XXVII✔️

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PHOEBE

Scappai via furiosamente dalla camera non rivolgendogli la benché minima attenzione.

Che grandissimo stronzo!

Il fumo mi usciva dalle orecchie.

Andrew voleva dominarmi ad ogni costo, su ogni singola cosa.

Lui ordinava ed io dovevo eseguire?
Ma chi si credeva di essere?

Era un dispotico, un tiranno, un prepotente…

Avevo a disposizione altri insulti da affibbiare alla sua persona, tuttavia, mi era salito un brutto mal di testa e, desideravo riottenere la mia solita pacatezza e calma interiore ma, avvertivo una impellente necessità di sfogarmi colpendo qualcosa.

Come bersaglio mi sarei accontentata anche della sua bruttissima faccia di merda, anzi sarebbe stata perfetta.

Ridacchiai malvagiamente, preparando la maledettissima colazione.

Che, aggiungerei, non volevo!

Mi trattava come uno stupidissimo giocattolo.

Si divertiva crudelmente a farmi impazzire.

Un attimo prima era dolce e premuroso, quello dopo era scontroso e dominante.

Un perfetto stronzo!

La mia povera testolina implorava pietà.

Sbuffai intenta a sollevarmi sulle punte dei piedi per raggiungere almeno con i polpastrelli delle dita la mensola contenente la Nutella, per spalmarla sui tost che avevo preparato.
Improvvisamente, una massiccia presenza si appoggiò al mio corpo.
Percepii perfettamente ogni suo caldo e grosso muscolo, sviluppatissimo, che indubbiamente indicavano in lui una forza non comune, a contatto con la mia schiena.

Prelevò la Nutella dal mobile senza sforzo alcuno, poggiandola successivamente sul lavello della cucina.

Non lo degnai d'uno sguardo procedendo a spalmare la Nutella sui tost.
Versai velocemente del succo d'arancia in un bicchiere di vetro, per poi dirigermi con l'intera colazione al bancone dov'era seduto Andrew.

Quest'ultimo iniziò a mangiare nel mentre smanettava, ancora, con il telefono.

Inarcai un sopracciglio osservandolo con curiosità, senza però chiedere alcunché.

Gustammo la colazione in assoluto silenzio, il quale venne improvvisamente rotto dalla sua voce fredda.

《Oggi verrai a lavoro con me!》mi informò con tono deciso, rivolgendomi, adesso, la sua più completa attenzione.

Annuii flebilmente, sentendomi a disagio sotto il suo sguardo gelido e tagliente.

Si alzò di scatto dalla sedia brandendomi bruscamente per il polso.

Mi intimò implicitamente di seguirlo in macchina, non prima di aver impostato il codice installatore d'allarme per la casa.

In macchina mi bendò, come sempre.

Cercai di memorizzare il codice che aveva usato per attivare l'allarme, il quale mi sarebbe stato utile nel caso avessi avuto l'occasione di scappare.

Ma, sfortunatamente, era stato troppo veloce nell'impostarlo, e inoltre, mi era sembrato abbastanza lungo.

Sospirai tristemente.

Giunti al The King's Pub, Andrew parcheggiò, per poi, aprirmi la portiera e privarmi finalmente della benda.
Scesi velocemente dalla macchina venendo, però, bloccata da quest'ultimo, il quale mi stava stringendo con violenza il viso a coppa con una sola mano.

𝑀𝑦 𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝑂𝑏𝑠𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛Where stories live. Discover now