33. Nuova maglia, vecchia storia

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Lo sguardo lo alzò sul cielo, terso di nuvole, azzurro come i suoi occhi, specchio di una mente apparentemente libera dalle preoccupazioni. Proprio come quel cielo luminoso, in una incombente serata di fine luglio, che prometteva solo tanta bellezza. Marzia si voltò dietro di sé, appena alzatasi stesa sul prato del parco, la frescura dell'erba sulla pelle, e un chiacchierare continuo, inframmezzato dalle risate, con la sua interlocutrice. Fu lei su cui si arenarono i suoi occhi, intenta a sistemare il telo nella sua tote-bag. L'asta di una bandiera spuntava dalla borsa, nascondendo però i colori del drappo. Non ci sarebbero comunque stati equivoci, vista la serata, vista l'attesa, e viste le persone.

"Menomale che non ci siamo messe quelle magliette sintetiche, a 'sto punto probabilmente avrei avuto tutte le ascelle pezzate!" esclamò Diana, di cui Marzia intercettò immediatamente lo sguardo, mentre la bionda la raggiungeva. Si erano messe d'accordo non appena era uscito l'annuncio, neanche il tempo di realizzarlo e già si erano pensate a vicenda. Marzia era scesa apposta prima del solito. Marzia era scesa perché non poteva perderselo.

"Però vuoi mette che foto iconiche sarebbero uscite?" ribatté la rossa, sistemando la bandana gialla che aveva in testa per ripararsi dal sole cocente di luglio. A Roma non si conoscevano mezze misure, e d'estate era immersa nell'afa, tanto da costringere Marzia anche ad applicare la protezione solare prima di uscire di casa, quel primo pomeriggio. Era dalle quattro che bighellonavano per il quartiere, e si erano rifugiate nel parchetto alla ricerca di un po' d'ombra sotto le fronde di un albero. L'avevano trovata, e le ore passate tra scatti e chiacchiere avevano fatto riscoprire a Marzia il bello della sua città, il bello di quella compagnia.

Non avrebbe mai disdegnato le sue amiche di vecchia data, perché con loro ne aveva passate di ogni, e non avevano mai tentennato quando c'era stato bisogno di aiutarsi l'un l'altra, che stessero in un paese diverso, o fossero impegnate con studio e lavoro. Ma di quel mondo a loro non era mai importato davvero nulla. Marzia ci aveva provato in quarto liceo a portarle allo stadio con lei. L'avevano fatta innervosire così tanto che si era detta non avrebbe mai più tentato di convertirle a qualsivoglia tifo.

Diana era diversa, e ciò che da sempre le aveva spinte a diventare amiche e restare tali era stato proprio il calcio. Ciò che le aveva riunite era stato invece il caso, che sembrava governare la vita di Marzia come se lei stessa non avesse avuto libero arbitrio. Spesso se ne stupiva, altrettanto spesso si gettava in quel turbine di eventi come se davvero le servisse una pausa dal prendere decisioni.

Ma con Diana, da quando si erano rincontrate nel Conad su Viale Marconi, non era stata più una questione di caso. Si erano riscritte, avevano commentato insieme alcune scelte della loro squadra riguardo il mercato, e Marzia aveva pensato immediatamente a lei quando Paulo si era presentato in videochiamata con la maglia della Roma addosso, ormai dieci giorni prima. Alla fine, Diana lo aveva saputo prima da Twitter che da Marzia. Sfortunatamente lei era stata impegnata con qualcun altro. Fortunatamente Dušan aveva deciso di riguadagnarsi tutto.

"Perché tu pensi veramente che, tra tutte quelle che t'ho fatto prima, non riuscirò comunque a farti mette una foto pazzesca su Instagram? Non posti da maggio, si può dì" argomentò lesta Diana, affiancandosi a Marzia. Iniziarono a incamminarsi verso il marciapiede, e la rossa alzò le spalle. Non le era mai interessato molto mantenere il suo feed Instagram aggiornato, men che meno quando era stata impegnata a ignorare ogni tipo di interazione sociale e usare quell'applicazione soltanto per spiare cosa facesse Dušan in vacanza. Oppure per leggere allo sfinimento i messaggi che le aveva inviato con un account creato ad hoc.

"Non avevo granché da fotografarmi" rispose monocorde, svoltando a sinistra per calcare con le sneakers nere l'asfalto bollente. Socchiuse gli occhi per un istante, quando un'inaspettata folata di vento la raggiunse, beandosi di quella repentina frescura prima di ritrovare la calura della strada. Non c'era neanche un albero che facesse ombra sulla via principale, e invidiava Diana per il suo cappellino bianco calcato sulla testa, scelta molto più saggia della bandana gialla di Marzia.

Neighbourhood Romance | Dušan VlahovićTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang