Quarantatré

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Sabato sera. La giornata mi era sembrata quasi interminabile, poiché Veronica e Fabrizio erano stati insieme tutto il pomeriggio a discutere della situazione... E tutti noi eravamo curiosi di sapere come sarebbe andata a finire. Anche se, sapendo che sia lui che lei erano della stessa opinione, io ero già convinta che niente si sarebbe rovinato.

Fortunatamente ebbi ragione: quel sabato pomeriggio Veronica e Fabrizio si lasciarono definitivamente, con la promessa di ritornare amici come qualche mese prima e di rimanerlo sempre e comunque, in ogni caso.

«Niente, sono felicissima» mi raccontò Vero dopo essere rientrata «Non avrei mai pensato che Fabrizio fosse del mio stesso avviso! E invece tutto si è risolto subito.»

«Te lo avevo detto, non sarebbe mai potuta andare a finire male» ribattei sorridendo.

Veronica annuì. «Era stata solo un'illusione da parte di entrambi. Adesso si continua come se non fosse mai successo nulla!»

«Vi ammiro» ammisi «Non è una cosa facile, quasi nessuno ci riesce mai.»

«Lo so, ma sarebbe stato un peccato mandare all'aria cinque anni di amicizia per qualcosa che non è stato importante né per me né per lui.»

Mi trovai d'accordo con lei. «Avete preso la decisione migliore, e sono felice per voi. Come lo sono anche gli altri, ovviamente.»

Già, soprattutto Valerio... Anche se per educazione e rispetto non voleva esternare più di tanto la sua felicità.

Quando quella stessa sera glielo raccontai via WhatsApp, in camera mia, lo vidi subito affacciarsi alla solita finestra ed esultare in silenzio guardando verso di me.

Mi alzai e aprii la finestra per salutarlo.

«Ehi Valè, puoi anche esprimerti» risi «Sfogati prima che Veronica rientri!»

Vero era voluta andare un attimo al bar dietro casa, e dato che io ero già in pigiama aveva insistito per andare da sola. Almeno Valerio avrebbe potuto dare spazio alla sua allegria...

«Ah, 'nce sta Veronica?»

«No, è andata un attimo al bar qui dietro.»

Detto ciò, Valerio accese la radio, alzò il volume e trovò The horns.

Le trombette riecheggiarono per tutta la sua stanza, attirando l'attenzione sia di Juan che di De Vitis dalla casa a fianco.

Juan sopraggiunse con aria confusa. «C'è una festa in camera nostra e non lo sapevo?»

«Non ti preoccupare» lo rassicurai, dal lato opposto della strada «Ho solamente detto a Valerio di oggi pomeriggio.»

«C'era da immaginarsela una reazione del genere!» esclamò lui, per poi uscire dalla camera.

«Chisciccis la zapp [espressione in dialetto abruzzese], chi è?!» sbraitò allora De Vitis a finestre spalancate.

«Ahò, so io!» intervenne il romano.

«Porca miseria, figlio mio, qual è il motivo di tutta questa ilarità?»

Encanto [INCONCLUSA] (2015-2017)Where stories live. Discover now