12.1. Un quadrifoglio rosso fuoco

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Dušan se ne stava tranquillo sul divano della lounge room, le spalle addossate allo schienale, le Beats sulle orecchie, ascoltando la playlist che impostava sempre per il pre-partita. Armeggiava con il cellulare in attesa che venissero chiamati per riunirsi davanti all'autobus che li avrebbe condotti allo stadio. Stranamente non si sentiva troppo in ansia dopo la rifinitura e l'ultima riunione tecnica.

A differenza di Paulo, che continuava a sbattere un piede per terra, urtando Dušan con il ginocchio. Alzò gli occhi al cielo, ma decise di stare zitto: sapeva quanto l'argentino fosse ansioso prima delle gare più importanti, e di certo quella contro l'Inter non era da meno. Non voleva deconcentrarlo.

Davanti agli occhi gli apparve l'ultimo post di Alyssa pubblicato su Instagram, giusto qualche minuto prima. Era distesa su un divano fucsia, abbigliata con vestiti costosi ed eleganti per la copertina di una rivista. Dušan si fermò a notare la pulizia dei dettagli, l'editing maniacale, la posa a esaltare le sue curve perfette. Rammentò in quel momento l'ultima notte in cui aveva saggiato la sua pelle con le dita, quando era stato a casa sua.

Le settimane seguenti erano state un'allucinazione, una piacevolissima fantasia. Sembrò ricordarglielo il suo stesso cellulare che, sotto il ritmo incalzante dell'ultimo successo reggaeton, allo scorrere del pollice sullo schermo, gli offrì l'ultima foto di Marzia, in una insensata e paradossale coincidenza.

Il suo viso entrò nel campo visivo di Dušan con la solita potenza; il suo primo piano era placido e sorridente, e indossava una delle felpe acquistate dopo consultazione fotografica con lui. I suoi occhi erano di un azzurro splendente; Dušan si ritrovò a pensare al sabato precedente, a quando il suo sguardo l'aveva colta allungata sul suo letto, i capelli aperti a ventaglio sul cuscino inamidato, quelli stessi occhi tanto intensi da stregarlo. Si rivide con il battito rimbombargli nelle orecchie, quando aveva addossato il suo corpo a quello di Marzia, morbido ed esile sotto le dita.

E come se il fato stesse giocando nella sua stessa squadra e gli avesse appena servito un assist, l'iPhone gli vibrò tra le mani, facendolo svegliare da quel sogno a occhi aperti. Avrebbe voluto soffocare il sorriso nato sulle labbra appena vista la notifica, eppure il suo corpo non collaborava. Così, quando aprì la chat con Marzia e guardò la foto appena inviatogli, si concesse il lusso di rimirarla per diversi secondi, imprimendosi nella mente i dettagli come se la stesse osservando di fronte a lui, intenta a chiacchierare e a lanciargli le sue occhiate intriganti. E le parole che accompagnavano l'immagine non erano meno evocative.

Stasera
mi trovi così
in tribuna,
daje tutta❤️
18:12

Dušan abbandonò con gli occhi lo schermo quando sentì dei colpi ripetuti sullo stinco destro. Mise in pausa la musica e alzò lo sguardo su Paulo, l'argentino che l'osservava con un cipiglio furbo.

"Come ti sei illuminato!" esclamò, e Dušan si costrinse a togliere le Beats dalle orecchie perché sapeva che Paulo avrebbe ignorato qualsiasi sua scusa. Era riuscito, per quei tre giorni di concentrazione e preparazione per la partita, a non lasciare margine di inchiesta ai suoi compagni. Così lo avevano lasciato stare, non avevano fatto domande, e lui era stato contento di tenersi per sé quel caos che stava diventando la sua testa.

"Déjame adivinar* [Lasciami indovinare] quale delle due ragazze ti ha scritto..." sciorinò ironicamente, facendo alzare gli occhi al cielo a Dušan. Sapeva che Paulo volesse soltanto aiutarlo a dirimere i suoi pensieri, eppure il fatto che fosse tanto insistente lo mandava fuori di testa. Pensò in quel momento che gli servisse un diversivo per distrarsi dalla partita. E allora Dušan si arrese a quella indagine per il bene dell'amico. E della squadra.

Neighbourhood Romance | Dušan VlahovićDove le storie prendono vita. Scoprilo ora