12.2. Rimescolare le carte in tavola

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Ma alla fine mi hai
trovato alla
terza volta
che cercavi? 😛
22:43

Quando Dušan prese finalmente l'iPhone tra le dita, mentre il massaggiatore manipolava i muscoli delle sue gambe, quello fu uno degli ultimi messaggi che si ritrovò sulla schermata di blocco. Lanciò un'occhiata al lettino accanto al suo, dove Loca se ne stava tranquillo ascoltando musica con gli auricolari, completamente disinteressato al numero sette juventino. Si concesse così un sorriso, tornando a leggere quelle stesse parole sulla chat aperta con Marzia. La dea sobillatrice, ecco chi era per Dušan la mora dagli occhi di zaffiro. E in quel momento si ritrovò a desiderare con tutto sé stesso il momento in cui avrebbero ricominciato il gioco della provocazione, di cui sembrava non si stancassero mai. Neanche dopo essersi concessi l'una all'altro.

Ti avevo trovato
dal riscaldamento.
Ma mi piaceva
avere una scusa
per vedere cosa
facevi😏
23:33

Se la immaginò in quel momento alla fine del corridoio che portava al garage. E si chiese se avesse già visto l'intervista rilasciata a bordo campo, dopo la fine del match, dopo aver scambiato le battute rivelatrici con Paulo. Era stato un incosciente, Dušan lo sapeva fin troppo bene. Come sapeva altrettanto accuratamente che se ne sarebbe parlato, di quella dichiarazione, sui social e non.

Non volle darci troppo peso, dopotutto non aveva fatto nomi. Ma nella sua testa era ben chiaro quale fosse il viso del suo portafortuna. Lo stesso che gli si presentò davanti in quel momento, quando gli vibrò il cellulare tra le dita, segnale dell'arrivo di un altro messaggio.

Ti aspecto🫢
23:35

Si concesse di ridacchiare a quel messaggio, aprendo subito dopo la foto che lo accompagnava. E la risata si trasformò in un sorriso affettuoso, guardando la sua espressione buffa mentre indicava con un dito inanellato il cartello indicante l'uscita degli spogliatoi.

Lo smalto rosa era sbeccato, le labbra piene e rosse leggermente screpolate, i capelli mori le ricadevano disordinatamente sulle spalle. Quanto sei bella si lasciò scappare nella sua testa, scuotendola subito dopo; per non destare sospetti finse di aver sentito dolore mentre il fisioterapista gli massaggiava gli adduttori. Il dolore lo sento da un'altra parte si disse, tornando alla chat con Marzia.

Tra poco
arrivo😘
23:36

Si arrese a inviarle, conscio che, dopo quel massaggio, ultima tappa del rito post-partita, si sarebbe finalmente cambiato per raggiungerla, recuperando anche il pallone firmato da tutti i suoi compagni. Ci teneva nell'avere un ricordo della prima tripletta per la Juventus, come aveva fatto anche a Firenze. Aveva ancora quel pallone della partita contro il Benevento esposto in camera. Gli avrebbe fatto compagnia la nuova sfera da gioco della Serie A.

In quel momento gli vennero in mente le battutine che avrebbe potuto partorire la mente sempre arguta di Marzia, alla vista della sfera firmata. Si crogiolò ancora per qualche istante in quella aria frizzante dell'attesa, pregustandosi il momento in cui l'avrebbe stretta, quando le avrebbe finalmente stampato un bacio sulle labbra rosso fuoco. Quando sarebbe stato un po' più vicino a risolvere il rebus nella sua mente.

Marzia si strinse nel cappotto di pelle e pelliccia nero, sistemando i pantaloni rossi sulla vita; strinse il ciondolo con il lupetto tra le dita, voltando lo sguardo sulla bionda accanto a lei, che aveva iniziato ad allontanarsi per andare incontro al ragazzo appena uscito sul corridoio.

Alice abbracciò suo marito, e Marzia lasciò che sulle sue labbra si formasse un sorriso spontaneo, alla vista di tanto affetto. Li vide avanzare in quel momento verso di lei, gli occhi puntati proprio su Marzia, l'unica rimasta davanti all'uscita del garage. Non fare figure di merda si premurò di ordinarsi, stampandosi in viso un sorriso di cortesia.

Neighbourhood Romance | Dušan VlahovićDove le storie prendono vita. Scoprilo ora