Diciannove

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Incredibile ma vero, iniziammo a sparecchiare verso le tre e mezza. Il pranzo fu abbastanza rapido, ma ottimo: tortellini in brodo, pollo e patate al forno, rigorosamente cucinati dai fratelli Ramírez, Valerio e Gianna.

«Complimenti regà, na magnata doc!» esclamò Claudio mentre portava i piatti sporchi in cucina.

«Modestamente Chef Valerio è er mejo» farfugliò Valerio pavoneggiandosi scherzosamente.

Nel frattempo gli amici e i cugini di Juan e Fernando erano chi fuori, chi davanti al televisore e chi impegnati a chattare su Whatsapp sfruttando la connessione Wi-Fi. Erano loro i veri e propri ospiti, perciò li avevamo pregati di mettersi comodi e riposarsi.

Stavamo quasi per finire di mettere a posto la cucina, quando il telefono di Claudio squillò facendo riecheggiare le note di The final countdown per tutta la stanza.

«Pronto?... Ah, davvero?... No, nun ve siete sbajati... Mo vengo. Cià.»

«Sono arrivati?» domandò Juan.

Claudio annuì. «Sono in questa via. Mo me vado a affaccià fori.»

Il nostro frizzante amico uscì e tornò poco dopo in compagnia di due ragazze castane, una rossa e un biondino.

«Eccoci qua» esordì «Ve presento i miei cuggini: Concetta, Giusy, Orietta e Santino.»

I cugini alzarono un braccio in segno di saluto man mano che Claudio li nominava. Fui alquanto sorpresa di sentire dei nomi ormai poco comuni soprattutto tra i giovani, benché italianissimi.

Invitammo i nuovi arrivati ad accomodarsi ed io e Veronica cercammo subito di socializzare con loro.

I quattro ci spiegarono quasi immediatamente il perché dei loro nomi così poco diffusi. I loro genitori, ovvero gli zii paterni di Claudio, avevano chiamato tre dei figli con i nomi dei loro nonni. Il nome Orietta, invece, era stato scelto dalla nonna dei quattro fratelli, che si ispirò alla sua cantante preferita: Orietta Berti. Una scelta a dir poco inusuale, ma almeno si poteva decisamente affermare che la loro famiglia si distinguesse dalla massa.

Nel frattempo gli spagnoli si stavano dando alla pazza gioia al piano di sopra, tra reggaeton a tutto volume e sfide a Just Dance.

«Ma che stanno a combinà quei buzzurri là sopra?» si chiese Valerio alzandosi e dirigendosi verso le scale.

«Quel ragazzo mi sta simpatico na cifra!» commentò Giusy.

«A me me fa morì» aggiunse Concetta.

Veronica accennò una risata. «Ormai ci abbiamo fatto l'abitudine!»

Durante la conversazione notai Santino sorridermi e tentare di attaccare bottone, ma cercai di fare finta di non capire. Juan era e sarebbe rimasto il mio unico interesse, il mio unico amore.

«Sofia!»

Juan sbucò dalla cucina proprio in quel momento, apparentemente irritato.

«Dimmi, Juan.»

«Potresti venire un attimo di sopra a darmi una mano?»

Mi alzai dal divano e annuii, sorpresa dalla sua richiesta. «D'accordo.»

Mentre salivamo le scale iniziai a riflettere, il suo comportamento mi pareva alquanto strano. Che lo avesse fatto per gli atteggiamenti del cugino di Claudio? A prima vista mi sembrò solamente una scusa, ma non volli farmi film mentali.

***

Si erano ormai fatte le cinque e mezza, il buio era sceso da un pezzo e noi eravamo quasi tutti al piano di sopra a ballare o a chiacchierare. Già, quasi.

Encanto [INCONCLUSA] (2015-2017)Where stories live. Discover now