Uno

2.8K 420 205
                                    

«Sofia! Sofia, cosa fai ancora lì dentro? Sbrigati, andiamo!»

La mia compagna di banco del liceo, Veronica D'Agostino, mi esortava a uscire dalla porta di casa il prima possibile.

Quel pomeriggio saremmo finalmente partite: destinazione Roma, la capitale, dove Veronica, il mio migliore amico ed io, Sofia Moretti, avremmo frequentato l'università.

«Arrivo, Vero!» risposi aprendo il portone mentre trascinavo fuori la mia valigia.

«Finalmente ce l'hai fatta» esclamò lei mentre posizionavo il trolley nel portabagagli dell'automobile «Fabrizio ci sta aspettando da mezz'ora, dovremmo affrettarci.»

Fabrizio Martinelli, il mio migliore amico, avrebbe frequentato la nostra stessa università, ma aveva scelto una facoltà differente.

«Hai ragione, scusami per il ritardo, ma non riuscivo più a ritrovare il cellulare» mi scusai.

«Sempre la solita» commentò Veronica ridendo «Non importa, dopo tutto anche io ho fatto tardi nel venire da te.»

Salimmo in macchina e ci dirigemmo verso casa di Fabrizio per andarlo a prendere.

Come volevasi dimostrare, quando arrivammo lui era già fuori ad aspettarci. Al contrario di me.

«Alla buon'ora!» ci salutò allegramente mentre Veronica usciva dall'automobile per lasciargli il posto del guidatore.

«Ehm, colpa mia» ammisi.

«Colpa di entrambe» precisò Veronica.

Salutammo Rimini, la nostra città, per dirigerci alla volta della capitale attraverso la via Flaminia.

Durante la prima parte del tragitto parlammo delle nostre aspettative riguardo la nostra esperienza a Roma.

«Siete pronte per una nuova vita?» ci chiese Fabrizio.

Io annuii. «Sinceramente non vedo l'ora! Rimini mi mancherà, ma mi è sempre piaciuta molto Roma.»

«Sono d'accordo» intervenne Veronica «Io sono curiosa di sapere cosa ci aspetterà.»

«Intendi riguardo allo studio?» le domandò Fabrizio.

«In generale» spiegò lei «Soprattutto per quanto riguarda le persone che conosceremo e con cui passeremo questi anni.»

«Ah, questo sicuramente. Anzi, speriamo bene» commentò Fabrizio.

«Stavolta voglio essere positiva!» esclamai.

Fabrizio accennò un sorriso. «Grazie al Cielo, Sofì.»

A metà strada ci fermammo in un Autogrill per comprare dell'acqua, un tubo di Pringles e uno di Ringo da consumare entro la fine del tragitto e questo ci ricordò i nostri innumerevoli sabato sera passati a mangiare "schifezze" davanti a un film.

«Ne abbiamo fatti di party in casa in questi anni, eh» commentò Veronica, già con una punta di nostalgia.

«Sicuramente ne faremo altri» intervenni «Giusto, Fabrizio?»

«Assolutamente» confermò lui.

Veronica si sentì sollevata dalle nostre affermazioni.

Erano circa le otto di sera quando arrivammo a Roma. La casa dove avremmo abitato io e Veronica era proprio in una via dietro la nostra università, La Sapienza. Quella dove sarebbe andato Fabrizio, invece, si trovava in un'altra zona poiché la facoltà della Sapienza che lui aveva scelto aveva sede in un altro punto della città.

Fabrizio parcheggiò l'automobile di Veronica di fronte alla nostra futura casa e prendemmo l'autobus per accompagnarlo alla sua.

Grazie a una mappa della città e alle indicazioni dell'autista riuscimmo a scendere proprio all'inizio della via in cui avrebbe abitato il nostro amico.

La futura casa di Fabrizio era una modesta abitazione a due piani, con abbastanza spazio per più persone. Una volta arrivati suonammo il campanello e ci aprì un ragazzo, un nostro coetaneo dai capelli castani e occhi color nocciola, piuttosto alto e di corporatura magra.

«'Sera regà» ci salutò allegramente. Dal suo accento deducemmo subito che era del posto.

Ricambiammo il saluto con un sonoro "ciao".

Si rivolse a Fabrizio. «Sei Fabrizio Martinelli?»

Lui annuì. «In persona.»

«Claudio Giuliani, il tuo coinquilino» si presentò il ragazzo per poi stringergli la mano, e fece lo stesso con noi dopo esserci presentate.

Dopo le presentazioni Claudio ci fece entrare mostrandoci la casa e parlammo per un po' del più e del meno, in particolare dell'università. Scoprimmo che lui avrebbe frequentato la stessa facoltà di Fabrizio e che di fronte alla futura casa mia e di Veronica abitava un suo amico, un certo Valerio, con il suo rispettivo coinquilino.

Claudio si mostrò allegro, divertente e gentile con noi e ci sembrò fin da subito un ragazzo a posto.

Io e Veronica salutammo i ragazzi e riprendemmo l'autobus per tornare nella nostra zona. Anche casa nostra era una semplice abitazione a due piani, esternamente simile a quella di Fabrizio. Quando bussammo alla porta ci aprì un signore abbastanza anziano, sulla settantina inoltrata, ma apparentemente più che arzillo.

«Buonasera» lo salutammo sorridendo.

Il signore ricambiò il sorriso. «Buonasera, ragazze» esordì con il suo accento romano «Siete voi Sofia e Veronica?» ci chiese cordialmente. Annuimmo.

«Sono Aurelio, il proprietario di questa casa, che come sapete ho messo in affitto per gli universitari» ci spiegò «Vi aspettavo per consegnarvi le chiavi e farvi vedere le varie stanze.»

«Oh, grazie mille!» esclamai, seguita da Veronica.

Aurelio ci mostrò ogni stanza nei minimi dettagli e gli comunicammo la nostra approvazione: la casa ci sembrava proprio carina.

«Bene, sono felice che vi piaccia. Ora vado, s'è fatta na certa e a tavola m'aspetta na stozza de pane e mortazza» ci comunicò allegramente in romano accennando una risata.

«Beato lei!» commentai.

«Si tratta bene» aggiunse Veronica.

«Ve abituerete presto alla cucina de Roma» ci assicurò Aurelio aprendo la porta «Se avete bisogno di qualcosa telefonateme. Buona serata.»

«Lo faremo, grazie mille» lo ringraziai.

«Arrivederci, buona serata» salutò Veronica.

Aurelio andò via e salimmo al piano di sopra, in camera da letto, trascinando a fatica le valigie per le scale.

«È simpatico Aurelio, no?» commentò Veronica divertita.

«Molto» confermai «Sono felice che le nostre famiglie non debbano pagare l'affitto a una persona insopportabile.»

Si erano ormai fatte le dieci e mezza e ci rendemmo conto di non aver avuto tempo per cenare, così prima di iniziare a sistemare la camera decidemmo di uscire un attimo per una pizzetta al volo.

Spero vi piaccia l'inizio di questa mia seconda storia a capitoli, votate e/o commentate se volete che continui.
Grazie! :)

Encanto [INCONCLUSA] (2015-2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora