XXXI✔️

14K 347 47
                                    

PHOEBE

Ad intervalli, dei brevi sbuffi d'aria fuoriuscivano affannosamente dalle mie labbra semiaperte.

Era nata in me un'attrazione malsana nei confronti di Andrew, che temevo ma che non volevo realmente soffocare per quanto mi sforzassi.

Dentro di me, lo percepivo, quel malato senso di appartenenza che solo con lui avevo provato.

Ammirai le sue forti braccia stringermi ancora a sé nel mentre il suo corpo spasmodico, a causa delle fitte d'eccitazione ancora circolanti in esso, cercava di calmare il respiro ansante.

Il suo pene ancora incredibilmente duro, era sepolto ancora dentro di me.

Eravamo un unico corpo.

Viso contro viso.

Cuore contro cuore.

Il suo capo, dapprima appoggiato sul mio seno gonfio e bagnato a causa dei suoi languidi baci, si sollevò incastrando lo sguardo avido nel mio appagato e confuso.

《Mi hai dato la prova, Phoebe.》sussurrò affannosamente sulla mia pelle scatenandomi una miriade di brividi che mi lasciarono la pelle d'oca.
《Di cosa?》domandai innocentemente, tremando per l'intensità del momento.
《Che mi appartieni.》affermò con tono deciso, un misto tra dolcezza e freddezza.

E, intanto mi guardava.
Mi osservava.
Mi scrutava.
E, io sotto quegli occhi mi sentivo accendere il sangue, battere il cuore, mancare il respiro.

Non sapevo che dire se non che, aveva pienamente ragione.

Il mio corpo traditore aveva provato quanto desiderasse con ardore le carezze di Andrew, obbligandomi a prendere l'iniziativa ogni qualvolta ne necessitava affinché si sentisse protetto ed amato.

"Amato".

Era amore quello che Andrew provava per me?

Chi ama non ti priva della vita.
Chi ama non ti priva della libertà.

Andrew non mi amava.

Era solamente ossessionato da me.

Eppure, i suoi gesti, il suo preoccuparsi di curarmi le ferite inflittami da lui stesso, mi dimostrava quanto realmente tenesse alla mia persona.

Scossi il capo.

No, non era quello il motivo.

La verità era che Andrew non si era ancora stancato del suo nuovo giocattolo.

Padroneggiando a fatica la violenta emozione che mi toglieva il respiro, sentii i nostri liquidi colarmi giù per le gambe.

Strabuzzai gli occhi in evidente imbarazzo.

Ancora una volta, Andrew non aveva usato precauzioni.

《Non abbiamo usato precauzioni...》borbottai flebilmente arrossendo, mettendo a nudo i miei pensieri.

Osservai la sua espressione facciale, la quale era diventata indefinibile.

《Non l'abbiamo mai fatto e mai lo faremo!》rispose risoluto con tono alterato guardandomi fissamente con espressione accigliata.

Sentirgli proferire tali parole mi scioccò totalmente.

《C-cosa?》chiesi con un filo di voce.

Quella domanda risuonò delicata.

Non credevo a quello che aveva appena detto.

Lui era sicuramente a conoscenza di ciò che accadeva se non si usavano le giuste precauzioni, ne ero certa.

Eppure, aveva affermato di non volerle usare.

Il panico mi assalì.

《Hai sentito bene, Phoebe.》affermò con tono glaciale socchiudendo gli occhi sfidandomi a controbattere.

Aleggiò un silenzio penoso per minuti interminabili, rotto solamente dal ticchettio prodotto dall'orologio a pendolo appeso alla parete della cucina, opposta a dove ci trovavamo, finché non formulai quella fondamentale domanda, la cui risposta avrebbe potuto farmi morire seriamente di crepacuore.

Chiusi gli occhi e li strinsi, desiderando con tutta l'anima di poter teletrasportarmi via di lì, lontana da lui e dalla sua pazzia.

《Stai cercando di ingravidarmi?》

ANDREW

《Stai cercando di ingravidarmi?》chiese con voce tremante.

Riflettei seriamente sulla sua domanda, osservando il tremolio del suo corpo, in preda all'ansia.

La immaginai con il pancione, a prendersi cura di un nostro possibile bambino, il quale l'avrebbe legata a me inesorabilmente.

Phoebe sarebbe stata alla mia mercé.
Non avrebbe più desiderato scappare dal sottoscritto.

《Non mi dispiacerebbe...》sussurrai con tono rauco, sulle sue labbra semichiuse dallo sgomento, sorridendo maliziosamente.

Incastrai i miei occhi nei suoi, osservando la paura che fece capolino in essi.

Le accarezzai dolcemente i lunghi riccioli biondi sfiorando le mie labbra sulla sua bocca, ancora semichiusa dallo sgomento causato dalle mie parole.

《Stai tranquilla Phoebe, mi prenderò cura di te, sempre!》le alitai contro stampandole un dolce bacio all'angolo della bocca.

La sollevai cautamente dal bancone, sfilando il mio sesso dalla sua intimità, percependo un debole gemito da parte sua.

《Shhh bambina, adesso, andiamo a pulirci!》affermai salendo le scale con lei tra le mie braccia.

Ci dirigemmo in bagno, inoltrandoci direttamente nella doccia, azionando il getto d'acqua calda che ci accarezzò la pelle, riscaldandoci.
E, facendole appoggiare i piedini a terra, la girai iniziando a lavarle il corpo, delicatamente.

《Oggi verrai con me a lavoro.》dissi informandola.

Notai come le sue spalle si fossero improvvisamente irrigidite, probabilmente in reazione al brutto ricordo di ciò ch'era accaduto l'ultima volta.

Le abbracciai il busto, avvicinando il mio corpo al suo.

《Vedrai John...》le sussurrai sul capo chino, cercando di tranquillizzarla.

La sua reazione non si fece attendere.

Improvvisamente ruotò verso il mio corpo cosicché potesse guardarmi negli occhi.

Le sue dolci iridi scintillarono di gioia al solo sentirlo nominare, facendomi morire di gelosia, che tentai di nascondere dietro un sorriso che di caloroso aveva poco.

Ammirai la sua figura, la quale abbagliava i miei occhi con cotanta perfezione.

Bella come la Venere sorgente dai flutti.

Si avvicinò al mio corpo lentamente.
E, sollevandosi sulle punte dei piedi mi stampò un lungo bacio sulle labbra.

Quasi a ringraziarmi.

Quando si staccò cercando di allontanarsi da me, le strinsi le natiche sollevandola sul mio corpo.
E, appoggiandola la muro, continuai a baciarla con bramosia.
Mai stanco di quelle labbra succose dal sapore di ciliegie mature.

Il mio battito accellerò facendomi affluire il sangue al cazzo che le sfiorò le labbra vaginali bisognoso di averla nuovamente.

Con il respiro affannato, staccai a malincuore le mie labbra dalle sue, rimanendo comunque ad un pugno dal suo viso paonazzo.

《Muoviamoci, prima che ti scopi in questo fottuto box doccia!》ringhiai tra i denti prima di lasciarla andare, terminando di lavarci velocemente.

𝑀𝑦 𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝑂𝑏𝑠𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛Where stories live. Discover now