Ventuno

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Gli ultimi giorni dell'anno volarono via come il vento e non dovemmo aspettare molto perché il trentuno di dicembre arrivasse.

Alle otto in punto eravamo già tutti in casa Fiore-Ramírez: io, Veronica, Fabrizio, Claudio, Caterina, Fernando, Gianna, Raffaele e l'allegra banda di Salamanca.

Veronica e Fabrizio avevano parlato molto della loro situazione incerta, decidendo alla fine di provare a stare insieme. Le cose sembravano filare almeno per quel momento, ma io personalmente, pur essendo felice per loro, continuavo a fare fatica nel vederli come una coppia e non più come migliori amici.

Dopo la vigilia di Natale tra Gianna e Raffaele non c'era ancora stato nessun passo avanti, la loro situazione era statuaria ma ero più che sicura che presto qualcosa sarebbe successo.

Per quanto riguardava me nessuna novità in campo sentimentale, ovviamente ero sempre più attratta da Juan ma non avevo il coraggio di fare nulla per paura di perdere un buon amico.

«Stasera si mangia pizza!» ci ricordò Fernando euforico, tirando fuori i cartoni.

Gli spagnoli si guardarono estasiati, da quanto sembrava aspettavano da molto tempo il momento di poter finalmente mettere sotto i denti una vera pizza italiana.

Le pizze al piatto provenivano dalla pizzeria in cui lavoravano Juan e Raffaele ed erano una a testa. Come sempre io e Veronica avevamo scelto la margherita, la nostra preferita.

Ci sedemmo a tavola e iniziammo a mangiare parlando del più e del meno, in particolare dell'università e degli esami che si stavano ormai avvicinando: io e Veronica, ad esempio, avremmo dovuto sostenere il nostro primo esame universitario nel mese di febbraio, come anche Fabrizio e Claudio una settimana dopo di noi.

«Non preoccupatevi» ci rassicurò Gianna «È normale avere ansia, ma vi abituerete presto!»

«Se io dovessi fà 'n esame de lingue me cagherei sotto ogni vorta» intervenne Valerio alle prese con la sua pizza al salame piccante.

Vero accennò una risata. «Non sei molto d'aiuto, Valè

Osservai Juan di fronte a me tagliare la sua quattro stagioni. Ad un certo punto guardò verso di me facendomi sentire leggermente in soggezione, così disolsi lo sguardo da lui tornando a concentrarmi sulla mia pizza.

Dentro di me mi creavo strane paranoie riflettendo su cosa Juan potesse pensare guardandomi mangiare: ero buffa? Mangiavo in maniera insolita? O il mio atteggiamento era giusto? Per la miseria, l'amore gioca brutti scherzi alla mente. In ogni caso cercai di rimanere piuttosto composta e di tagliare decentemente la pizza, dato che solitamente ero abbonata alle figuracce.

Dopo la cena passammo immediatamente ai giochi: rigorosamente tombola, mercante in fiera e Uno. Giocare parlando sia in italiano che in spagnolo si rivelò utile e divertente, nonostante qualche difficoltà.

Tra una giocata e l'altra la mezzanotte si avvicinava sempre di più, così decidemmo di accendere la tv per il conto alla rovescia.

«Regà, tra poco sarà l'anno dei miei vent'anni... Me sto a sentì vecchio» commentò demoralizzato Claudio.

«Jamm Clà, si sempr nu scugnizz!» lo rassicurò Raffaele.

In effetti quello sarebbe stato l'anno in cui io, Veronica, Fabrizio, Claudio e Caterina avremmo festeggiato il nostro ventesimo compleanno, mentre tutti gli altri il ventunesimo. Il tempo volava e avremmo presto lasciato l'adolescenza alle nostre spalle con grandissimo dispiacere, crescere non mi attirava totalmente.

Quali sorprese ci avrebbe riservato l'anno nuovo? Ci sarebbero state delle novità? Ma soprattutto, avrei mai cambiato idea su Juan? Queste erano le domande che mi frullavano in testa in quel momento, alle quali avrei voluto trovare una risposta il prima possibile.

Encanto [INCONCLUSA] (2015-2017)Onde histórias criam vida. Descubra agora