31 ...fermarmi

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Le parole sono creature imprevedibili.

Nessuna pistola, nessuna spada,

nessun esercito o re

sarà mai più potente di una frase.

TAHEREH MAFI


Il suo nome si scaglia feroce nella mia testa. Tyler Allen. Tyler Allen. Tyler Allen. Le mie pareti celebrali vengono abbattute come un muro di vetro. I nervi mi pulsano. Le mani sporche di sangue. Le sue mani sulle mie. Le mie impronte digitali sul suo corpo privo di vita. Mi sento confusa. La testa gira e le mani bruciano. Lavo le mani per allontanare il ricordo. Tyler Allen. Sciacquo la faccia per tornare a respirare. Tyler Allen. Asciugo il viso per non lasciare macchie di ricordi. Tyler Allen. Una campanella d'allarme suona, canta e stride nella mia testa. Dobbiamo approfondire. Tyler Allen è poco più grande di me. Come avrebbe fatto a uccidere i genitori di Walker? In quel momento avrebbe dovuto avere circa 7-9 anni. Mi guardo allo specchio. Ho i capelli sporchi di sudore e appiccicati alle tempie. Gli occhi sono buchi neri e l'anima stanca. Ho visto un uomo morire. Ho sentito il suo ultimo respiro. Ho osservato il suo spirito volare lontano come un'anima condannata. Stringo con forza il marmo bianco del lavandino. Le nocche sbiancano. La serenità sembra un lontano ricordo e il disordine è solo un mio spettro. Un rintocco mi fa sussultare. La porta si apre lentamente. <Tutto bene?> domanda Dade passandomi un asciugamano. Scure occhiaie gli solcano il volto. Il verde smeraldo è come un campo di fiori in primavera. Una casa dove abitare, un rifugio dove scappare. Annuisco afferrando l'asciugamano.

<Sei sicuro di aver dormito?> indago.

<Si> risponde poggiandomi una mano sulla spalla. Una sensazione familiare mi pervade. Tranquillità liquefatta. Sorrido. <Muoviamoci che Ale ha urgente bisogno di andare in bagno> afferma portandomi lontano dalla stanza e dai ricordi. Appena esco vedo Ale schizzare in bagno.

<Dio Gin, il bagno è uno> sbotta Ale da dietro la porta. Rido per la semplicità con cui lo ha detto. Sembra essere tornati bambini. Le peggio liti per il bagno unico costantemente occupato. Solo chi ha fratelli e un solo bagno può capire. Josh ha in mano un'agenda nera. La sfoglia con garbo. Si sofferma su una pagina in particolare. Sistema gli occhiali sul naso dritto. Alza gli occhi e li poggia su Dade che ricambia lo sguardo d'intesa.

<Hai fatto le sezioni coniche?> chiede Josh.

<Chi ha le coliche?> domanda Teo sorseggiando un caffè.

<Io ho fatto le bucoliche. Vale lo stesso?> Interviene Ale uscendo dal bagno e lanciandosi sul divano. Aron lo fulmina con lo sguardo, ma Ale gli sorride e scrolla le spalle. Si posiziona più comodo poggiando le scarpe fuori dal divano. Accende il telefono ignaro, o forse cosciente delle occhiatacce di Walker. Guardo male Aron e lui alza gli occhi al cielo. È insopportabile.

<Dovremmo andare> afferma Teo.

<Dove?> domando.

<A scuola> spiega Totta. Ha una mano poggiata sotto al mento con un'espressione stanca. Sorride a malapena e indica la mia cartella vicino a lei. La discesa all'inferno è dura e facile allo stesso tempo. <Oggi abbiamo anche le lezioni di recupero>

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La scuola fa schifo. A cosa mi serve imparare quanti capelli aveva Shakespeare? Fortunatamente ho appena finito tutte le lezioni. È pomeriggio e ho un gran sonno. Schiaccerò un bellissimo pisolino quando sarò a casa. E mi farò anche un ottimo spuntino. La mensa qui fa schifo. Nulla contro la cuoca, ma qui si mangia sempre le stesse pappette. Per loro una scatoletta di carne e dei piselli equivale a un pranzo. Per me, al massimo è l'antipasto. Senza contare la pasta. La fanno tutta scotta e aggiungono il ketchup al posto del sugo. Non l'ho mai mangiata la loro pasta. Mi sono rifiutata. Statisticamente un italiano muore ogni volta che una persona mangia quella pasta e la trova buona. È un genocidio. In realtà anche la pizza è disgustosa. Fanno delle sottospecie di focacce con sopra ketchup. Sono doppie e senza mozzarella. Essere cresciuta nella mia città significa aver mangiato la pizza migliore che sia stata creata. Quanto mi manca la pizza.

Un diavolo bussa alla portaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora