18 La macchina del prof. Murphy

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La mente non è un vaso da riempire,

ma un fuoco da accendere.

PLUTARCO


<Perché non mi hi avvisato che ieri sono arrivati i tuoi gemelli?> mi sussurra Josh nell'orecchio.

<Perché non lo sapevo> gli rispondo alzando le spalle. Indico la porta davanti a Totta che mi sorride radiosa. Sta per iniziare la prima ora: l'ora di biologia. Si sono iscritti nella mia stessa scuola in poco tempo e soprattutto dopo infinite chiamate in segreteria per farli accettare. Vedo Totta sistemarsi i capelli dietro la schiena e mandare un sorriso eloquente a Teo. <Ci si vede Josh> dico prima di sorridergli ed entrare dentro la classe della Dover. La professoressa ha dei lunghi capelli grigi legati dolcemente da una penna rossa. Il rosso si riflette negli occhiali dello stesso colore. Le rughe sulla sua pelle sono ben visibili ma non la rendono brutta, anzi, le infondono saggezza. La saggezza di una vita piena di esperienze e di ostacoli che con il tempo le hanno inciso sulla pelle delle profonde pieghe. Osservo di sottecchi i miei fratelli. Sono abituata alle loro entrate in scena, ma gli altri studenti no. Totta entra con la sua solita eleganza, come se stesse camminando su una passerella di fronte a giornalisti e persone famose pronte a fotografarla. Gli occhi azzurri sotto le ciglia coperte dal mascara in modo non esagerato, la rendono più sicura di sé. Teo al suo fianco ha lo zaino su una sola spalla e lo sguardo strafottente. Se fossimo in un film questa scena sarebbe sicuramente a rallentatore. Loro hanno un fascino che nessuno ha mai osato contraddire. Le facce dei compagni di classe si fanno subito curiose. Chi per l'eccitazione e chi per l'invidia. Dire che le bocche si spalancano in una grossa 'o' è riduttivo. La classe si riempie di commenti che mi infastidiscono un po'. Insomma, sono i miei fratelli. <Risparmia i commenti non molto casti grazie> dico posando una mano sul banco di Mason. Lui sorride. Sposto lo sguardo su Andrew che sta ancora fissando Totta mentre si dirige in uno dei banchi rimasti. <Andrew tieni la bocca chiusa che entrano le mosche> asserisco sorridendo falsamente. Vedo Annabeth mimarmi con le labbra: 'Chi sono questi che sono entrati con te? Che figo il moro'. Scuoto la testa esasperata. Non che non sappia che quei decerebrati dei miei fratelli non siano belli. Sarebbe da sciocchi negare l'evidenza. Però l'ultimo commento poteva risparmiarselo, anche se non sa chi sono per me. Mi siedo all'ultimo banco e osservo Ale e Dade che si siedono nei banchi rimasti. Dade, da bravo secchione, si siede nella prima fila, mentre Ale nella fila centrale vicino la finestra. La loro entrata non è stata molto meno eclatante rispetto a quella di Teo e Totta, solo che la loro bellezza è timida. Sono entrati parlottando tra loro. Sono sempre stati i più timidi. Davide è il più chiuso mentre Alessandro cerca di mettere a proprio agio gli altri e vedendo che gli interlocutori stanno bene si rilassa e inizia con le sue battute di pessimo gusto che però ti fanno morire dalle risate.

<Bene ragazzi> dice la Dover per poi iniziare a tossire. Per un momento spero che non le si stacchi la dentiera a furia di starnuti. <Da oggi avrete dei nuovi compagni di classe. Alexander Davis, Charlotte Davis, David Davis e Mattheo Davis> Dire che ha storpiato i nomi è un insulto, ma la posso capire. Anche io parlo con una pronuncia pessima della sua lingua. Punta il suo sguardo freddo su di me. Si sistema frettolosamente gli occhiali con la mano tremante. <Per caso siete parenti signorina Davis?> La voce ingrigita e spenta dall'età mi ricorda molto la voce dell'anziana signora che ci portava i biscotti quando eravamo piccoli. Diceva sempre alla mamma che eravamo iperattivi e che per far terminare questa qualità ci volevano energie per far sì che ci stufassimo di saltare per tutta casa. Un ragionamento contorto, ma a me andava bene così.

<Io e questi soggetti? Mai visti in vita mia> ribatto cercando lo sguardo di Totta che mi sorride e regge il gioco.

<Casi persi come loro mai visti in vita mia>

Un diavolo bussa alla portaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora