Due

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Una volta presa questa decisione, io e Veronica afferrammo i nostri giubbini e scendemmo nuovamente al piano di sotto.

Uscimmo senza alcuna esitazione chiudendoci velocemente la porta di casa alle spalle e ci guardammo intorno speranzose, alla ricerca di una pizzeria. Non scorgendone nessuna nei paraggi ci addentrammo rassegnate nella via vicina, nei pressi della Sapienza, girovagando per qualche minuto.

«Eccola!» esclamai notando una pizzeria in fondo alla via.

Veronica tirò un sospiro di sollievo. «Grazie al Cielo. Andiamo.»

Ci dirigemmo a passo svelto verso la pizzeria, affamate come non mai. L'idea di avere della pizza per cena ci aveva sempre attirato, se fosse stato per noi avremmo mangiato pizza ogni santa sera.

La pizzeria non era molto spaziosa, ma il cibo sembrava alquanto invitante.

«Buonasera» salutammo allegramente quando ci trovammo di fronte al bancone delle pizze.

Una voce nota proveniente dalla nostra destra ci fece sobbalzare improvvisamente.

«Oh, anche voi qui?»

Mi voltai di scatto e mi ritrovai davanti il mio migliore amico in compagnia del suo coinquilino.

«Ma quanto tempo!» esclamai sarcasticamente.

«Cosa ci fate qui?» domandò loro Veronica.

«Non so cosa si faccia da voi, ma nel mio paese si va in pizzeria per mangiare la pizza» replicò Fabrizio accennando una risata.

«Che spiritoso» commentò lei.

Ci rispose Claudio.

«Ho consigliato io a Fabrizio di mangiare qui, a mio parere questa è una delle pizzerie migliori della zona.»

«Allora abbiamo fatto bene a venire qui» dissi, rallegrata dalle sue parole.

Proprio allora uscì dalla cucina uno dei ragazzi che serviva le pizzette. Dovetti ammettere che era molto carino: alto, magro, capelli e occhi scuri e una leggera barba. Mi sembrò avere un non so che di fascino straniero.

«Buonasera ragazze, scusatemi» ci salutò sorridente.
Cavoli, anche il sorriso non è niente male, pensai.

«Non preoccuparti» mi affrettai a dire.

Lui proseguì. «Ditemi.»

Osservammo le pizze rimaste sui taglieri.

«Per me una margherita» esordì Veronica.

«Anche per me, grazie» aggiunsi.

La pizza margherita era da sempre la nostra prima scelta.

«Due margherite» ripeté il ragazzo tagliando le due pizze e porgendocele su un vassoio «A voi.»

Accennammo un sorriso di ringraziamento e andammo a sederci vicino a Fabrizio e Claudio.

«Avevate fame regà?» ci chiese Claudio allegramente.

Io e Veronica annuimmo in silenzio mentre ci apprestavamo ad addentare la pizza.

«Eh lo so, a na certa è sempre così» ribatté lui.

Fabrizio si inserì nel discorso. «Allora, com'è casa vostra?»

«Molto carina» rispose Veronica «Le stanze sono tutte abbastanza grandi.»

«E ci sono due piani» aggiunsi.

«Figo!» commentò Fabrizio «Noi invece ne abbiamo solo uno. Al piano di sopra abita la signora a cui paghiamo l'affitto.»

Claudio sospirò affranto. «Barbara la Burbera.»

«La burbera?» ripetei.

«Diciamo che non è er massimo della simpatia, ecco» ci spiegò.

«Il suo appellativo è opera di Claudio» precisò Fabrizio divertito.

Accennai una risata. «Ci avevo pensato.»

Restammo a parlare seduti al tavolo della pizzeria per una buona mezz'ora, dopodiché ci alzammo per riavviarci verso casa.

Salutammo i ragazzi della pizzeria e uscimmo tutti e quattro incamminandoci con molta calma.

«Regà, la prossima settimana si comincia» commentò pensieroso Claudio, riferendosi alle lezioni all'università. Eh sì, la settimana successiva avremmo finalmente iniziato a frequentare La Sapienza.

«Non so se deprimermi o essere felice» dichiarò Veronica.

«Sofia è ottimista» mi provocò scherzosamente Fabrizio, ripensando alla conversazione avvenuta quel pomeriggio.

«Hai qualcosa in contrario?» ribattei con aria di sfida.

«Niente affatto» rise lui «Per una volta che hai detto una cosa giusta.»

Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa accennando una risata.

La conversazione andò avanti fino a quando non raggiungemmo la fermata dove Fabrizio e Claudio avrebbero dovuto aspettare l'autobus.

«Ragazze ci sentiamo domani, aggiornateci se ci sono novità» ci raccomandò Fabrizio.

«Lo faremo» ribattei.

«Lo stesso vale per voi» aggiunse Veronica.

«Certo» ci rassicurò Claudio «Buonanotte regà, se beccamo

Io e Veronica tornammo indietro per raggiungere la via di casa.

«Il dialetto romano è troppo forte» commentò Veronica mentre ci allontanavamo.

«Già! Se beccamo è il top» aggiunsi allegramente.

Durante il tragitto di ritorno discutemmo della serata, e in cinque minuti arrivammo a destinazione.

Dato lo stress del viaggio eravamo stanche morte, perciò andammo subito di sopra per lavarci e coricarci.

«Che sonno» esclamò Veronica sbadigliando «Non vedo l'ora di mettermi a letto.»

«Sono d'accordo» farfugliai mentre andavo avanti e indietro tra la camera e il bagno.

A mezzanotte eravamo sotto le coperte.

Avevo decisamente sonno, ma qualcosa mi frullava per la testa. Stavo riflettendo sul ragazzo della pizzeria.

Speravo di poterlo conoscere, di scambiarci quattro chiacchiere, di farci amicizia. Insomma, mi ispirava parecchio.

Decisi di chiedere un parere a Veronica.

«Vero, scusa la domanda strana, ma... Insomma, come ti è sembrato il ragazzo della pizzeria?»

Lei ci pensò un attimo.

«Sicuramente un bel ragazzo. Mi sembra una persona tranquilla, simpatica. Ma come mai questa domanda?»

Sospirai. «In realtà non lo so, mi è rimasto in mente. Non saprei, mi ispira come persona, vorrei conoscerlo.»

«Non sarebbe impossibile, Sofì. Dopotutto la pizzeria è quasi dietro l'angolo. E chissà, magari frequenta l'università» ipotizzò Veronica.

«È possibile» riflettei.

Veronica si girò per spegnere la luce e accendere l'abat-jour.

«Dormici su, la notte porta consiglio» mi disse in tono da filosofa.

Mi scappò una breve risata. «In effetti hai ragione.»

«Io ho sempre ragione» ribatté lei ridendo «Dai, buonanotte Sofì

«Buonanotte Vero.»

Spero vi piaccia questo nuovo capitolo e che continuiate a seguire la storia. Votate e/o commentate se volete che continui :)

Encanto [INCONCLUSA] (2015-2017)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant