Cinque

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Appena richiusi la porta d'ingresso dopo aver messo piede in casa, Veronica, che fino a un momento prima si trovava in camera, si fiondò subito in sala, al piano di sotto, per dare inizio al suo terzo grado. Conoscendola sapevo già cosa mi avrebbe aspettato quando sarei tornata.

«Allora, com'è andata? Che ha detto? Che ha fatto? Ti sei divertita? Raccontami tutto!» esordì euforicamente senza neanche riprendere fiato tra una domanda e l'altra.

«Un attimo, Vero, adesso ti racconto! Una cosa alla volta» esclamai dirigendomi verso una poltroncina bordeaux per poi sedermi.

Ci riprendemmo dall'euforia iniziale e cominciai ad illustrare a Veronica i dettagli di quell'ultimo episodio, il giro con Juan per il quartiere.

«Allora, innanzitutto ti dico che è andata bene. Anzi, meglio di quanto pensassi visto che sono riuscita a non fare gaffe o brutte figure.»

«La tua sicurezza mi sorprende, Sofia» ribatté lei ridendo «Di solito in queste circostanze sei abbonata alle figuracce.»

«Beh, grazie» replicai in tono ironico.

«Dai su, cosa avete fatto?» continuò Veronica incuriosita.

«Quando tu sei andata via, cara la mia Veronica, sai cosa ha fatto Juan? Mi ha proposto di fare un giro per la zona» esclamai accennando una risata, quasi per rimproverarla di avermi lasciata sola.

Anche alla mia coinquilina venne da ridere. «Oh, bene! Credo proprio che andandomene io ti abbia fatto un bel favore.»

«In realtà sotto questo punto di vista sì. Ti avevo detto che Juan mi ispirava come persona e che avrei voluto conoscerlo meglio, diciamo che ci sono riuscita» dichiarai.

«Ma non mi dire!» commentò Veronica sarcasticamente «Io ero sicura che ci saresti riuscita. E quindi?»

«E quindi niente, ho scoperto che abbiamo molto in comune. E anche che ha un fratello laureato in medicina» aggiunsi.

«Ah, allora suo fratello farebbe bene a visitare la moglie di Aurelio. Povera signora, ha un ginocchio dolorante» rifletté un attimo Veronica, ma poi ritornò al discorso principale.

«Comunque sia penso proprio che abbiamo trovato una bella compagnia. Finora mi sembra di poter andare d'accordo con tutti» commentò «Tu che dici?»

Annuii. «Sì, lo penso anche io. Spero solo di non sbagliarmi.»

Quella sera, dopo cena, inaspettatamente qualcuno suonò alla porta.

«Chi sarà mai?» si domandò Veronica per poi scendere le scale e andare ad aprire.

Non appena sentii delle voci familiari scesi anche io al piano di sotto e mi ritrovai davanti Fabrizio e Claudio.

«Ah, siete voi! Tutto a posto?» li salutai.

«Eh, se tira a campà» esordì Claudio «C'ho bisogno de na compagnia allegra stasera

«Come mai?» chiese Veronica meravigliata «È successo qualcosa?»

«La ragazza di Claudio è partita per una decina di giorni» ci spiegò Fabrizio.

«E qual è il problema?» continuò Veronica.

«Che me sto a preoccupà troppo» intervenne il coinquilino romano «Dovrei stare tranquillo ma non ci riesco, è più forte di me. Ho paura che possa incontrare qualcun altro, ma nun ce devo pensà.»

«Gli ho già detto che si sta preoccupando inutilmente, ma non mi ha ascoltato» ribatté Fabrizio con espressione rassegnata.

«È normale preoccuparsi quando si tiene a una persona, Claudio, in questo caso tutti lo sarebbero» intervenni io «Ma devi cercare di avere fiducia in te stesso e convincerti che la tua ragazza non potrà sostituirti con nessuno se tiene davvero a te.»

Claudio sospirò pensieroso. «Lo spero, Sofì. Distraemoce che è mejo!»

Seguimmo alla lettera la sua proposta: per cercare di distrarci dai pensieri negativi decidemmo di recarci tutti al cinema per assistere alla proiezione di un film comico.

«Per voi va bene se lo dicessi anche a Valerio e al coinquilino?» ci domandò Claudio «Qua ce vole 'n po' de gente.»

Accettammo volentieri la sua richiesta.

«Certo, va bene. Tanto noi già li conosciamo» lò informò Veronica.

«Ah, ve sete conosciuti. Perfetto» replicò Claudio.

Mentre Claudio e Fabrizio andarono ad invitare Valerio e Juan, io e Veronica ci demmo velocemente una sistemata, preparammo la borsa con portafogli e cellulare e uscimmo di casa.

Inutile dire che ci ritrovammo davanti tutti e quattro i ragazzi, che nell'attesa che noi terminassimo stavano ingannando il tempo con un'animata discussione sull'ultima vittoria della Roma contro l'Inter.

«Anvedi le regazze quanto ce mettono pe uscì de casa!» commentò Valerio interrompendo la discussione quando ci vide arrivare.

«Non è una novità, Valerio» ribatté Fabrizio.

«Grazie della comprensione» farfugliai accennando una risata.

Veronica prese l'iniziativa.

«Oh regà, annamo!» esclamò imitando l'accento romano.

Fabrizio rincarò la dose. «Gente de Roma capoccia, 'nnamo ar cinema!»

«Fatece largo che passamo noi!» intonai allora io.

«Possibile che qui io sia l'unico a non parlare in romano?» osservò Juan divertito.

Notammo che Fabrizio e Claudio avevano raggiunto casa nostra in macchina, così decidemmo di non prendere l'autobus per arrivare fino al cinema. Io e Veronica saremmo andate in macchina con Valerio e Juan, mentre Claudio e Fabrizio per conto loro.

Insomma, in meno di due giorni avevamo già formato una sorta di gruppo. La vita universitaria a Roma sembrava iniziare proprio bene!

Spero vi piaccia.
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Encanto [INCONCLUSA] (2015-2017)Where stories live. Discover now