40 Lo strano tizio con la birra

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Chi sei tu, che nel cuore della notte osi

inciampare nei miei più profondi pensieri?

WILLIAM SHAKESPEARE


I vestiti prendono le ali e volano come uccelli. Piume di cotone riflettono la luce della lampada. Le cose qui sono due.

O sto impazzendo o Annabeth e Carlotta stanno ridendo come se fossero migliori amiche.

Penso più la prima.

<Per tutti i capelli bianchi di Giorgio Armani, questo ti starebbe benissimo> esclama mia sorella passando ad Annabeth un vestito rosa antico. Lei lo indossa. Dire che le sta bene è riduttivo. Il vestito è aderente. Il corpetto le fascia il busto con uno scollo a cuore e senza bretelle. Il cinturino che congiunge la gonna con il corpetto è decorato da pochi brillantini che illuminano il viso. La parte inferiore arriva a metà coscia seguendo le linee del corpo. Il colore le risalta le guance rosee. Sembra appena uscita da una fiaba.

Annabeth si guarda allo specchio sovrappensiero. <Cosa c'è?> domando.

<Questo vestito lo ha indossato mia cugina per il diciottesimo di mia sorella. Su di lei non mi piaceva, però non è così male> risponde mettendosi di profilo. Ispeziona ogni curva lisciando il vestito. <Sei davvero brava a capire quale vestito dare a una persona> dice a Carlotta. <Io di solito ci impiego le ore>

<In realtà basta semplicemente osservare> replica lei ripescando nell'armadio. Estrae un vestito rosso camino scollato. Lo indossa già cosciente che le calza a pennello. Totta e Annabeth hanno il fisico molto simile. Entrambe minute con le curve al punto giusto. Io sono più alta e sicuramente meno prosperosa di entrambe.

<Ginny, non lo hai ancora indossato?> si lamenta mia sorella. Dieci minuti fa mi hanno lanciato un vestito blu notte. È bello, solo che fa freddo. Siamo pur sempre in inverno e non ci tengo a prendere il raffreddore. Il vestito è aderente e arriva a metà coscia. Le spalle sono coperte solo da sottilissime bretelle che poggiano sulle clavicole.

<Lo indosso tra poco. Mancano ancora due ore e mezza> rispondo. Detto questo iniziano a piastrarsi i capelli a vicenda. <Che ci racconti di bello?> domando ad Annabeth che sta facendo i boccoli a Totta. Un sospiro rimbomba nelle pareti incastonandosi nelle nostre orecchie e rimanendo nello spazio che ci rimane.

<In questo mese è successo un casino> risponde. <Poco prima della festa di Halloween, Vanessa si stava avvicinando a Andrew. Faceva scenate ogni volta che lui stava con me. Il giorno dopo la festa l'ho mollato senza dirgli nulla>

<Perché?> chiede Carlotta.

<Perché ad ogni scenata di Vanessa lui non diceva nulla. Si comportava in modo passivo> un altro sospiro. <Non ci siamo parlati per due settimane. Ogni volta che lui si avvicinava per parlarmi io trovavo qualche scusa per andarmene. Non prendevo più il bus perché sapevo che in un modo o nell'altro saremmo finiti per parlare e se lo avessimo fatto, io sarei scoppiata a piangere. Stavo male, davvero male> l'ennesimo sospiro spezza l'aria circostante. <Un giorno mentre tornavo a casa mi ha afferrata per il braccio e mi ha detto che non se ne sarebbe andato finché non gli avessi detto il motivo per cui ci siamo lasciati> finisce di fare i boccoli a mia sorella e le passa la piastra. Carlotta si alza e la fa sedere iniziando a pettinarle i capelli. <Gli ho detto che mi dà fastidio che Vanessa si comportava così. So che Andrew e lei avevano una relazione prima di me, ma questo non significa che si può comportare in quel modo. Andrew mi ha detto che non dovevo darle retta. Non le ha mai risposto perché non avrebbe avuto senso dare conto a una che sbraita come una pazza per qualcosa che non le appartiene. Mi ha detto che il giorno in cui ci siamo mollati lei è andata da lui e Andrew si è infuriato con lei>

Un diavolo bussa alla portaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora