XXXIV✔️

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PHOEBE

Crollai rovinosamente tra le sue enormi braccia permettendogli che mi coccolasse con i suoi dolci baci.

Mi sentivo sfibrata.
Avvilita.

Ancora una volta avevo permesso che toccasse il mio corpo come se realmente fosse di sua proprietà.

Si era insinuato con straordinaria forza nella mia mente, confondendomi i pensieri, abbattendo le mie barriere.

L'attimo prima stavo crogiolandomi nella disperazione più totale per il distacco avuto con John, l'attimo dopo stavo godendo grazie all'abile tocco di Andrew, l'uomo che probabilmente era anche il responsabile di tutto il dolore che stavo patendo.

Tuttavia, il suo modo di darmi conforto lo aveva reso ai miei occhi più umano.

Andrew era stato davvero in grado di distrarmi dalla tristezza che avvolgeva il mio cuore.

Sollevai leggermente gli occhi verso i suoi.

Erano cosi magnetici.

Mi scrutava pensieroso.
Non era la prima volta che lo beccavo ad osservarmi in quel modo.

I suoi occhi non mi lasciavano mai per più di pochi secondi.
Come se togliermi gli occhi di dosso, per lui fosse fisicamente impossibile.

《P-possiamo tornare a casa?》chiesi dolcemente con tono a malapena percettibile.

Ero intenzionata a ripulire ogni residuo dell'orgasmo rimanente sul mio corpo, e inoltre, avevo una gran fame.
A conferma di ciò, la mia pancia produsse un brontolio basso.

Avvampai imbarazzata sotto lo sguardo attento di Andrew.

Quest'ultimo ridacchió sguaiatamente, divertito, sollevandosi dal mio corpo, intimandomi di fare lo stesso.

Mi alzai in piedi lentamente, cercando di non cascare sul pavimento a causa del tremore incontrollato che colpì le mie gambe.

Mi guardai intorno cercando i miei slip, notandoli spuntare dalla tasca del pantalone di Andrew.

Intimidita, mi avvicinai cercando di impossessarmi di essi, ma, venni prontamente bloccata dalla sua grossa mano.

Spaventata, cercai di indietreggiare.

《I-io...L-le...Mie m-mutandine...》balbettai confusamente tentando di spiegare il motivo del mio avvicinamento improvviso.

Mi scrutó a fondo sorridendo maliziosamente.

《Adesso sono mie.》affermò deciso iniziando ad annusarle compiaciuto.

Spalancai leggermente la bocca, imbarazzata dall'espressione sfacciata situata sul suo bel volto.

《M-ma...》mugolai con la vergogna dipinta sul mio volto piagnucolando intenzionata a farlo ragionare.
《Ancora continui a contestare ogni mio ordine, Phoebe?》chiese lapidario lanciandomi uno sguardo glaciale.

Mi ammutolii immediatamente, distogliendo lo sguardo dal suo, sentendomi minacciata.

Poggiando delicatamente una mano sulla mia schiena mi intimò a uscire dalla porta, non prima di abbassarmi leggermente la gonnellina, coprendomi da occhi indiscreti.
Camminai in direzione dell'auto a capo chino, percependo i residui dei miei umori imbrattarmi le cosce che sfregavano tra di loro.

Mi sentivo estremamente a disagio.

Cercai di camminare a passo lento, evitando che i miei liquidi colassero giù per le gambe.

Arrossii furiosamente imprecando a bassa voce.

ANDREW

Notai Phoebe arrossire e borbottare imprecazioni tra sé e sé.

Era a dir poco esilarante.

Inarcai un sopracciglio verso l'alto notando le sue gambe stringersi strettamente tra loro.

Sorrisi maliziosamente.

Adoravo vederla così in difficoltà.

Mi tolsi la giacca avvicinandomi a lei.
Gliela arrotolai sui fianchi in modo da coprirle bene le gambe, dopodiché la sollevai tra le mie braccia.
Mi abbracciò teneramente il collo con le sue magre braccia, tenendosi stretta a me.

Arrivati in macchina la bendai nuovamente per poi iniziare a guidare in direzione della villa.
Giunti a destinazione, le aprii lo sportello liberandola dalla costrizione della benda.

Ci recammo in casa silenziosamente.

Le lanciai un'occhiata divertita, osservandola camminare a passo blando verso le scale.

《Ti và se ordiniamo le pizze?》domandai distogliendo lo sguardo dal suo, osservandola, però, con la coda dell'occhio.
Annuì teneramente con la testa.
《P-posso f-farmi una doccia, per favore?》chiese dolcemente dondolandosi sulle punte dei piedi, alquanto imbarazzata.

Acconsentii tacitamente dirigendomi in cucina per ordinare le pizze, che arrivarono giusto dopo una mezz'oretta.

Salii velocemente le scale in direzione della camera da letto, notando Phoebe indossare una mia t-shirt che la copriva fino alle cosce.

Ridacchiai maliziosamente.

Nonostante possedesse un suo pigiama, preferiva indossare le mie t-shirt.

Ghignai con malizia, avvicinandomi silenziosamente alle sue spalle, e circondandole lo stomaco con le mie braccia la pressai leggermente contro il mio corpo.

Sobbalzò spaventata per poi rilassarsi riconoscendo il mio tocco.

《Scendi con me, bambina...》alitai contro il suo orecchio per poi morderlo giocosamente.

La presi per mano e ci dirigemmo in cucina.

Mangiai con lei sul mio grembo.

Inutile dire che mangiò solamente due fette, porgendo a me la rimanenza della sua pizza.

Sbuffai contrariato rimproverandola con lo sguardo.

Phoebe si mosse a disagio sul mio grembo distogliendo lo sguardo dal mio.

《S-sono s-sazia...》sussurrò debolmente sfregandosi gli occhi, assonnata.

La scrutai attentamente osservando il suo bianco viso.

Stava per crollare dal sonno.

《Okay bambina, è ora di andare a dormire!》annunciai sollevandoci dallo sgabello.

Arrivati in camera, la adagiai sul morbido letto accarezzandole i capelli.

Inconsapevolmente, nel sonno, il suo corpo cercava le mie carezze e le mie attenzioni.
Ciò mi scaldò il cuore, il quale batteva all'impazzata per l'emozione che stavo provando osservandola dormiente al centro del mio letto.

Sorridendo mi diressi in bagno per fare la doccia, dopodiché ritornai in camerai con solo i boxer.
Mi posizionai alle sue spalle e l'abbracciai sotto la coperta, stringendola saldamente a me, sprofondando nel suo dolce profumo.




𝑀𝑦 𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝑂𝑏𝑠𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛Where stories live. Discover now