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PHOEBE

Mi asciugai il volto guardandomi nello specchio, osservando con amarezza ogni linea del mio viso, mai stato così pallido, bene rischiarato da occhi tristi e grandi.

Lavai energicamente i denti nel mentre la vasca si riempiva d'acqua calda e schiuma bianca.

Attesi che si fosse riempita fino all'orlo per poi chiudere il rubinetto e filare velocemente in cucina a preparare la colazione, per me e Andrew.

Tutto ciò, lo feci ignorando l'ingombrante presenza di quest'ultimo, il quale si trovava comodamente appoggiato con le larghe spalle alla testiera del letto, osservando minuziosamente ogni mio singolo movimento.

Da parte mia, lo evitavo prudentemente.

Proprio come avevo fatto nel corso degli ultimi due giorni.

Ma, ero consapevole ovviamente, che questa sua fittizia calma, non sarebbe durata poi tanto a lungo.

Mi stava semplicemente lasciando il tempo di metabolizzare l'accaduto, ma non avrebbe atteso ancora per molto.

Nonostante avessi fatto tutto ciò che mi chiedesse, cioè badare a lui e ai suoi bisogni, sapevo che Andrew anelava a molto di più.

Sospirando, pensosa, riscaldai le due tazze di latte, aspettando il suo imminente arrivo in cucina.

E, proprio nel momento in cui posai il tutto sul bancone, quest'ultimo fece la sua apparizione accomodandosi sullo sgabello, iniziando a mangiare silenziosamente.

Lo imitai, cibandomi a testa bassa.

Posizione che compresi non amasse molto.

In quanto, ogni qualvolta chinavo la testa, prontamente mi rimproverava ordinando di guardarlo negli occhi e di non distogliere lo sguardo dal suo, intenso, vitreo, gelido, appassionato.

Ricordandomelo, alzai velocemente il capo rivolgendo, però, la più completa attenzione alla mia abbondante colazione.

Scesi dallo sgabello, lentamente, dirigendomi al lavello in cui pulii le stoviglie appena usate.

Avvertii improvvisamente il corpo caldo di Andrew appoggiarsi al mio, avvolgendomi la vita con le sue robuste braccia, cingendomi quasi come se stesse cercandomi il cuore con una tenerezza immateriale.

Non provavo paura, ma tutto ciò che si compiva nel silenzio di quell'attimo mi commoveva fino alla gola e, ciò non poteva avvenire.

Strinsi rabbiosamente i denti serrando le mani in due pugni chiusi, maledicendomi per le emozioni che stavano scombussolandomi lo stomaco.

《Per quanto ancora hai intenzione di ignorarmi, Phoebe?》mi bisbigliò nell'orecchio, avvolgendo un suo muscoloso braccio intorno al mio collo.

Sollevai di scatto il capo, poggiando il retro testa contro il suo petto percependo accelerato il palpito di quest'ultimo.

《È una conseguenza al tuo comportamento.》risposi risoluta con il mento alzato.

Mi guardò stupito, poi, continuò a fissarmi in viso, sfrontatamente, nel mentre mi stringeva maggiormente a sé.

Calò lentamente nell'incavo del mio collo, stampandomi un umido bacio sulla calda pelle di esso.

《Chiuderò un occhio solo perché non ti sei ancora ripresa dalla precedente punizione...》sussurrò contro la mia pelle provocandomi un brivido intenso che mi percorse interamente il corpo.

Volutamente lo ignorai, continuando a strofinare vigorosamente la spugna imbevuta di acqua e sapone sulle stoviglie sporche.

Evitavo costantemente, e con una specie di paura, il suo sguardo inesprimibile.

𝑀𝑦 𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝑂𝑏𝑠𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛Where stories live. Discover now