Nove

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Il tempo a Roma trascorreva in fretta, più in fretta di quanto avrei potuto immaginare. Nonostante l'inizio degli studi universitari io, Veronica e Fabrizio ci divertivamo in compagnia dei nostri nuovi amici romani e un mese volò via prima che potessimo accorgercene.

«Vero, ti rendi conto che è già più di un mese che siamo qui?» domandai alla mia coinquilina una mattina di metà novembre mentre rientravamo dopo aver fatto la spesa.

Lei annuì. «Mi sembra di essere arrivata solo qualche giorno fa, invece è già il quindici di novembre.»

I giorni passavano in fretta, al contrario del mio interesse per Juan. Dopo diverse settimane era ancora lì e non aveva intenzione di svanire. Nessuno dei miei amici lo sapeva, anche se in realtà sospettavo che Veronica lo avesse decisamente capito quasi fin da subito.

Quella sera andai a trovare Juan e Valerio, mentre Veronica disse di voler restare a casa a dormire. Non appena arrivai davanti al portone, verso le dieci, mi parve di sentire Maria di Ricky Martin provenire dall'interno sovrastata di tanto in tanto da qualche esclamazione in romano.

Suonai alla porta e mi aprì un Claudio apparentemente euforico. «Ahò, Sofì! Che ve stamo a dà fastidio?»

«No, no, tranquillo! Da casa nostra non si sente niente» risposi «In realtà ero venuta a trovarvi.»

«Entra, Sofì» mi invitò lui, chiudendo la porta alle nostre spalle.

Una volta entrata capii che la musica proveniva dalla sala. «Si può sapere cosa state facendo?!»

«Stamo a fà 'n torneo de Just Dance» ribatté tranquillamente Claudio.

Arrivai in sala e trovai Fabrizio e Juan davanti al televisore, concentrati nel seguire i passi di Maria con i due telecomandi della Wii. Seduti sul divano, presumo ad aspettare il loro turno, c'erano Gianna e un'altra ragazza che non ancora conoscevo, mentre Valerio era in un angolo a fare il tifo.

Gianna e Valerio vennero subito a salutarmi e mi presentarono l'altra ragazza, Caterina Rossi, che scoprii poi essere la ragazza di Claudio.

Lei non aveva un accento romano così evidente come quello del suo ragazzo, né parlava troppo spesso in dialetto romanesco. I suoi capelli castani, lisci e di lunghezza media, erano momentaneamente raccolti di lato in una coda e i suoi occhi, dello stesso colore, erano ben definiti da un filo di matita nera. Mi fece da subito una buona impressione, mi sembrava una ragazza semplice e simpatica.

Juan e Fabrizio mi salutarono velocemente senza abbandonare la loro postazione per non distrarsi, mentre Claudio tornò a sedersi seguito da Caterina.

«Chi è stato ad avere questa idea "geniale"?» chiesi allora a Gianna.

Lei accennò una risata risistemandosi gli occhiali sul naso. «Ovviamente i migliori amici forever, Valerio e Claudio.»

«E chi poteva mai essere stato!» esclamai.

Andammo a sederci sul divano anche noi, continuando a parlare della situazione.

«Ovviamente Claudio si è portato dietro anche il coinquilino e la ragazza, io ero qui per caso» mi spiegò Gianna «Sempre per il solito motivo! Quelle due non le sopporto più» aggiunse, riferendosi alle sue coinquiline di origini francesi.

«Io e Veronica non le abbiamo ancora mai incontrate» riflettei.

Gianna si lasciò cadere all'indietro sullo schienale del divano. «Meglio così, fidati! Spero per voi che non avrete mai a che fare con loro.»

Anche se non avevo conosciuto le sorelle Dufour pensai che doveva essere davvero una fatica sopportarle a tutte le ore del giorno e della notte, soprattutto per una persona totalmente diversa da loro come lo era Gianna.

Nel frattempo la sfida tra Fabrizio e Juan era terminata, perciò Claudio e Caterina avevano preso il loro posto per scegliere una nuova canzone.

«Un, dos, tres, un pasito pa' lante Maria! Un, dos, tres, un pasito pa' atrás!» canticchiava trionfante Juan mentre veniva a sedersi con noi.

«Direi che ha vinto Juan» commentò Gianna.

Valerio protestò per Fabrizio. «Anvedi come famo na rivincita poi.»

Sentimmo suonare il campanello. Andai ad aprire io e mi ritrovai davanti Veronica.

«Vero! Hai cambiato idea?»

Lei annuì. «Ero troppo curiosa di sapere cosa stavate facendo.»

Tornammo in sala insieme e dopo i saluti generali la mia coinquilina iniziò a raccontarci un episodio avvenuto poco prima.

«Quando sono uscita ho visto arrivare dal fondo della via due ragazze che ridevano come due iene, non saranno mica le...»

Din don. La sua voce venne sovrastata dal suono del campanello. Valerio si diresse verso la porta e qualche istante dopo tornò con aria esasperata.

«Regà, fori ce stanno le ddu burine

«Non è possibile. Non-è-possibile» farfugliò Gianna a quelle parole, tra sbuffi e lamenti generali.

Vuoi vedere che sono le due sorelle?!, pensai.

«Queste nun s'arrendono mai!» esclamò Valerio, rivolgendosi poi a Juan «A coso, ma te e tu fratello che je fate alle donne?!»

Me lo chiedo anche io, mi dissi nella mia testa.

Lui per tutta risposta alzò gli occhi al cielo trattenendo una risata, mentre un Valerio molto contrariato ripartì nuovamente verso il portone che poco dopo sentimmo aprirsi.

Brigitta e Geneviève irruppero nel soggiorno con fare civettuolo.

«Buonasera!» salutarono.

«Sera...» rispondemmo freddamente.

Notando dei volti a loro sconosciuti le due sorelle vennero a presentarsi a me, Veronica e Caterina.

Brigitta, la sorella maggiore, era alta e bionda, mentre Geneviève, la sorella minore, era castana e più bassa. Ben vestite, niente da dire, ma tremendamente altezzose, come se nessun altro sarebbe potuto essere al loro livello.

Si prevedeva un continuo di serata non proprio divertente.

Eccovi il nono capitolo, spero vi piaccia!
Votate e/o commentate se volete che continui, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :)
Grazie! ♥

Encanto [INCONCLUSA] (2015-2017)Where stories live. Discover now