ho bisogno di vedere i suoi occhi verdi e i suoi capelli del colore del miele. Voglio rivedere il riflesso dei suoi capelli sotto al sole. Desidero poterlo abbracciare, vedere i suoi sorrisi.
Ma adesso è notte.
Nella mia vita è notte.
Ho bisogno di riposare.
Ho bisogno di mio fratello.
Un lamento mi scuote e un brivido mi prende in contropiede.
Respira, Ginny.
<Siete i Davis?> Domanda una voce autoritaria. Ci giriamo verso una donna dai lunghi capelli rossi legati in una coda fissata con la lacca. Indossa l'uniforme dell'FBI.
Matteo è il primo ad allontanarsi dall'abbraccio. Lentamente tutti seguiamo il suo esempio. Una mano mi sfiora la base della schiena. Aron mi rassicura con gentilezza e premura. Non mi guarda, osserva attentamente la polizia intorno a noi.

<Siamo noi> dichiara Carlotta con voce dura. Ha i capelli sudati attaccati alla fronte e i vestiti sporchi. Faccio per avvicinarmi, ma Alessandro mi ferma con lo sguardo e si avvicina a nostra sorella. Non la sfiora e di questo lei ne sembra grata.

<Potete raccontare cosa è successo lì dentro?> domanda l'agente guardando Carlotta come se desiderasse che a prendere parola fosse lei, ma le sue speranze sono vane perché Matteo avanza di un passo e carico di rabbia le racconta tutto con una calma glaciale.
Le parole scandiscono il tempo mentre gli occhi di Matteo si scuriscono. Le nuvole, il cielo e i nostri ricordi annidano l'ambiente.
Degli agenti della polizia afferrano uomini che si trovavano nel palazzo. Annabeth mi lancia uno sguardo carico di scuse.
Il tradimento non lo comprendi fino a che non lo vivi. La sensazione dolceamara che ti preannuncia una delusione, il dolore perché ti sei fidato e tutti i momenti passati insieme. Si sono serviti di me. Mi hanno usata.
Annabeth scuote la testa e mima uno scusa mentre l'agente le abbassa il capo per farla entrare in macchina. Mason non mi guarda negli occhi e la stessa cosa fa Andrew. Entrambi osservano Josh. Seguo il loro sguardo e noto che Josh non si è accorto che ci sono Mason, Andrew e Annabeth. Fissa le sue mani bagnate del sangue scuro di Davide. È pallido come un lenzuolo. Alza la testa e quando lo fa sgrana gli occhi. Non guarda quelli che erano i suoi vecchi amici. Osserva un lenzuolo bianco che nasconde qualcuno. Degli uomini trasportano quella persona con passi felpati. I piedi di Josh si muovono rapidi e raggiunge gli uomini.

<Allontanati> lo intima uno degli agenti. Josh non li ascolta. Sfiora il lenzuolo e lo alza dolcemente. Aron si stacca da me per raggiungere il suo amico. Josh intanto, alza il lenzuolo e il corpo di nostro fratello giace privo di vita sulla barella.
La pistola. Lo sparo. Il sangue. I suoi occhi chiusi.

<Dave> mormora Josh. Aron lo afferra e lo stringe con forza. Josh si dimena, ma Aron cerca di sorreggerlo. Stringo i pugni vietandomi di piangere.
Respira Ginny.
Gli agenti nascondono la barella in un furgone dell'ospedale. Un paramedico si affaccia dallo sportello per esortarlo a muoversi, ma gli agenti scuotono la testa.
Davide è morto.
Josh si sbraccia e stringe le braccia di Aron che lo bloccano. Gli infila le unghie nella carne lasciando le mezzelune. Aron stringe le palpebre ma non fiata. Lo lascia sfogarsi fino a che Josh non crolla sulle ginocchia e piange.

Un diavolo bussa alla portaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora