71 The end

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La felicità è come una farfalla: se la insegui non riesci mai a prenderla, ma se ti metti tranquillo può anche posarsi su di te.
NATHANIEL HAWTHORNE

-POV JOSH-
Dammi la possibilità di amarti ancora senza farmi male.
Regalami il lieto fine che mi hai promesso.
Sussurrami che mi ami con questo vento.
Osserva l'orizzonte come se dopo quella linea di confine ci fosse realmente l'infinito.
Parlami di astrofisica e filosofia mentre le stelle riposano.
Dopo mesi continuo ad amarti come la luna.
Sono sul tetto, sul lastrico prima di cadere. Ho i piedi che oscillano. Sotto di me c'è il vuoto, sopra c'è l'infinto e al mio fianco non ci sei tu.
Oltre tutto questo, oltre questo palazzo, questa vita, ci sei tu. Oltre me ci sono cose che non capirò. Riempio lo zaino di dubbi e mancanze. Lo porto sulle spalle e ad ogni passo diventa sempre più pesante.
Dondolo sul lastrico respirando a pieni polmoni mentre con le dita premo le palpebre per non piangere. Le stringo con forza e premo con tutto me stesso.
Un singhiozzo dopo l'altro, le dita non reggono.

Tu e io, non siamo mai stati come loro.
Ce l'abbiamo fatta fino alla fine.
Pensavo che niente poteva separarci
nemmeno gli dei sopra al cielo,
ma forse era tutto una bugia.

<Cosa nascondi Davide. Cosa mi hai nascosto?> sussurro. Casa mia è sotto di me. Il tetto mi avvicina alle stelle. Spero di toccare il cielo con una mano. <Lì te la passi bene, eh? È egoista da parte tua morire. È stato egoista. Tu te ne sei andato. Sei morto lasciandomi solo. Mi hai lasciato da solo. Tu sei morto e mi rimane solo la tua mancanza>. Un fantasma di te. Ho un vuoto. Un vuoto nel petto e un soffio al cuore. Non so se piango io o se è il cielo a piangere su di me.
Le goccioline scivolano sul mio volto mentre sono a penzoloni su questa casa.
Sono stanco. Stanco di sentirmi solo. Stanco perché il sonno non mi prende.
La polizia mi ha accompagnato fino a casa. I miei genitori avevano le mani davanti alla bocca quando hanno visto la polizia scortarmi
Mia mamma mi ha stretto forte.
Mi ha detto che andava tutto bene. Mi ha sussurrato che andava tutto bene.
Tutto bene...
Nulla va bene in questo periodo.
<Davide torna. Dammi un segno. Dimmi che sei qui, che mi ascolti> lo prego a voce poco più alta. La pioggia mi abbraccia.
Non so se fa più male la pioggia o gli abbracci di mia madre. Entrambe le cose mi hanno fatto sentire debole, fragile e vulnerabile.

Tu e io
adesso
siamo tu, e, io.
Due enti diversi, due persone diverse, due strade diverse.

<Rispondimi> urlo. <Dimmi che ci sei. Dimmi che mi vedi, che mi ascolti. Dimmi che esiste un mondo in cui essere felici. Dimmi che nel multiverso il lieto fine esiste> alzo lo sguardo.
Non si fugge dal dolore.
Non si scappa da te.
Non si scappa da ciò che fa bene.
L'acido sale nello stomaco.

Un solo segno, Dave.
Un solo segno.
Dimmi che mi guardi. Dimmi che ci sei.
Ti prego.
Ti prego.
Adesso.
Fallo adesso.

La pioggia cade su di me mentre mi alzo in piedi. Sono ancora sul cornicione del tetto. Mi basterebbe poco per varcare il confine. Mi basterebbe alzare il piede per cadere nell'oblio. Sono a un passo dal raggiungerlo. Un piede, pochi centimetri. Potrei farlo, potrei andare da lui. Da lontano vedo una luce. Il sole sta sorgendo dietro le nuvole che fanno da filtro. Le gocce appaiono rosse sotto l'effetto delle prime luci del mattino.
Un segno.
Le goccioline rosse mi scivolano sulle mani lavando i ricordi del suo sangue.
Un segno.
La pioggia mi scivola sulle tempie.
I ricordi, la promessa.
Devo andare a casa dei Davis, devo prendermi il quaderno di Davide.
Nella vita ci sono promesse indelebili. Sono scritte e incise nella carne. Promesse indimenticabili capaci di macchiare l'onore e dipingere l'armatura. Alcune promesse viaggiano come spettri che sono usciti dalle labbra e accarezzano il vento. Altre ti vengono sbattute in faccia mentre sei sul collasso.
Adesso sono sul lastrico con una promessa scivolata tra le labbra e il sangue tra le mani.

Un diavolo bussa alla portaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora