19.2. A volte servirebbe tradurre i pensieri in parole

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"Che coglioni che sono" sospirò Dušan, chiudendo il portatile ancora sistemato sul tavolo da tè. Dopo un'altra chiacchierata, e una cospicua quantità di battute e insulti, erano riusciti a staccare la chiamata, solo per promettersi nuovamente altri tipi di ritrosie l'indomani. Marzia schiacciò le spalle contro lo schienale del divano, stiracchiandosi.

"Ti vogliono bene" commentò le parole esauste di Dušan, prima di alzare lo sguardo su di lui, che si era alzato dal divano solo per sistemare il joystick di nuovo al suo posto, sul mobile sotto il televisore. Ma quando tornò di fronte a lei si accomodò dall'altra parte, vicino alla penisola che abitualmente occupava. Anche se non su di essa.

"Sì, sono diventato il bersaglio dei loro insulti adesso" constatò, centrando Marzia nell'inquadratura dei suoi occhi. Non aveva fatto altro, in quegli ultimi minuti di chiamata, che anelare il momento in cui l'avrebbe chiusa. In cui, a mezzanotte inoltrata, avrebbe potuto distendere le gambe, lasciarsi andare alla tranquillità, e concedersi la pausa dalle inquietudini. La pausa con Marzia, quella che non avrebbe mai pensato di poter ottenere quella sera. Quella che continuava a cercare sempre, nonostante i loro impegni facessero di tutto per tenerli lontani.

"L'hai voluto te, eh!" fu rapida a ricordargli lei, puntandogli l'indice sinistro contro. Marzia aveva appoggiato l'avambraccio opposto sullo schienale del divano, e sorreggeva la testa con il palmo della mano. Erano di nuovo seduti vicini, a una ridicola distanza, tanto che la stoffa del suo cardigan gli solleticava il braccio sinistro, arenato sul cuscino del divano. Ma non erano soltanto vicini fisicamente, perché Marzia, azzardandosi a incontrare il suo sguardo scuro, lo ritrovò tanto ricolmo di quiete da farle stringere lo stomaco.

Amava quando Dušan ribolliva di competizione, quando si sbracciava verso i compagni, quando si lanciava sulla palla. Amava anche quando Dušan gareggiava con le parole, sottili trame ed eloquenti sguardi ad accompagnarle, bruciante di sfida. Ma si era scoperta, nel profondo, ad amare ancora di più quando Dušan era sereno.

La sfumatura dei suoi occhi appena sveglio, ancora imbronciato dal sonno, che si scopriva a guardarla e tendeva le labbra. Il modo in cui si era proteso verso di lei nel momento in cui lo aveva pregato di baciarla, dopo essersi lasciati scappare quanto si fossero mancati a vicenda, in terrazzo. Quell'agire spontaneo e appagato sembrava avere su di lei più potere degli sguardi traboccanti di desiderio. La faceva sentire giusta, come se dovesse trovarsi esattamente lì, con lui.

"Comunque, perché la foto?" le chiese Dušan, inumidendosi subito dopo le labbra. Marzia sembrava essere piombata in quelle sue pause vacue tempestate di pensieri, in cui fissava un oggetto come se fosse la cosa più importante sul pianeta, mentre Dušan vedeva chiaramente quanto fosse in realtà immersa nella sua bolla di pensiero. Con quella domanda l'aveva scoppiata, e Marzia si ritrovava a respirare l'aria del suo soggiorno; la realtà era tornata ad avvolgerla, facendo muovere quegli occhi vispi su di lui.

Diverse volte l'aveva colta nelle sue riflessioni, mentre ancora lo osservava, nel chiarore mattutino della sua stanza. In macchina, quando erano immersi nel traffico. Persino insieme a cena, vestita di quel tubino nero da urlo. E tutte quelle volte si era soffermato a pensarla intenta a scandagliare le possibilità, come se dovesse, per forza di cose, fermarsi a riflettere qualche secondo, estraniarsi dal rullo della vita per scegliere quali immagini aggiungere.

Si era scoperto a restare incantato dalla sua apparente istintività, quando invece Marzia era animata dal solito dualismo: azzardava risposte in qualche secondo lasciandosi trasportare dalle emozioni, e ne ponderava altre per interminabili minuti solo per scandagliare tutti i pro e i contro. E il bello era proprio non sapere mai quale dei due atteggiamenti fosse quello a prevalere. Il bello era che Marzia fosse comunque, spesso, dannatamente imprevedibile.

Neighbourhood Romance | Dušan VlahovićDove le storie prendono vita. Scoprilo ora