1. Marrone non è solo la torta al cacao

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Da quell'incontro in terrazzo al tramonto era passato più di qualche giorno e febbraio era iniziato con i peggiori auspici. Dopo una mattinata di studio in biblioteca, Marzia stava tornando a piedi dall'università, mentre un cielo bianco come un lenzuolo appena lavato non prometteva che dei fiocchi di neve. Si riscoprì a pensare di nuovo a quei pochi minuti in cui aveva scambiato sue parole con Dušan. 

Da quella sera non lo aveva più incontrato, eppure era rimasta incantata a pensarci diverse volte: stesa sul letto prima di addormentarsi, mentre faceva colazione, quando era a lezione e si distraeva dalle parole dei suoi professori. Le sembrava semplicemente surreale che uno come lui, che continuava a vedere in televisione, i cui gol stavano facendo esaltare i giornalisti, le avesse detto che era abituato a stare al freddo, parlando con lei come se fosse un suo compagno di università. 

Marzia sapeva di star reagendo in maniera strana: non avevano avuto alcun tipo di conversazione profonda o illuminante, eppure sembrava surreale solo che lo avesse visto dal vivo. Non amava la sua nuova squadra, non amava neppure il tipo di calcio che lo costringeva a giocare il suo nuovo allenatore, e alla fine neanche aveva capito perché avesse deciso di cambiare squadra a metà campionato, quando stava facendo così bene a Firenze.

Voltando la testa qua e là per le vie del centro, Marzia passò davanti proprio al negozio della Juventus, dove vide in primo piano la maglietta di Dušan con il sette sulle spalle. Alzò gli occhi al cielo: sembrava che quel pensiero la perseguitasse. Si era stupita soprattutto per il fatto che le sembrasse un tipo davvero alla mano, tranquillo e senza pretese. Probabilmente tutto il contrario del precedente numero sette di quella squadra. Sorrise tra sé e sé a quel pensiero, prima di svoltare l'angolo e gettare un'altra occhiata in alto. Avrebbe dovuto sbrigarsi a tornare a casa prima che fosse iniziata la nevicata che il cielo stava promettendo da quella mattina.

Tornò con la mente al filo dei suoi pensieri quando le arrivò un messaggio sul cellulare, che prese in mano subito dopo. Era di nuovo Alessandro: non demordeva neanche dopo aver inviato sei messaggi senza risposta. Sospirò, contrariata, riponendolo in tasca. Non voleva sentirlo, non voleva che le rovinasse, di nuovo, la giornata, come aveva fatto qualche settimana prima. 

Era proprio quello il problema nell'avere a che fare con Alessandro: era troppo emotiva e impulsiva e cedeva sempre. Marzia si definiva l'esempio perfetto di lunatica: viaggiava sulle sue emozioni, reagiva al mondo intorno a sé, a quello che le dicevano le persone, agli approcci che aveva con gli altri, come se fossero una questione di vita o di morte. E per quel motivo cambiava modo di reagire, emozioni, e soprattutto umore, come cambia il vento. Quando vide il cancello posteriore dell'appartamento di Giulia gioì, portando un lembo della sciarpa rossa dietro la spalla. Non vedeva l'ora di stendersi a letto con un bel tè caldo e l'ultima puntata della nuova sit-com che stava seguendo.

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"Io vorrei sapere perché ti vengono queste idee quando potresti andare semplicemente a dormire!" esclamò Marzia, spostandosi sul divano dopo aver acceso la tv. Aveva passato gran parte del pomeriggio nella sua camera, e alla fine si era anche addormentata grazie al tepore del suo plaid di pile. Non appena si era svegliata aveva deciso che avrebbe dovuto attivarsi altrimenti sarebbe rimasta acciambellata a letto per il resto della serata. Aveva infilato il suo completo da allenamento, leggings e reggiseno sportivo color borgogna, ed era andata verso il salotto per accendere la tv e godersi la sua lezione di yoga. Aveva trovato Giulia che pasticciava in cucina, un grande open-space che dava direttamente sulla sala da pranzo, comunicando con un grande arco in pietra con il salotto.

"Non è mica colpa mia se questa neve ha bloccato tutto quello che dovevo fare! Volevo uscire" piagnucolò, pesando la farina sulla bilancia. Aveva avuto una mattinata parecchio difficile, da come aveva riferito a Marzia: il professore di linguistica inglese l'aveva rimandata al parziale successivo, e Giulia si era infuriata perché secondo lei era ingiusto. Fortunatamente Marzia aveva deciso di dare l'esame completo a giugno. Sapeva che per consolarsi Giulia andava solitamente a fare shopping. Purtroppo, appena Marzia era entrata in casa, aveva iniziato a nevicare fitto. Quella neve si era trasformata velocemente in una vera e propria bufera che stava attraversando la città, costringendole in casa.

Neighbourhood Romance | Dušan VlahovićDove le storie prendono vita. Scoprilo ora