57 Una nuova pista

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L'amore è una forma di pregiudizio. Si ama quello di cui si ha bisogno, quello che ci fa star bene, quello che ci fa comodo. Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri.
CHARLES BUKOSKI

-POV GINNY-
Sono di nuovo qui, nei suoi occhi. Io e lui con la morte al nostro fianco. Siamo di nuovo qui a guardare il sangue che imbratta l'asfalto e il suo nome inciso con la vita di una persona. Siamo di nuovo noi con la consapevolezza di una spensieratezza morta insieme alla vita di una donna.
I passi rimbombano in una strada morta nel buio.
Un peso schiaccia il collo e la schiena. Stringe mentre il cuore stride. Chiede aiuto. Chiede riparo da un mondo dagli scheletri dietro l'angolo.
Io e Aron siamo ancora uno di fronte all'altro. Due soldati con le pistole cariche pronti a combattere nuovamente per la stessa frontiera. Schiude la bocca e sospira. Una nuvoletta di freddo fuoriesce dalle sue labbra. Non mi muovo, sarebbe inutile. Faccio scivolare le mie mani dalle sue spalle ai suoi palmi. L'unico calore che posso avere in questo momento è questo. Fa troppo freddo. Un freddo privo di vita a cui nessuno dei due era preparato.
<Questo significa...> sussurro riguardando la donna stesa a terra con gli occhi che vorrebbero esplodere perché le lacrime dietro le orbite sono troppe.

<Potrebbe essere un bluff> mormora arricciando la fronte. Nemmeno lui ci crede a quello che ha detto. La sua mente è rivolta altrove. Una folata di vento e delle goccioline di acqua si mischiano alla malinconia. Il cielo piange con nostalgia e delicatezza.

<Cos'hai?> domando dolcemente accarezzandogli la mano con il pollice. Siamo troppo calmi esternamente. La realtà è all'interno delle mura che ci circondano. La realtà è sotto la pelle e dentro le ossa.

<Niente> risponde distaccato scuotendo la testa e spostando lo sguardo da me alla donna dai capelli d'inchiostro. Una gocciolina d'acqua bagna il viso della donna.

<Se sai qualcosa devi dirmelo. Promettimelo> affermo con determinazione. Non voglio segreti, non più. Ho già i miei segreti sulle spalle, non ne posso scoprire altri. Nella vita si compiono scelte. Ogni cosa che compiamo è un segreto o ha un fondo di segreto. Devo fare una selezione di ciò che voglio risolvere, cosa devo risolvere e cosa scelgo di non risolvere.
A volte siamo costretti a scegliere le nostre battaglie. Sarebbe tutto più semplice avere un alleato. E io come alleato voglio lui.

<Ginny, io-> la sua frase rimane un mistero coperta da Alessandro che corre fino a sedersi al fianco della donna. Riesco a percepire il cuore di mio fratello battere dal terrore. Aron si irrigidisce e si allontana da me con la testa e col corpo. Gli occhi si fanno più scuri e una goccia d'acqua gli bagna la fronte.

<N-non respira> dice Ale più a sé stesso che a noi mentre osserva la scritta che giace sulla strada. Un sussulto blocca l'aria. Carlotta porta le mani sulla bocca per trattenersi. Trema un po' per il freddo e un po' perché il mondo ritorna quello di settimane fa quando correvamo per incarcerare Allen. Matteo le circonda le spalle con le braccia. Davide si abbassa sulle ginocchia lentamente. Inclina la testa osservando la scena come se fosse una scena di un film.

<Il Gestator ha lasciato una pista> borbotta lui. <Ale, apri il pugno della mano destra della ragazza> ordina Davide. La mano destra della donna è chiusa a pugno, ma c'è un foglio di carta all'interno. Alessandro fa come dice. Estrae un piccolo foglio bianco e inizia a leggere ad alta voce cercando di non farlo bagnare per la pioggia.

<Avevano ragione quando dicevano che la fine è solo un nuovo inizio. La sua fine sarà il mio nuovo inizio>
Ogni sua parola graffia il gelo notturno e la tranquillità di una vita come quella degli altri ragazzi viene strappata con prepotenza.

Un diavolo bussa alla portaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora