65 Un regalo per Natale

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Odi più profondamente proprio le persone che un tempo hai amato.
CASSANDRA CLARE

-POV GINNY-
Di solito nei film il giorno di Natale è un giorno che urla rosso. Urla il colore dell'amore, della famiglia, e del caldissimo abito di Babbo Natale. Nei film i protagonisti si svegliano con un sorriso ampio e corrono a svegliare gli altri per aprire i regali. Indossano pigiami pesanti e natalizi e hanno i capelli perfettamente ordinati. La vita in realtà è diversa. Io non sono quella che si sveglia con un ampio sorriso, tutta perfetta e impeccabile. Io sono la povera sorella che viene svegliata di soprassalto da un'energumene che si lancia sul letto.
Un Alessandro selvatico mi attacca. Il mondo sa essere selvaggio in una guerra senza fine. Il più grande predatore può diventare preda della sua stessa preda. Spalanco gli occhi e afferro Ale stringendolo con forza e facendo sbattere la sua schiena sul materasso. Ma Alessandro non è solo: Matteo mi afferra i piedi e mi tira verso di sé. Sento le coperte scivolarmi sotto. Lancio un urlo di guerra ma una cuscinata da parte di Carlotta mi schiaccia la testa. Questa è la morte. Vedo buio. Sto per morire uccisa a forza di atti di bullismo. Non posso morire prima di contrattaccare bene. Devo morire con onore.
Afferro un piede e faccio il solletico. La risata di Alessandro si propaga nel campo di battaglia. Un sasso viene lanciato da un cannone sulla mia schiena. Il sasso però ha un culo pesante. Davide si siede sulla mia schiena bloccandomi del tutto.
Matteo ha i miei piedi tra le mani, Alessandro sguscia da sotto al mio corpo e mi prende per le braccia, Davide si alza dalla mia schiena e Totta toglie il cuscino dalla mia testa. <Buon Natale, Gin> esclama Davide come se non stessero per uccidermi. Sgrano gli occhi mentre il materasso viene allontanato da me. I miei fratelli mi mantengono come un sacco di patate prima di lasciarmi a peso morto sul letto di Totta. Sorrido lanciando il cuscino a Alessandro che lo afferra e lo porta sottobraccio come una borsetta.

<Ti muovi, dormigliona. È passato Babbo Natale> afferma Alessandro su di giri trotterellando nel pieno della sua allegria o delle sostanze che ha assunto. Mi devo far dire chi è il suo spacciatore. Vende roba buona.
Carlotta mi afferra il braccio e ci dirigiamo in cucina. Tutto è uguale al solito se non fosse che sotto l'albero ci sono tanti regali. Nel cuore della notte ciascuno di noi ha messo i regali sotto l'albero.

<Buon Natale> dice una voce profonda vicino ai fornelli. Aron torreggia a petto nudo e i pantaloni di tuta mentre accende il gas per riscaldare il latte. Si passa una mano tra i ricci scuri ancora assonnato. Un coro di auguri infrange il sonno mentre io mi strizzo gli occhi maledicendo i miei fratelli per aver interrotto il mio sonnellino. Quando Aron si gira ha profonde occhiaie che gli scavano il volto.
Mi siedo sul divano mentre osservo i miei fratelli scartare i regali.
Alessandro apre un piccolo pacchettino azzurro con il nastro verde brillantinato. All'interno c'è una frase che ci abbiamo fatto incidere. Lui la osserva con un sorriso che gli illumina il viso. Ale non usa i plettri perché secondo lui "sporcano" il suono puro della chitarra, ma li colleziona. In più gli abbiamo regalato una felpa mentre Aron gli ha comprato un cappello.
Matteo ha ricevuto una felpa che ruberò e da parte di Walker un portachiavi particolare.
Nel regalo di Totta abbiamo condiviso i regali con Aron comprandole il top rosa visto al negozio con Travis, un gloss, un mascara e una matita labbra.
Dade invece due libri e un segnalibro fatto con delle nostre foto, più il terzo libro che Livy gli darà quando si vedranno.

<Aron, ci sono regali anche per te> dice Carlotta passando delle buste rosse a Aron che le prende sorpreso. Non si aspettava che gli facessimo un regalo. Se fosse stato per me non glielo avrei fatto, ma non potevo dirlo ai miei fratelli.
Scarta le diverse carte tra le risate generali rivelando una giacca di pelle da usare in moto e un pacchetto di carte italiane.

<Come si gioca?> Domanda osservando le carte dai disegni familiari.

<Sono carte napoletane. Dopo ti insegniamo scopone e ruba mazzetto> replica Matteo.

Un diavolo bussa alla portaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora