9. Sguardo in alto e lingua lunga

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Quando Marzia aprì gli occhi quella mattina un sorriso le illuminò il viso non appena si rese conto di che giorno fosse: domenica, il che significava che tra qualche ora sarebbe andata allo stadio a vedere la partita. Quando entrò in bagno si disse di essere agitata come ogni volta che doveva andare a guardare la sua squadra giocare dal vivo. Non c'entrava affatto che a invitarla fosse stato Dušan, e che sarebbe stata seduta in tribuna con un accredito riservato a suo nome.

Si era convinta ad andare a letto decisamente tardi la sera prima, complice l'eccitazione che non le aveva fatto chiudere occhio. Così si era svegliata altrettanto tardi, ed erano oramai le dieci e quaranta quando entrò in cucina per prepararsi una tazza di latte e caffè. Come ogni mattina.

Stretta nel suo pigiama lilla con gli elefantini ricamati color pastello, afferrò con la mano destra la sua tazza dopo avervi versato il latte, mentre nella sinistra teneva già una brioche che stava mangiucchiando. Si accomodò così sulla sedia del tavolo della sala da pranzo, iniziando a scrollare su Instagram come ogni santa mattina. Era diventato come il quotidiano al bar.

Si ritrovò così a guardare le storie di Giulia, che la sera prima era andata a mangiare con Edoardo in un lussuoso ristorante immerso nella neve. A volte le invidiava la facoltà economica di suo padre: poteva viaggiare quanto voleva, aveva a disposizione tutto quello che le serviva, non doveva mettere da parte soldi, aspettare le ricorrenze per ricevere qualcosa che voleva tanto ma non si poteva permettere. Giulia aveva tutto, e Marzia si stupiva della facilità con cui pensava le cose potessero arrivarle.

Era vero, neanche lei lavorava, si ritrovò a pensare, sbocconcellando gli ultimi pezzi della brioche. I suoi le avevano detto che non c'erano problemi, le avrebbero pagato la camera. Poi si era trasformata in quella enorme in casa di Giulia, ma il prezzo non era aumentato. Eppure d'estate aveva sempre trovato un lavoretto per mettere da parte dei risparmi per l'anno successivo, per togliersi qualche sfizio e potersi pagare con i suoi soldi delle uscite o una cena.

Non seppe perché ci stesse pensando in quel momento, ma venne distratta dall'algoritmo di Instagram, che le propose un video di Dušan mentre segnava l'ultimo gol in campionato. Certo che ti fa vedere lui, passi ore sul suo profilo! si ritrovò a pensare, sorridendo quando lo vide esultare sullo schermo. Non lo vedeva da due giorni, da quando l'aveva consolata sulle scale, mentre si inzuppava incurante della sua crisi di pianto. Strinse le labbra l'una con l'altra, scacciando via quel pensiero: la cosa più importante di quella giornata girava tutta intorno a lui.

Marzia sussultò quando sentì rimbombare nella stanza il suono stridulo del campanello. Aggrottò le sopracciglia: come poteva Giulia essere già rientrata? Aveva dimenticato di ritirare qualche pacco in portineria? Si alzò dalla sedia e, con i piedi svelti stretti nelle pantofole pelose, raggiunse lo schermo dello spioncino. Quando questo si illuminò altrettanto fece il viso di Marzia, vedendo dall'altro lato della porta Dušan abbigliato con il suo completo di rappresentanza.

Prima di aprirgli gettò un'occhiata allo specchio accanto a lei: tolse la maglia del pigiama dentro i pantaloni, si lisciò i capelli con le dita, incrociando poi le braccia in corrispondenza del seno. Si sentiva decisamente troppo esposta. Aprì poi la porta di casa, alzando lo sguardo e trovandoselo davanti, involontariamente ordinato e ignaro dell'ascendente che avesse su di lei vestito in quel modo.

"Buongiorno Marzia, allora riesci ad arrivare allo stadio sana e salva?" esordì, e guardando il suo sorriso aperto Marzia si disse che davvero sarebbe stato un buongiorno. Elaborò subito dopo quella sua battuta ironica, e alzò gli occhi al cielo, ripagandolo con la stessa moneta.

"Buongiorno a te. Sì, prendo l'autobus, spero l'autista mi faccia arrivare in tempo, traffico permettendo" sciorinò velocemente, tenendo gli occhi azzurri puntati sui suoi scuri e ammalianti. Si sorreggeva con il braccio destro allo stipite della porta, e la guardava dall'alto in basso come sempre, come se potesse scrutarla da una prospettiva tutta personale.

Neighbourhood Romance | Dušan VlahovićDove le storie prendono vita. Scoprilo ora