47 Un risvolto inaspettato

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Se ti dicono che l'amore è un sogno, sogna pure ma non stupirti se ti svegli piangendo.

JIM MORRISON

-POV GINNY-

Mi sento immobile. Sono immobile.

Legata sul filo del rasoio. Pronta a cadere, a farmi male. Pronta a ricevere l'ennesimo pugno che non merito. Pronta a tutto.

Le mani mi stringono così forte che mi fanno male. Il respiro si blocca. I miei piedi diventano cenere.

Non riesco. Non riesco a muovermi. Vorrei alzarmi e andare da mio fratello che è caduto a terra. Ha la fronte sfregiata. Il sangue cola lentamente tra la tempia e il suo occhio semichiuso. Non si muove. Giace a terra rassegnato al dolore e in balia dei suoi giochi più infimi.

Scalcio. Provo a colpirli. Ma niente, è inutile.

Collins fa per tirarmi un pugno mentre sono bloccata.

Sento già il sapore del sangue in bocca. Prevedo il rivolo che verrà fuori dal naso. Fiotti caldi che so già bruceranno la pelle.

Attendo l'istante con gli occhi chiusi, ma non arriva.

Il vento si sposta e solo un semplice schiocco risuona nell'aria.

Apro gli occhi con il cuore in gola. I battiti accelerano oltremisura.

Collins è steso a terra con una mano sopra la mascella dolorante. Il terzo ragazzo che era rimasto vicino a Dade, adesso si avvicina. <Non sei sola, eclissi. Ci sono io adesso> sussurra Aron schivando il calcio e assestandone uno lui. Il ragazzo si piega in due.
Quando è arrivato?

Da lontano sento qualcuno correre nella nostra direzione. Josh corre col fiato sospeso e l'anima graffiata.

Io osservo la scena. Sono un bastoncino Findus in confronto a loro. I corpi dei ragazzi sono più robusti e grossi del mio. Io arrivo all'incirca sotto al mento. Vorrei poter fare di più ma mi sento così stanca.

Il ragazzo che mi mantiene salda è un omone eccessivamente alto. Anche se volessi non potrei nemmeno dargli una testata all'indietro.

Sento la sua presa allentarsi per lo shock dettato dalla comparsa di Josh. Approfitto del momento e gli tiro un calcio in mezzo alle gambe. Soffoca un gemito di dolore.

Non aspetto altro. Non aspetto un secondo di più. Mi fiondo verso mio fratello che sta provando ad alzarsi.

<Tutto bene?> sussurro sentendo gli occhi farsi sempre più umidi.

Resisti Ginny. Non devi piangere.

<Si> mormora lui girando la testa stordito. Gli scosto i capelli dalla fronte piena di sudore. I capelli sono incrostati di sangue. Al di sotto, si nascondono dei graffi non profondi. Il cuore sembra duplicare i secondi degli orologi. Li triplica. Fa una maratona contro il tempo. Le mani mi tremano mentre mi macchio di sangue non mio.

<Collins> esclama Josh con astio tirandogli un pugno nello stomaco. I due si guardano con odio radicato da tempo. <Stai lontano da lui> dice.

<Andiamocene> asserisce Collins dopo poco portandosi con sé i suoi amici. <Me la pagherai Shaw. Tu e i tuoi stupidi amici>

Non presto conto alla loro minaccia. I secondi sono tempo idealizzato. Un modo bizzarro per contare le giornate, per tenerle sotto controllo. La sabbia della clessidra però scorre senza il mio consenso.

Fermati, vorrei dirle. Ma la clessidra continua il suo percorso.

Al mio fianco si siede Josh. Ha il viso pallido. <Ginny, lascialo stare> mi dice poggiandomi una mano sulla schiena come a rassicurarmi. Dade si mette una mano sulla fronte storcendo il naso.

Un diavolo bussa alla portaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora