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PHOEBE

Erano circa le 5 pm di una fredda e noiosa giornata di rigido inverno quando mi recai a passo spedito presso il pub in cui lavoravo
come ballerina: il The King's Pub.

Il The King's Pub era l'unico pub nel raggio di chilometri e chilometri a Skid Row, incessantemente zeppo di persone, uomini o donne che fossero, desiderose di spendere fior di quattrini anche solo per ammirare le meravigliose ballerine di cui era fornito, le quali, alle volte venivano usate anche per scopi sessuali.

Io ero una delle poche eccezioni.
Venivo trattata diversamente o, meglio, con un occhio di riguardo in più.

Ovviamente vi starete chiedendo il perché.

Beh, ho iniziato a lavorarvi già da bambina.

Tempo addietro ero una sventurata orfana, e sopravvivo per la strada, praticamente ero una piccola barbona.

Ricordo molto poco della mia infanzia.
Solo il mio nome a dirla tutta.

Dormivo per strada, mi nutrivo di ciò che trovavo per strada, finché, un giorno, mentre stavo frugando voracemente tra gli sporchi rifiuti per calmare gli atroci crampi che addoloravano il mio piccolo stomaco vuoto dalla fame, un signore mi si avvicinò cominciando a fissarmi insistentemente, con sguardo alquanto perso e pensieroso.

《Come ti chiami?》chiese con tono dolce osservando attentamente le mie piccole mani sudicie e ossute che setacciavano l'intera area della pattumiera gremita di avanzi di cibo marcio, alla ricerca di qualcosa di commestibile da poter ingerire.
Lo stomaco mi doleva per la fame ed ero troppo impegnata a scavare alla ricerca di qualcosa che avesse potuto placare il mio bisogno onnipresente.
Perciò, lo ignorai pur scoccandogli occhiate furtive con la coda dell'occhio obiettivate a controllare ogni suo movimento, in allerta, sperando che non facesse nulla per aggredirmi.

Il mio timore non era infondato.
A Skid Row era normale derubare, stuprare, drogare.
Le persone che risiedevano in questa piccola città erano malate, perciò, non mi fidai del bel volto del signore né del tono dolce con cui si rivolse alla sottoscritta.

Nonostante la mia diffidenza e, il fastidioso silenzio che mi accingevo a mantenere da tutta la mia vita, quell'uomo non si arrese.
No, che non lo fece.
Non si rassegnò dinanzi al mio ignorarlo, anzi, da lì in avanti si presentò ostinatamente allo stesso posto, allo stesso orario, porgendomi sempre qualcosa da mangiare, chiedendo sempre quale fosse il mio nome.
Finché, un giorno qualcosa mi spinse a rivelarglielo e ad accettare il cibo che mi porse.

《Mi chiamo Phoebe.》mugugnai con tono basso e rauco nel mentre sgranocchiavo affamata una patatina al gusto formaggio, che da subito divenne il mio cibo preferito.

L'uomo mi sorrise caldamente e si presentò a sua volta:《Io sono John.》

Il giorno seguente si presentò con un'altra confezione di patatine al formaggio, e mentre le macinavo nella mia bocca ingoiandole solamente quando furono ridotte in poltiglia, mi propose di seguirlo, di avere un alloggio, di cominciare a vivere e non limitarmi a sopravvivere.

John mi prese per mano e mi condusse al The King's Pub.

Lì cominciai a lavorare come barista a soli quattordici anni, a quindici anni come cameriera, e dai sedici anni in poi come ballerina, divenendo in quest'ultima professione notevolmente abile.
Nonostante ciò, John non permise mai a qualcuno di toccarmi, crescendomi come se fossi sua figlia, sangue del proprio sangue.
Dimostrò di tenere alla mia incolumità talmente tanto da nascondere la mia vera identità quando svolgevo la mia professione, poiché il pub era frequentato da persone poco raccomandabili, che avrebbero potuto colpire me per ferire in qualche modo John.
Perciò, all'interno di esso, tutti mi conoscevano come Ada, la ballerina professionista più giovane del The King's Pub e, di Skid Row.

𝑀𝑦 𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝑂𝑏𝑠𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛Where stories live. Discover now