XXV✔️

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PHOEBE

La mano calda di Andrew, occupava quasi del tutto la mia schiena.
Si spostava in movimenti circolari, rilassandomi pian piano.

Socchiusi gli occhi lasciandomi andare a quel suo delicato contatto, godendo del piacevole calore che quest'ultimo emanava.

《Va meglio?》domandò teneramente non arrestando quel meraviglioso massaggio, che lentamente stava calmandomi soavemente i dolori.
Annuii tacitamente, girandomi d’improvviso sulla schiena facendogli sollevare la grossa mano a mezz'aria.
La afferrai dolcemente dirigendola di nuovo sul mio stomaco, intimandogli silenziosamente di continuare.
Prese a massaggiarmi la pancia applicando una leggera pressione ogni tanto, attenuando i dolorosi crampi al basso ventre.

Lo guardavo curiosamente da sotto le ciglia.
Era così dolcemente attento nel toccarmi in quel momento.
Completamente concentrato nell'intento di scacciare via il dolore dal mio corpo.

A volte sapeva mostrarsi davvero premuroso nei miei confronti.
Così protettivo, da farmi dubitare della sua reale persona.

《Preferiresti una foto, bambina?》domandò beffardamente con un ghigno sarcastico senza distogliere lo sguardo da ciò che stava facendo.

Come diamine aveva fatto?

Impanicata, volsi la mia attenzione al film, fingendo di ignorarlo.

Avvertii un leggero risolino da parte sua, che mi fece imbronciare, offesa.

Quando il tintinnio del campanello echeggiò per l'immenso salone, Andrew si sollevò dal comodo divano dirigendosi velocemente alla porta.
Incuriosita, lo seguii con lo sguardo, volendo sapere chi ci fosse dietro la porta.
Quest'ultima si aprì rivelando la figura alta d'un uomo.
Il suo sguardo, rivolto ad Andrew, era colmo di rispetto e affetto.
I suoi occhi erano di un nocciola tendente al nero, pericolosi.

Proprio come Andrew, trasmetteva evidente pericolo da tutti i pori.

Quando l’uomo rivolse un ghigno divertito verso la mia direzione, distolsi velocemente lo sguardo, spaventata.

Andrew bastava e avanzava a rendere la mia vita impossibile.

Con la coda dell'occhio notai che avesse passato una busta ad Andrew, per poi, scomparire chiudendosi la porta alle spalle non prima di aver scoccato un’occhiata eloquente ad Andrew.
Quest’ultimo si avvicinò al divano posando la busta sulle mie gambe, intimandomi con lo sguardo ad aprirla.
Con stupore osservai ogni prodotto possibile ed immaginabile per i dolori mestruali, nonché degli assorbenti della marca migliore e una borsa d'acqua calda che avrebbe calmato i crampi al basso ventre.

Mi alzai velocemente dal divano, intenzionata al più presto ad andare in bagno per docciarmi e indossare immediatamente un assorbente pulito.
Il movimento brusco, però, mi provocò un forte crampo che mi fece sibilare dal dolore, arrestandomi sul posto.

Due braccia muscolose mi sollevarono cominciando a trasportarmi su per le scale in direzione della camera.
Giunti al bagno, Andrew mi appoggiò al marmo del lavabo, azionando, poi, il getto d'acqua calda della doccia.
Lo osservai confusamente con le mani strette attorno alla pancia dolorante, preparare asciugamani e flaconi di bagnoschiuma.
Mi si avvicinò posando le enormi mani sulla stoffa della felpa che mi copriva lo stomaco, iniziando a sollevarla.

Impaurita, mi dimenai al suo tocco.

Comprendendo la motivazione della mia ribellione, si posizionò in mezzo alle mie gambe, allineando il suo viso al mio.

《Niente sesso per oggi bambina...》sussurrò con tono dolce tranquillizzandomi.
《Anche se, devo ammettere che il sangue mi eccita...》continuò con tono rauco e basso guardando nei miei occhi, i quali si erano spalancati dopo aver udito le sue ultime parole.

Ridacchiò maliziosamente beffeggiandosi della mia paura.

Prese a sfilarmi la felpa passando poi al pantaloncino che scese lentamente sulle mie gambe.

Notai con orrore l'orribile presenza di un'enorme chiazza rossastra al centro di essi.

Andrew se ne accorse ma finse di non aver visto nulla, gettando l'indumento nel cesto dei panni sporchi, insieme al reggiseno e alle mutandine, anch'esse impregnate di sangue.

Provavo molta vergogna in quel momento e di riflesso abbassai il capo in preda ad una crisi isterica dovuta all'intera situazione.

ANDREW

Osservai attentamente come i suoi occhi limpidi si fossero velocemente scuriti alla vista del suo stesso sangue.

Compresi quanto si sentisse a disagio in quel momento.
Ciò l'aveva portata a distogliere il suo sguardo dal mio.

Mi spogliai anch'io rimanendo nudo dinanzi a lei, la quale aveva ancora lo sguardo basso, rivolto al pavimento lucido.
Le cosce morbide e bianche erano leggermente divaricate, lasciandomi intravedere l'intimità di Phoebe grondante di sangue.

Poggiai le mani sul marmo, posizionandomi in mezzo a esse, intrappolandola tra le mie grosse braccia.

Phoebe sollevò improvvisamente la testa, guardandomi impaurita dal mio gesto.

Le acciuffai il viso, stampando un’infinità di dolci baci sulle sue carnose labbra d’un tenero colore rosa che sapevano di cioccolato al latte.
Avvicinai il mio bacino alla sua intimità, sporcando il mio membro, impetuosamente eretto, del suo sangue mestruale.

Era imbarazzata la mia piccola Phoebe.
Poggiò le mani sul mio petto, cercando di porre una certa distanza tra i nostri corpi, ma glielo impedii, avvicinandomi maggiormente.
《A-andrew i-io n-non...》
Non la feci finire di parlare dicendo con tono serioso:《Non avere vergogna, non mi disgusta nulla di te, Phoebe...》

La sua pressione sul mio petto si attenuò divenendo una carezza quasi impercettibile, ma che insolitamente l’avvertii accarezzarmi l’anima ormai intrisa di tenebre da tempo immemore.

Improvvisamente, la sollevai tra le mie braccia dirigendomi verso il box doccia in cui l'appoggiai a terra, girandola, cosicché fossi alle sue spalle.
Le avvolsi possessivamente un braccio attorno allo stomaco obbligandola ad appoggiarsi a me, dopo aver notato come le sue gambe traballassero convulsamente per il dolore.
Presi a strofinarle delicatamente il corpo, pulendola nel mentre, Phoebe quasi si addormentò grazie al mio tocco gentile.

Quando ebbi finito, chiusi il getto prelevando velocemente due morbidi asciugamani.
Indossai il mio per poi avvolgerla nel suo, e, sollevandola nuovamente tra le mie braccia, la portai direttamente in camera dove la adagiai sul letto, in cui cominciò ad asciugarsi.
La imitai, non smettendo di osservarla nel mentre indossava la mutandina con l'assorbente e il reggiseno bianco, candido come la sua pelle.
Si diresse, poi, verso il lato sinistro del letto, rannicchiandosi in posizione fetale, fissando stancamente la quantità elevata di alberi che si elevavano dalla finestra.

Stava pensando a scappare o semplicemente, era affascinata dalla natura che si ergeva oltre la finestra?

Indossai dei boxer, dirigendomi al suo fianco, dopodiché, mi posizionai alle sue spalle abbracciandole la vita.
Presi a massaggiarle la pancia in movimenti circolari, beandomi dei sui deliziosi mugolii, finché chiuse gli occhi lentamente addormentandosi del tutto.

Osservai affascinato la figura dormiente ancora per qualche minuto e, sdraiandomi cautamente dietro il suo morbido e piccolo corpo chiusi lentamente gli occhi cadendo, soddisfatto, tra le braccia di Morfeo.

𝑀𝑦 𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝑂𝑏𝑠𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛Where stories live. Discover now