XVIII✔️

17.5K 395 29
                                    

PHOEBE

Il mio cuore tremante, martellava incessantemente contro il petto all’impazzata.

Quel suo sorriso maligno, non prometteva sicuramente nulla di buono.

Involontariamente indietreggiai, volenterosa di tenere a distanza il grosso e minaccioso corpo di Andrew.

《Adesso hai paura, bambina?》domandò beffardamente deridendomi con voce fredda e canzonatoria.

Posò il viso nell’incavo del mio collo, alternando umidi baci e morsi sulla pelle ancora livida dei marchi che lui stesso ci aveva inflitto, provocandomi strani brividi sia di piacere che di paura.

Digrignai i denti strettamente trattenendo nel petto ansante una bestiale ma giusta ira.

Mi venne come un’insana necessità di essere insolente nei suoi confronti, di offenderlo, di ribellarmi nuovamente contro di lui.

Ero completamente uscita fuori di zucca.

Le sue malate attenzioni stavano iniziando in qualche modo a piacermi.

Provavo una forte confusione mentale.

Questa sua morbosa ossessione nei miei confronti era stata capace di scuotermi al punto da pensare che, in fondo, Andrew aveva un cuore seppur più piccolo di almeno tre taglie del normale.

Cercai di scrollarmi dalla sua potente presa, spaventata dai miei stessi pensieri.

Ma, Andrew, mi tenne talmente stretta a sé da riuscire a percepire perfino il battito frenetico del mio povero cuore impazzito.

《Decisamente…》affermò compiacendosi del mio crescente timore.

I suoi grandi occhi ardevano come un ardente fuoco inestinguibile, nonostante fossero di un azzurro quasi bianco.

Avevo tentato in ogni modo di ribellarmi, di combatterlo.

Ma avevo, ormai, appurato che io ero troppo debole e lui troppo forte.

Mi feci piccola chinando il capo sommessamente, rassegnandomi per l’ennesima volta al suo volere.

Andrew prese a baciarmi la guancia pallida sulla quale scorrevano lacrime silenziose.

Scostò dolcemente i riccioli che mi erano caduti sul viso durante l’inutile dibattermi, come se fosse una giusta carezza la sua.

Non costretta.

Come se fosse un suo diritto accarezzarmi con cotanta dolcezza inadeguata per come mi aveva trattata e per come mi stava tutt’ora trattando.

Le sue mani scesero su di me, stritolando i miei fianchi nell’intenzione di appiccicarmi maggiormente al suo corpo bollente.

Piagnucolai leggermente al suo tocco rude.

Eravamo viso a viso.

Si inumidì le labbra tumide guardando le mie, serrate strettamente tra loro.

Si avvicinò lentamente ad esse, stampando un bacio umido all’angolo della mia bocca, pizzicandomi con il suo lieve strato di barba.

Improvvisamente, scontrò le sue labbra con le mie e, in quel momento mi si fermò il cuore in gola.

Mi baciò con forza, con impeto ed effusione, come se volesse mangiarmi.

Come se non ne avesse mai abbastanza.

Mi sciolsi tra le sue braccia, tremante e in preda ad un infarto per quanto il mio cuore stava battendomi impetuoso.

La mia testa doleva per la miriade d’emozioni che mi stavano assalendo.

𝑀𝑦 𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝑂𝑏𝑠𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛Where stories live. Discover now