Quarantaquattro

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Finalmente aprile, finalmente un po' di primavera! Dopo le giornate non molto soleggiate di Pasqua e pasquetta, la nostra routine ordinaria stava per ricominciare. L'unica differenza era nel clima, dato che si iniziava a sentire la primavera nell'aria.

A dire il vero c'era anche un'altra differenza rispetto a prima, una novità. E no, non era il possibile fidanzamento di Veronica e Valerio in cui tutti noi che sapevamo qualcosa speravamo... Bensì l'inattesa visita di Sergio, il fratello maggiore di Valerio, che sarebbe rimasto con noi all'incirca una settimana.

Fu una novità anche per il nostro amico, in quanto venne avvisato dal fratello solo il giorno prima, così decidemmo di aiutarlo a sistemare un po' la casa.

«Regà, quanno ce se mette mi frate è peggio de me» ci avvisava Valerio, mentre io, Juan, Veronica, Claudio e Fabrizio eravamo seduti sui divani con lui. «C'avrà pure trent'anni ma de spirito pare più giovane de noi...»

«Non avevamo dubbi che la pazzia fosse di famiglia» scherzai.

In quel momento a Veronica squillò il cellulare. Lei lo tirò fuori senza proferire parola, ma dopo aver guardato il display rifiutò la chiamata. Cosa diamine stava succedendo?

«Verò, risponni, 'nte preoccupà» la esortò Valerio.

«No Valè figurati, non preoccupatevi voi! Niente di importante» farfugliò lei.

Io continuavo a essere poco convinta, ormai era già da qualche giorno che qualcosa a noi ignoto sembrava aleggiare nell'aria. Ma avrei potuto tranquillamente sbagliarmi, quindi preferii non insistere davanti agli altri.

Osservai Valerio con la coda dell'occhio: era perplesso anche lui, ma cercava di non darlo a vedere. Speravo solo che non fosse sul serio niente di importante.

***

«Gira de qua, gira de
Semo romani e volemo cantà!
Gira de qua, gira de
Semo romani e volemo cantà!»

Il giorno successivo, come ormai accadeva spesso, fui svegliata da Valerio che cantava a squarciagola uno dei suoi soliti stornelli romani.

Mi alzai dal letto, e poco dopo un'altra voce maschile si unì in coro alla sua.

«Dopo tant'anni torno a Roma mia
L'ho ritrovata tutta rinnovata
Na vorta sì che c'era l'allegria
Se vede che 'sta gente s'è cambiata
Nun senti più cantà, nun senti più sonà
Quer 'va a morì ammazzato' pronuncià...»

Aprii la finestra.

«Ahò!» esordii «E chi l'ha detto che 'n se sente più cantà?! Voi mo che state a fà, scusate?»

«Sofia!» esclamò Valerio, spegnendo lo stereo non appena mi notò «È arrivato mio fratello!»

«Non si è sentito per niente» ironizzai «Ciao, Sergio!»

Il fratello di Valerio, un ragazzo in carne dai capelli leggermente rasati, fece capolino dalla finestra.

«Buongiorno!» esordì allegramente «Te sei Sofia, vé

Encanto [INCONCLUSA] (2015-2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora